Sono incinta? Primi sintomi
Quali sono i primi sintomi della gravidanza? Sono incinta o è solo una mia impressione? Sono solo i classici sintomi premestruali o è gravidanza? E’ normale quello che mi sta accadendo, oppure devo andare da un medico?
Tutte le donne, quando iniziano a sentire qualcosa di “strano” nel proprio corpo, iniziano a porsi tantissime domande. Vediamo di fare un po’ di chiarezza sul concetto gravidanza, primi sintomi e effetti sul fisico di una donna.
Il ritardo del ciclo mestruale
Uno dei primi sintomi della gravidanza o elemento importante da considerare, è sicuramente il ritardo del ciclo mestruale. Ovviamente è molto facile da rilevare nel momento in cui si ha un ciclo mestruale regolare. In caso di irregolarità, è meno efficace considerare questo elemento come indice di gravidanza. Per verificare se si è in presenza di una gravidanza o meno, basta fare un test di gravidanza già dal primo giorno di ritardo delle mestruazioni. Ad esempio, il test delle urine che si acquista in farmacia è in grado di verificare la presenza dell’ormone beta-hCG già 12-14 giorni dopo l’eventuale concepimento. Se fatto troppo presto invece, potrebbe fornire come risultato un falso negativo.
Sensibilità agli odori
Un altro elemento da considerare è una maggiore sensibilità agli odori. E’ molto probabile che in gravidanza si riescano a sentire odori mai sentiti in precedenza, oppure che odori consueti possano parere alterati. Secondo alcuni studiosi, potrebbe trattarsi di una protezione innata della mamma nei confronti del bambino. Infatti, gli alimenti che possono facilmente deperirsi, come la carne o il pesce, o sostanze che si dovrebbero evitare come alcool, caffè e sigarette, vengono percepiti dalla mamma come estremamente sgradevoli.
Nausea
La nausea è uno dei primi sintomi della gravidanza, anzi è tra i disturbi principali che affliggono le donne in gravidanza durante il primo trimestre. Il primo trimestre infatti è il trimestre definito il periodo degli adattamenti funzionali ed è sicuramente il periodo più delicato: il corpo infatti crea le condizioni ambientali per accogliere il futuro nascituro. Molto comuni quindi sono in questo periodo sono i sintomi legati all’apparato digerente, tra cui la nausea.
Le nausee possono accompagnare la gravidanza fino al quinto mese di gestazione, per poi scomparire gradualmente. Sebbene non si presenti in tutte le donne che vivono una gravidanza, la nausea colpisce più del 50% delle donne che aspettano un bambino. Questo accade a causa della gonadotropina corionica, un ormone della gravidanza.
Stanchezza e fame
Anche se a volte anche alcuni sintomi possono far sorgere nella donna il dubbio se si tratti di semplici sintomi premestruali o gravidanza, uno dei campanelli d’allarme per una possibile gravidanza è un importante aumento della fame e della stanchezza.
La trasformazione generata dalla gravidanza richiede la necessità per la donna di nutrirsi di più, quindi più sostanze nutritive e più energia. L’importante è quindi mantenere una corretta alimentazione supportata da integratori, che devono ovviamente essere prescritti dal medico.
Seno e tensione
Il seno è il primo a subire dei cambiamenti. Le ghiandole mammarie infatti crescono, e lo rendono più sodo e più grande, mentre l’areola e i capezzoli si scuriscono.
E’ normale anche avvertire una tensione al basso ventre diversa dal solito e delle piccole fitte ogni tanto o la sensazione di piccoli strappi. Questo accade perchè l’utero cresce, per ospitare l’embrione prima e il feto poi. L’ irrorazione sanguigna aumenta e compaiono nuovi vasi e tutto ciò può appunto essere accompagnato da una tipica sensazione di pesantezza.
Sintomi anormali nei primi mesi di gravidanza
Una volta verificata la presenza di una gravidanza, al momento delle prime analisi si può comprendere e valutare quali siano le accortezze da prendere. Infatti grazie alle prime analisi è possibile prevenire danni che spesso possono essere irreversibili e aiutare a comprendere se ci siano sintomi che possano essere indice di qualcosa che non va.
E’ importantissimo rivolgersi al proprio medico per qualsiasi sintomo considerato strano o che possa destare sospetti. Sarà solo il medico infatti a poter decidere se sia il caso di allarmarsi o meno.
Perdite di sangue – è normale?
Nelle prime settimane di gravidanza, in corrispondenza del periodo in cui sarebbero dovute comparire le mestruazioni, è possibile che si verifichi una piccola perdita di sangue rosso scuro. Una simile eventualità di solito spaventa moltissimo la futura mamma, anche se molto spesso non è nulla di grave. A fronte di una perdita di sangue è importantissimo però mettersi subito in contatto con il proprio medico, per scongiurare qualche problema più grave.
Perdite vaginali – sono normali?
Durante i primi mesi di gravidanza, importante è fare attenzione a eventuali perdite vaginali, dovute ad alcuni cambiamenti dell’utero. Fin dalle prime settimane di gravidanza, infatti, le secrezioni vaginali aumentano, con lo scopo di difendere l’apparato genitale dalle infezioni.
Infatti, nelle secrezioni possono rimanere inglobati, per poi essere espulsi, alcuni microorganismi che sono responsabili di infezioni. Questi microorganismi possono raggiungere la vagina dall’esterno o si possono moltiplicare in modo anomalo, diventando aggressivi. Questa protezione naturale non sempre però si rivela sufficiente per contrastare lo sviluppo delle due forme di infezioni proprie della vagina, come la “vaginite” e la “vaginosi”.
Sintomi infezioni – che fare?
In presenza di sintomi come comparsa di prurito intenso, secrezioni vaginali anomale molto consistenti, a volte maleodoranti, fastidio e bruciore alla minzione, sviluppo di vesciche nella zona genitale, dolori addominali, ingrossamento delle linfoghiandole situate nella zona inguinale e altri sintomi anomali, è il caso di rivolgersi immediatamente al proprio specialista, in modo da capire se si è in presenza di una possibile infezione, potenzialmente pericolosa per la gestazione.
Contrazioni durante la gravidanza – può capitare?
Le contrazioni, se tutto nella gravidanza procede correttamente, devono comparire solo quando è il momento di partorire. Nel caso in cui si manifestassero prima del termine della gravidanza, è necessario recarsi immediatamente all’ospedale, perché potrebbero essere il segnale che qualcosa non sta andando per il verso giusto. Se dovessero essere il segnale di un parto prematuro, un intervento tempestivo potrebbe salvare la situazione. Esistono, infatti, medicine che, insieme al riposo, possono consentire alla gravidanza di proseguire anche fino al termine giusto (38ma settimana). A partire dal settimo-ottavo mese iniziano invece le contrazioni non dolorose, durante le quali l’utero si irrigidisce per qualche istante e poi si rilassa nuovamente, in modo assolutamente indolore.
Infertilità e gravidanza
Ma che cosa accade se, nonostante i tentativi per avere un bambino, la gravidanza non arriva? Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), l’infertilità è una vera e propria patologia che colpisce circa il 15% delle coppie. Per infertilità si intende l’assenza di concepimento a seguito di rapporti mirati e non protetti per 12 mesi.
Nel momento in cui si ha un sospetto di infertilità, è necessario che la coppia si rechi presso uno specialista che possa effettuare gli esami necessari al fine di consigliare il percorso più giusto da seguire.
La PMA
Le tecniche di riproduzione assistita possono essere un valido aiuto per molte coppie con problemi di infertilità.
In IVI, il più grande gruppo di riproduzione assistita al mondo, ogni caso viene analizzato in maniera personalizzata e se è necessario, viene messo a disposizione un team medico multidisciplinare (Endocrinologia, Genetica, Psicologia, Immunologia, “Unidad de Salud del Varón”, “Mama”, Chirurgia, Equipe Materno-Fetale e Pediatria) per permettere una soluzione concreta al problema di infertilità.
Questo viene dimostrato anche dai dati disponibili sulla Riproduzione Medicalmente Assistita in Italia. Si stima infatti che le coppie che nel 2015 hanno fatto ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita siano state più di 74mila, contro le 69mila del 2010.
Anche i dati di IVI Roma confermano questo andamento. Nel 2015, anno di apertura del centro IVI a Roma, sono state gestite nelle cliniche spagnole IVI 193 trattamenti di pazienti provenienti proprio dal centro IVI della capitale. Nel 2017 il numero è salito a 1.187.
In genere, l’età media delle donne che si avvalgono dell’aiuto della fecondazione assistita è di 36 anni, ma in realtà si sta verificando un aumento continuo e costante delle over 40 che nel 2015 sono state oltre un terzo del totale, quando appena dieci anni prima rappresentavano il 20%.
FONTI
“Diventare mamma – Alla scoperta della maternità, dalla gravidanza a i primi giorni di vita del bambino” – R. Bertacchini – Bruno Editore.
“Il grande libro della gravidanza”, Laura de Laurentis, Rizzoli, 2010 Milano
Istituto Superiore di Sanità
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