La riserva ovarica è un concetto fondamentale quando parliamo di fertilità femminile e di Procreazione Medicalmente Assistita. Si tratta della quantità degli ovociti presenti nelle ovaie di una donna in un determinato momento della sua vita. Esistono diversi modi per valutare lo stato della riserva ovarica, uno dei più consigliati è quello di effettuare il test dell’ormone antimulleriano (AMH) per avere una stima dello stato di fertilità della donna valutando la funzionalità ovarica e prendere di conseguenza decisioni informate sul proprio futuro riproduttivo.
Quali sono i valori di riferimento della riserva ovarica?
L’età anagrafica gioca quindi un ruolo fondamentale nella fertilità femminile, con il passare del tempo infatti si verifica una diminuzione quantitativa e qualitativa della riserva ovarica. L’ovocita è il gamete femminile che quando si unisce con lo spermatozoo, cioè il gamete maschile, può consentire l’ottenimento di un embrione, e quindi può rappresentare l’inizio di una gravidanza. Si differenzia dal follicolo ovarico che è una struttura che fa parte dell’ovaio e che contiene nella sua parete interna un ovocita destinato a maturare. Gli ovociti vengono prodotti della nascita, durante lo sviluppo degli organi genitali, nel corso della vita questa “riserva” si riduce progressivamente fino ad esaurirsi del tutto. Nel corso della vita questa “riserva” si riduce poi progressivamente mensilmente fino ad esaurirsi del tutto (menopausa). Ogni donna nasce con 1-2 milioni di follicoli e già alla pubertà ne rimangono 500.000. La riserva ovarica quindi rappresenta un marker di fertilità femminile cruciale per l’inquadramento e la gestione della coppia infertile.
I valori di riferimento dell’ormone antimulleriano variano in base all’età e al sesso. Tramite l’esame dell’ormone antimulleriano è possibile misurarne la concentrazione nel sangue.
Nelle donne:
- Sotto i 2 anni di età: valori sono inferiori a 4,7 ng/ml;
- 2-12 anni: valori inferiori a 8,8 ng/ml;
- Tra i 13 ed i 45 anni: valori compresi tra 0,9 e 9,5 ng/ml;
- Oltre i 45 anni: valori inferiori a 1,0 ng/ml.
Negli uomini:
- Sotto i 2 anni di età: valori compresi tra 14 e 466 ng/ml;
- 2-12 anni: valori compresi tra 7,4 e 243 ng/ml;
- Adulti: valori compresi tra 0,7 e 19 ng/ml.
L’intervallo è un riferimento generale, per questo è importante che i risultati delle analisi devono essere valutati nell’insieme da un medico per una valutazione del quadro complessivo del paziente.
Cosa indica la riserva ovarica
La riserva ovarica descrive un aspetto fondamentale nella fertilità: la quantità degli ovociti.
La valutazione della riserva ovarica rappresenta uno step importante per tutte le donne che desiderano conoscere lo stato della propria fertilità e per tutte le coppie che devono intraprendere un percorso di Procreazione Medicalmente Assistita. L’analisi della riserva ovarica aiuta a orientare gli specialisti in fertilità nella scelta del percorso terapeutico più appropriato. Infatti una riserva ovarica compromessa è sicuramente un dato da tenere in considerazione per la scelta della tecnica di primo o secondo livello. La valutazione della riserva ovarica può essere fatta a tutte le donne che si sottopongono a visita specialistica ginecologica attraverso una serie di semplici esami ematochimici e/o strumentali:
- Dosaggio FSH, LH: viene fatto in fase follicolare precoce, quindi circa 2 o 3 giorni dal ciclo;
- Dosaggio AMH, può essere fatto in qualunque momento del ciclo mestruale;
- Ecografia transvaginale: serve a valutare il numero dei follicoli antrali <10 mm di diametro, viene effettuato preferibilmente nella prima fase del ciclo mestruale.
Cosa fare in caso di scarsa riserva ovarica?
La ridotta riserva ovarica consiste in una diminuzione della quantità degli ovociti con conseguente compromissione della fertilità. Se a seguito degli approfondimenti, si scopre di avere una riserva ovarica scarsa, esistono delle opzioni di trattamento che si possono valutare per aumentare le possibilità di concepimento. Queste opzioni includono:
- Tecniche di stimolazione ovarica, con l’utilizzo di farmaci che aiutano a far crescere più follicoli, aumentando il numero di ovuli disponibili per la fecondazione;
- Fecondazione in vitro (FIVET), tecnica che prevedere la prelevazione degli ovuli della donna e degli spermatozoi dell’uomo, la loro fecondazione in laboratorio e il trasferimento nell’utero della donna;
- Conservazione della fertilità, se la gravidanza non è immediata, la conservazione degli ovuli o degli embrioni può essere un’opzione per preservare la fertilità per il futuro.
Qual è il rapporto tra riserva ovarica e qualità degli ovociti?
La valutazione qualitativa della riserva ovarica è un concetto più difficile da misurare, ad oggi non possediamo nessun marcatore ormonale o ecografico in grado di fornirci informazioni qualitative. In linea generale, prevale la teoria per la quale gli ovociti vengono privilegiati nei primi anni della vita riproduttiva, mentre gli altri verrebbero utilizzati negli ultimi anni di vita riproduttiva, aumentando vertiginosamente il numero di aneuploidie, cioè le alterazioni numeriche a carico dei cromosomi che sono considerate il maggior ostacolo al successo riproduttivo. L’età della donna determina un aumento delle aneuploidie embrionarie, infatti sia l’abortività spontanea sia le aneuploidie del feto aumentano con l’aumentare dell’età materna. Questo significa che, anche se una donna ha molti follicoli antrali, è possibile che gli ovuli non siano in grado di essere fecondati o di portare avanti una gravidanza sana.
Quali sono i test per valutare la riserva ovarica?
Esistono diversi test che possono essere utilizzati per valutare la riserva ovarica, tra cui:
- Conteggio dei follicoli antrali (AFC): questo test utilizza un’ecografia pelvica per contare il numero di follicoli antrali nelle ovaie.
- Dosaggio dell’ormone antimulleriano (AMH): l’AMH è un ormone prodotto dalle cellule follicoli. I livelli di AMH tendono a diminuire con la diminuzione della riserva ovarica.
Riserva ovarica e fertilità
La riserva ovarica è un fattore importante per la fertilità femminile, ma non è l’unico. Altri fattori che possono influenzare la fertilità includono l’età della donna, la qualità degli spermatozoi dell’uomo e la presenza di eventuali problemi di salute riproduttiva.
È importante ricordare che ogni donna è diversa e che la riserva ovarica può variare notevolmente da un individuo all’altro. Se hai dubbi sulla tua fertilità, è importante parlare con un medico specialista in procreazione assistita.
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