Per ovodonazione si intende il processo di fecondazione eterologa attraverso il quale una donna ricorre agli ovuli di una donatrice per poter realizzare il proprio desiderio di maternità. Gli ovuli vengono fecondati dagli spermatozoi del partner maschile della coppia per ottenere degli embrioni che, dopo essere stati conservati e selezionati in laboratorio, vengono trasferiti nell’utero della ricevente. In IVI – Istituto Valenciano di Infertilità, l’ovodonazione si caratterizza per percentuali di successo elevatissime: il tasso di gravidanza clinica dopo tre tentativi riesce a raggiungere quasi il 97%. In Italia, fino a pochi anni fa, non era possibile fare ricorso a questa tecnica di fecondazione eterologa, vietata dalla legge 40 del 2004. Questo divieto è stato superato soltanto nel 2014 grazie ad una sentenza della Corte Costituzionale, che ha aperto anche nel nostro paese le porta all’ovodonazione. Tuttavia, la pronuncia dei giudici costituzionali ha mantenuto alcune limitazioni di rilievo per l’accesso alla fecondazione eterologa: nel nostro Paese possono fare ricorso a queste tecniche soltanto le coppie di fatto, sposate o conviventi, eterosessuali con entrambi i partner viventi. Non è consentito il ricorso all’ovodonazione, invece, per le pazienti single e per le coppie omosessuali.
La sentenza della corte costituzionale
I giudici costituzionali hanno considerato che il diritto ad avere figli, indipendentemente da eventuali limitazioni genetiche, debba essere tutelato e, di conseguenza, debbano essere rimossi gli ostacoli che ne impediscono la realizzazione. Rispetto alla fecondazione eterologa i giudici hanno affermato: “La determinazione di avere o meno un figlio, anche per la coppia assolutamente sterile o infertile, concernendo la sfera più intima ed intangibile della persona umana, non può che essere incoercibile, qualora non vulneri altri valori costituzionali, e ciò anche quando sia esercitata mediante la scelta di ricorrere a questo scopo alla tecnica di pma di tipo eterologo”.
L’ovodonazione: come funziona
Nell’ovodonazione gli ovuli della donatrice sono fecondati dagli spermatozoi del partner maschile della coppia ricevente. Normalmente, si fa ricorso a questa procedura qualora la riserva ovarica della ricevente sia scarsa o se la donna è affetta da patologie che compromettano la capacità riproduttiva o anomalie genetiche che possano essere trasmesse al nascituro. La donatrice deve avere un range di età fra i 18 e i 35 anni e buone condizioni di salute fisica e psichica, nonché avere una storia clinica personale e familiare che possa consentire di escludere malattie genetiche o a trasmissione sessuale. La donatrice viene sottoposta ad una stimolazione ovarica e gli ovociti che vengono recuperati sono fecondati in vitro con lo sperma del partner maschile della coppia attraverso la tecnica Fivet o ICSI. Gli embrioni ottenuti verranno poi trasferiti nell’utero della ricevente.
I dati dell’ovodonazione in Italia
In generale nel nostro paese negli ultimi sei anni si è potuto assistere a un notevole incremento delle richieste di fecondazione assistita che secondo l’Istituto Superiore di Sanità sono aumentate del 19,29%. Secondo i nostri dati che vanno dal 2011 al 2015 le famiglie italiane che si sono rivolte ad IVI si sono sottoposte complessivamente a 6.567 trattamenti, fra i quali ben 4.364 procedure di fecondazione eterologa. Rispetto al 2016, nel 2017 il totale dei trattamenti gestiti da IVI Roma e effettuati presso le cliniche spagnole del gruppo ha visto un aumento del 47%. La fecondazione eterologa risulta il trattamento più effettuato, con il 57% del totale. In generale in Italia in 10 anni la richiesta di fecondazione eterologa è più che raddoppiata passando da 636 cicli (per milioni di abitanti) a 1.175 (per milioni di abitanti). Un aumento esponenziale delle richieste determinato anche dalle rilevantissime percentuali di successo di questa tecnica.
La scarsità di donatrici
Occorre, però, precisare come un simile incremento non trovi una risposta adeguata nel nostro paese a causa della scarsità nel numero delle donazioni. Infatti, secondo recenti dati del Ministero della Salute, l’Italia importa dall’estero ben il 95% degli ovociti: soltanto nel 2016, infatti, sono state registrate importazioni di 6.379 criocontenitori di ovociti (ogni criocontenitore contiene 6/7 ovociti) a fronte dei 3.304 registrate l’anno prima. Inoltre, non si sono ridotte le richieste di famiglie italiane di far ricorso all’ovodonazione in paesi legislativamente più maturi come la Spagna. Il ridottissimo numero di donatrici nel nostro paese è determinato soprattutto da una “mancanza della cultura della donazione” che trova giustificazione nel ritardo legislativo italiano rispetto ad altri paesi nell’ammissione delle tecniche di fecondazione eterologa.
Il ponte fra Italia e Spagna
Nonostante l’apertura della Corte Costituzionale e l’aumento conseguente di richieste di ovodonazione, il sogno di genitorialità delle coppie italiane potrebbe essere “condizionato” da tempi di attesa molto lunghi causati dal ridotto numero di donazioni. Per questa ragione IVI mette a disposizione delle coppie italiane un ponte fra il nostro paese e le nostre cliniche spagnole per consentire di completare l’ovodonazione in Spagna e raggiungere il proprio sogno senza tempi di attesa che possono risultare snervanti.
La partnership italo-iberica
La nostra clinica di Roma consente alle coppie italiane che intendano far ricorso alla fecondazione eterologa di usufruire di un duplice vantaggio: 1) una valutazione ginecologia completa in Italia, che possa portare alla definizione della tecnica più adeguata per realizzare il proprio desiderio di genitorialità; 2) la possibilità di usufruire dell’esperienza pluriennale delle nostre cliniche spagnole che sono riconosciute a livello mondiale come le strutture più avanzate in tema di fecondazione assistita. La possibilità di far ricorso all’ovodonazione in Spagna grazie alla nostra struttura italiana consentirà, inoltre, di ridurre al minimo rispetto al passato la necessità di ripetuti spostamenti fra l’Italia e la Penisola Iberica.
L’ovodonazione in Spagna
La Spagna è il paese europeo che detiene il primato per numero di trattamenti di fecondazione assistita e si colloca anche al terzo posto nel mondo in questa graduatoria. Una delle procedure di pma più diffuse è l’ovodonazione. La legislazione spagnola disciplina in maniera molto rigorosa i requisiti ai quali deve rispondere il profilo della donatrice che deve avere un’età fra 18 e 35 anni ed essere in ottime condizioni di salute psico-fisica. I medici, inoltre, hanno il compito di realizzare un’accurata analisi della donatrice per escludere eventuali malattie genetiche o patologie a trasmissione sessuale. Il processo di selezione di quest’ultima dovrà anche tener conto della somiglianza fenotipica con la ricevente. Un altro elemento fondamentale tracciato dalla legge è quello dell’anonimato: la ricevente, infatti, potrà ottenere soltanto informazioni generiche sulla donatrice, senza dettagli che possano consentirle di definirne l’identità. La maggiore esperienza maturata nel corso degli anni, sia dal punto di vista tecnico, sia sotto il profilo legislativo e le percentuali di successo molto elevate, hanno portato oltre 7.000 pazienti italiane a rivolgersi dal 2012 al 2016 ai nostri centri spagnoli. Inoltre IVI dispone della maggior banca di ovociti al mondo sia per donazioni annue, sia per ovociti vitrificati all’anno: un elemento essenziale che consente alle pazienti di accedere a questa procedura senza liste di attesa.
I costi dell’ovodonazione
Una procedura come l’ovodonazione si caratterizza per un insieme complesso di esami e procedure: dallo spermiogramma al congelamento, dallo screening del donatore fino alla fecondazione mediante FIVET o tecnica ICSI e al transfer. IVI garantisce fra i costi più bassi del mercato mondiale per l’ovodonazione. In questo iter i pazienti verranno seguiti da un team di professionisti in grado di rispondere e far fronte ad ogni loro esigenza. Le nostre cliniche spagnole, inoltre, hanno varato il programma IVI Baby che garantisce ai pazienti di ottenere il rimborso di quanto speso nel caso in cui la gravidanza non dovesse terminare con la nascita di un bambino. Una garanzia concreta del nostro impegno e dei nostri risultati.
La garanzia dei risultati
Le nostre cliniche continuano ad essere modelli di riferimento in materia di infertilità grazie a risultati che le pongono ai vertici a livello mondiale per la procreazione assistita. Ogni anno sono più di 5.000 le coppie provenienti da oltre 80 paesi che si rivolgono ai nostri specialisti per ottenere il coronamento del proprio sogno di genitorialità e ben nove coppie su dieci, dopo essersi affidate ai nostri centri, riescono a diventare genitori. Una leadership confermata dai dati: soltanto nel 2016, ad esempio, sono stati realizzati nei nostri centri 6.989 cicli di ovodonazione, che hanno portato a 3.888 gravidanze, con una percentuale di gravidanza per transfer pari al 68,4%. Questo dato si incrementa esponenzialmente passando al 97,23% dopo soli tre tentativi.
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