La tiroide è una piccola ghiandola endocrina posizionata nella parte anteriore del collo, in pozione avanzata rispetto alla trachea deputata alla produzione di ormoni. Nonostante le ridotte dimensioni, questa assume un’importanza fondamentale per la salute umana. Gli ormoni tiroidei, infatti, presiedono al corretto funzionamento della maggior parte delle cellule del corpo umano ed, inoltre, fin dalla nascita della persona, la tiroide ha la funzione di regolare lo sviluppo neuropsichico, la crescita corporea, il metabolismo, la funzionalità cardiovascolare e lo sviluppo osseo. La ghiandola incide anche sulla forza muscolare, sull’umore e sulla fertilità. In casi di funzionamento anomalo della stessa si possono quindi verificare svariate disfunzioni tali da incidere su diversi aspetti fisiologici. Una delle problematiche più importanti da questo punto di vista è rappresentata dall’ipotiroidismo, una condizione per effetto della quale la tiroide non produce una quantità sufficiente di ormoni. L’ipotiroidismo, di conseguenza, può avere effetti anche sulle probabilità di una gravidanza.
Cos’è l’ipotiroidismo
Gli ormoni prodotti dalla tiroide hanno l’obiettivo di regolare la funzionalità dell’organismo ed in particolare, come rilevato dall’Istituto Superiore di Sanità, i processi metabolici, la respirazione, il battito cardiaco, la funzionalità riproduttiva, la crescita corpora. Qualora questi ormoni non siano prodotti in quantità sufficiente si manifesta l’ipotiroidismo, che può esternarsi attraverso una pluralità di sintomi. Le cause di questa condizione possono essere molteplici. La più frequente è rappresentata dalla ridotta presenza di iodio, un elemento normalmente presente nella struttura chimica degli ormoni tiroidei, qualora questo sia carente la tiroide si ingrandisce per compensare la ridotta produzione di ormoni. Altre cause di ipotiroidismo sono rappresentate da malattie autoimmuni come la sindrome di ashimoto, dall’assunzione di farmaci come il lito o l’interferone o da danni all’ipofisi che rappresenta la ghiandola che controlla tutte le altre.
L’Ft4 come indicatore della funzionalità tiroidea
Per valutare il funzionamento adeguato della tiroide e la sua piena funzionalità, il valore più importante da considerare è quello relativo all’ ft4. Uno degli ormoni tiroidei più importanti, infatti, è la tiroxina e l’ft4 ne rappresenta la sua forma libera. In particolare questo prende parte alla stimolazione del sistema nervoso, coadiuva l’organismo nella trasformazione dei grassi e degli zuccheri complessi, presiede all’incremento e alla stimolazione dei processi metabolici. La valutazione dell’ft4 può essere effettuata mediante un semplice prelievo del sangue: i valori statisticamente normali spaziano da 0,8 a 1,8 ng/dL. Occorre precisare che fra i fattori che determinano una riduzione dei valori di ft4 è possibile annoverare l’età e il sesso (le donne sono generalmente maggiormente esposte a disfunzioni di questo tipo). Anche la gravidanza può comportare un abbassamento di tale valore. Questa condizione è determinata dall’aumento della produzione della proteina legante Tgb da parte del fegato, alla quale il corpo reagisce mediante un aumento della secrezione dell’ormone tsh in gravidanza.
L’ipotiroidismo e la gravidanza
La tiroide svolge un ruolo essenziale per il corretto sviluppo della gravidanza, in quanto presiede alla regolazione dei meccanismi di adattamento durante la gestazione. Inoltre, soprattutto nel primo trimestre, gli ormoni tiroidei della madre vengono utilizzati anche dal feto e ne consentono un corretto sviluppo sia neurologico sia somatico. In questo contesto va evidenziato, quindi, come l’ipotiroidismo in gravidanza possa rappresentare una problematica da tenere strettamente sotto osservazione in quanto può comportare un aumento delle probabilità di aborto e un rischio di parto prematuro. Le alterazioni della tiroide si rilevano attraverso un esame del tsh in gravidanza, ossia dell’ormone che controlla il regolare funzionamento della ghiandola.
Le precauzioni nel caso di ipotiroidismo in gravidanza
Dopo aver valutato la funzionalità tiroidea durante la gestazione e qualora emergano valori di tsh in gravidanza tali da attestare un ipotiroidismo, il medico curante potrà suggerire una terapia ad hoc con ormone tiroideo, ossia con l’I-tiroxina. Questa cura, in condizioni normali, dovrà proseguire fino al parto, previa l’esecuzione di controlli ciclici ogni mese per valutare l’aumento del dosaggio nel corso del tempo.
L’importanza della prevenzione
Secondo una recentissima ricerca pubblicata sulla rivista Obstetrician & Gyneacologist l’1,5% della popolazione femminile è affetta da ipotiroidismo e di questa percentuale il 2,3% soffre di disturbi della fertilità. In questo senso assume massima importanza un percorso di prevenzione: molte donne che provano ad ottenere una gravidanza, infatti, non ci riescono per effetto di un disturbo tiroideo. Monitorare costantemente i livelli di iodio significa verificare il corretto funzionamento della tiroide tenendo anche in considerazione che nel corso della gravidanza il fabbisogno di iodio aumenta per bilanciare la maggior produzione di ormoni tiroidei essenziali per lo sviluppo del feto.
IVI: un sostegno concreto per la realizzazione del vostro desiderio
Qualora i valori della tiroide siano tali, a causa dell’ipotiroidismo, da rendere molto difficoltosa una gravidanza e nel caso in cui la terapia prescritta dal medico non mostri effetti positivi, potete rivolgervi ai nostri specialisti, che predisporranno per voi il percorso più opportuno per consentirvi di raggiungere il vostro sogno. IVI, infatti, offre ad ogni sua paziente un trattamento personalizzato che comprende anche un sostegno psicologico necessario per il benessere emotivo. IVI, prima di scegliere il trattamento di PMA più idoneo alle esigenze di ogni paziente, offre anche un fertility pack, ossia un ciclo di esami e visite idoneo ad accertare la fertilità ed indirizzare all’iter medico più adeguato. Questo pacchetto comprende la valutazione della storia clinica della paziente, una visita accurata comprensiva di ecografia, una visita psicologica e un controllo finale con il team medico per analizzare i risultati, valutare le problematiche ed individuare la soluzione più pertinente. Perché tutti i nostri pazienti sono importanti, ma ognuno è diverso dall’altro.
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