Il congelamento degli ovociti è un trattamento medico che permette di preservare gli ovociti in donne con una funzione ovarica a rischio o nei casi in cui la donna decida di posporre la gravidanza per motivi sociali. Gli ovociti di una donna giovane hanno più possibilità di dare una gravidanza con minore rischio di malformazioni fetali, che purtroppo aumentano con l’aumentare dell’età. La fertilità femminile, infatti, raggiunge il suo massimo tra i 20 e 30 anni, per subire un declino significativo a partire dai 35 anni di età.
Come funziona il congelamento degli ovociti?
Il trattamento di congelamento ovocitario consiste nel prelievo e conservazione degli ovociti per l’uso futuro, in modo da poter decidere il momento adeguato per avere figli. Nel caso di malattie oncologiche, i trattamenti come la chemioterapia o la radioterapia, possono avere un impatto negativo sulla fertilità, quindi viene consigliata la conservazione dei gameti per preservare la propria fertilità e incrementare le possibilità di avere un figlio dopo la guarigione. La crioconservazione è possibile grazie alla tecnica della vitrificazione, una tecnica di crioconservazione degli ovociti, mediante la quale vengono conservati a -196°C, mantenendo intatte le caratteristiche che si avevano nel momento in cui sono stati congelati.
- Il trattamento inizia con il ciclo mestruale, momento in cui si inizia la stimolazione ovarica della paziente. La durata della stimolazione oscilla dai 10 ai 12 giorni e consiste nella somministrazione di iniezioni sottocutanee di gonadotropine che stimolano lo sviluppo follicolare multiplo.
- Successivamente si effettua l’aspirazione dei follicoli in sala operatoria sotto anestesia in modo che la paziente non abbia dolore Il prelievo ovocitario, che dura circa 15-20 minuti, consiste nell’accesso alle ovaie tramite la vagina, da dove si aspirano gli ovociti che vengono raccolti in provette in modo da poterli trasferire in laboratorio di fecondazione in vitro, dove verranno vitrificati. Di seguito, la paziente viene fatta riposare e successivamente viene dimessa e dal giorno successivo può proseguire con la propria routine abituale.
- Dopo il prelievo, gli ovociti vengono sottoposti a un trattamento con una serie di mezzi di protezione per proteggerli da qualsiasi danno durante il processo di raffreddamento. Una volta concluso il processo, vengono collocati in piccoli supporti e si immergono in azoto liquido a una temperatura di -196°C. I supporti con gli ovociti vitrificati vengono immagazzinati in specifici serbatoi che mantengono costanti queste basse temperature e dispongono di doppio sistema di allarme per garantire che la temperatura resti costantemente entro la gamma ottimale.
La vitrificazione o tecnica di “congelamento rapido”, offre dei vantaggi rispetto al processo di congelamento lento, per limitare i possibili danni all’ovocita determinati dal congelamento. Il principale vantaggio di questa procedura rispetto a quella tradizionale consiste nell’assenza di formazione di cristalli di ghiaccio: gli ovociti infatti vengono protetti con sostanze crioprotettrici ed immersi in azoto liquido. Secondo le evidenze scientifiche, la percentuale di sopravvivenza in seguito alla vitrificazione è pari al 95%. Una ricerca pubblicata sulla rivista “Fertility and Sterility” ha, inoltre, evidenziato come il tasso di gravidanza ottenuto con ovociti freschi è praticamente coincidente, a livello quantitativo, con quello ottenuto mediante l’impiego di ovociti oggetto di vitrificazione.
Perché si fa il congelamento degli ovociti
Il congelamento degli ovociti, come accennato, può essere determinato da una scelta connessa a ragioni sociali, come quelle lavorative. In queste ipotesi si parla generalmente di “social freezing”.
Il social freezing
Questo tipo di preservazione della fertilità, recentemente, è stato protagonista di un boom anche nel nostro Paese. In genere il ricorso al congelamento per ragioni sociali è consigliato prima dei 38 anni d’età. Secondo recenti ricerche, infatti, se una donna decide di congelare i propri ovociti a 35 anni e di utilizzarli a 40, avrà la stessa probabilità di gravidanza che avrebbe avuto all’epoca del congelamento. Il social freezing diventa, in questo senso, una sorta di assicurazione contro il declino della fertilità correlato all’età.
Patologie oncologiche
Un recente studio, condotto su pazienti sottoposte a cure antitumorali, ha dimostrato come il tasso di fertilità post neoplasia sia più basso rispetto alla media generale. La decisione di far ricorso al congelamento degli ovociti può essere quindi correlata alla presenza di una patologia oncologica. Per queste ragioni, qualora la donna desideri in futuro progettare una gravidanza, è opportuno far ricorso a una tecnica come la crioconservazione prima di eventuali radioterapia o chemioterapia Questa procedura consentirà, infatti, di rinviare la gravidanza fino al momento del superamento della malattia contribuendo a non ridurre il potenziale riproduttivo.
I pro del congelamento degli ovociti
Il congelamento degli ovociti è un trattamento a basso rischio, gli eventuali effetti collaterali, infatti, possono essere correlati ad una fase ex ante come la stimolazione ovarica e ad una successiva all’impianto per effetto dell’eventuale età avanzata della donna.
Stimolazione ovarica
La stimolazione ovarica consiste nel trattamento farmacologico finalizzato ad una maggiore produzione di ovociti, attraverso la somministrazione di gonadotropine come HMG, rFSh e rLh. In alcuni casi limitati, la stimolazione può portare alla sindrome da iperstimolazione ovarica, ossia ad una risposta eccessiva dell’ovaio al trattamento farmacologico. Questa patologia si caratterizza per un aumento del volume delle ovaie, e per l’aumento della permeabilità dei vasi sanguigni con una fuoriuscita di liquidi. Per questo motivo il trattamento medico prevede delle misure terapeutiche preventive della sindrome.
L’età avanzata
Un altro rischio del congelamento degli ovociti riguarda l’età della donna al momento del transfer dell’embrione ottenuto dagli ovociti precedentemente crioconservati. Il rischio di complicanze durante la gravidanza ed il parto, infatti, aumenta con l’aumentare dell’età. In particolare, durante la gestazione sono maggiori le probabilità di sviluppo di diabete gestazionale, ipertensione o preeclampsia. Il superamento dei 40 anni d’età per una gravidanza, inoltre, comporta un aumento del rischio di bambini nati prematuri o sottopeso, o con patologie cardiocircolatorie o deficit dello sviluppo cognitivo. Sono maggiori, inoltre, le percentuali di una gravidanza extrauterina. Per queste ragioni, in seguito al congelamento degli ovociti, è comunque consigliato ricorrere al loro utilizzo prima dei i 40 anni se possibile.
IVI: la migliore realtà per il congelamento degli ovuli
Qualora lo spostamento nel tempo della maternità sia reso necessario da ragioni sociali o dalla presenza di gravi patologie, la scelta più adeguata è IVI. Le nostre cliniche, infatti, sono pioniere nella vitrificazione e nell’uso della tecnica Cryotop, che garantisce una percentuale di sopravvivenza degli ovuli pari al 96% e un indice di gravidanza che supera il 65%.
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