La fecondazione assistita nel nostro paese, in particolare negli ultimi anni, è stata protagonista di un aumento esponenziale delle richieste. Un trend confermato dai dati presentati dal Ministero della Salute: soltanto nel 2019, ad esempio, in Italia sono stati realizzati ben 99.062 cicli di fecondazione assistita sia in riferimento alle tecniche di II e III livello come la FIVET, l’ICSI (iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi) e l’utilizzo di embrioni ed ovociti crioconservati, sia per quanto riguarda tecniche di primo livello come l’inseminazione artificiale. Sempre lo stesso anno i bambini nati grazie a tecniche di procreazione medicalmente assistita sono stati 14.162, dei quali 11.873 con gameti della coppia e 2.289 con gameti donati. I bambini venuti al mondo attraverso tecniche di PMA hanno rappresentato il 3,4% del totale dei nati nel 2019, con un trend in aumento rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda i dati relativi alla singola tecnica, il Ministero della Salute ha evidenziato come l’inseminazione artificiale abbia coinvolto ben 10.471 coppie per un totale di quasi 16.000 trattamenti e 1.266 nascite, mentre le tecniche di II e III livello abbiano complessivamente riguardato 41.149 coppie con più di 50.000 trattamenti e 5.797 gravidanze andate a buon fine. Andremo a descrivere nel dettaglio la differenza tra le tecniche, come funziona l’inseminazione artificiale, la procedura completa e i relativi costi.
La differenza fra tecniche di I e tecniche di II e III livello
Secondo il Ministero della Salute “La procreazione medicalmente assistita (PMA) comunemente detta “fecondazione artificiale” è l’insieme di tecniche utilizzate per aiutare il concepimento in tutte le coppie, nei casi in cui il concepimento spontaneo è impossibile o estremamente remoto e nei casi in cui altri interventi farmacologici e/o chirurgici siano inadeguati”. Appare opportuno, in questo ambito, introdurre la distinzione fra le tecniche di I livello e quelle di II e III livello. Le prime, fra le quali la più importante è rappresentata dall’inseminazione artificiale, si caratterizzano per la semplicità di realizzazione e una ridotta invasività e sono accomunate dal presupposto che la fecondazione si realizzi all’interno dell’apparato genitale femminile; le seconde invece sono maggiormente invasive, anche se con gradi diversi da tecnica a tecnica, e prevedono che la fecondazione si realizzi in vitro. Ovviamente la scelta della tecnica dipende dall’entità e dalle tipologie di problematiche inerenti alla coppia, anche se le linee guida della legge 40/2004 che disciplina la fecondazione assistita nel nostro paese stabiliscono come in prima istanza siano da prediligere le opzioni terapeutiche caratterizzate per una maggiore semplicità e una minore invasività.
L’inseminazione artificiale: come funziona
Come abbiamo già accennato, la tecnica di primo livello sicuramente più diffusa è rappresentata dall’inseminazione artificiale. Questa procedura consiste nella collocazione di un campione seminale, che può appartenere sia al partner sia al donatore nel caso di fecondazione eterologa, nell’utero della donna. Occorre rilevare come prima dell’inseminazione vera e propria, il campione di liquido seminale è preparato in laboratorio al fine di selezionare esclusivamente gli spermatozoi che presentano caratteristiche qualitative migliori e, di conseguenza, aumentare le probabilità di una gravidanza. Fra i vantaggi che distinguono questa tecnica da altre di II e III livello è possibile annoverare anche la moderata stimolazione farmacologica, attraverso le gonadotropine, al fine di favorire la crescita follicolare multipla. Questa fase ha una durata di circa 10-12 giorni ed è accompagnata da un monitoraggio follicolare realizzato attraverso una serie di ecografie ed analisi del sangue. Il campione di sperma, il giorno fissato per l’inseminazione, viene poi selezionato in base ai parametri morfologici e di motilità. L’inseminazione artificiale viene realizzata in laboratorio senza necessità di sedazione: il campione viene inserito all’interno dell’utero attraverso un catetere. Dopo 15 giorni da questa procedura è possibile effettuare un test di gravidanza, per valutare il successo della tecnica e un’ecografia di controllo.
Quando è consigliata l’inseminazione artificiale
L’inseminazione artificiale è la principale procedura di primo livello nell’ambito della fecondazione assistita. Questa tecnica è consigliata soprattutto nel caso di problematiche di ridotta gravità come nelle ipotesi di modesta alterazione della qualità dello sperma, ad esempio quando il grado di concentrazione degli spermatozoi sia sotto la media o gli stessi presentino una motilità ridotta o lievi disfunzioni nelle dimensioni o nella forma. L’inseminazione artificiale in questo caso funziona come procedura per la selezione degli spermatozoi qualitativamente migliori rispetto a quelli che presentino alterazioni. La scelta di questa procedura è consigliata anche nel caso di problematiche cervicali come la ridotta produzione di muco. Quest’ultimo, infatti, permette la creazione di un ambiente ideale per il passaggio degli spermatozoi dalla vagina alle salpingi. Nelle ipotesi in cui sia troppo denso, tale spostamento può subire notevoli ostacoli, quindi questa tecnica consente di superare la cervice portando lo sperma direttamente nell’utero. L’inseminazione artificiale, inoltre, è consigliata nelle ipotesi in cui la mancata gravidanza sia determinata da un’endometriosi lieve in combinazione con un adeguato trattamento farmacologico. Inoltre, è possibile ricorrervi utilizzando il seme di un donatore qualora il partner maschile della coppia sia portatore di malattie genetiche.
IVI: la nostra esperienza per realizzare il vostro sogno
IVI è la realtà leader a livello mondiale nell’ambito della fecondazione assistita. I nostri risultati clinici, da questo punto di vista, pongono le nostre strutture al vertice della medicina riproduttiva. Una tecnica come l’inseminazione artificiale, ad esempio, offre una percentuale di successo quasi del 60% qualora venga utilizzato il seme di un donatore e di oltre il 40% se si fa ricorso al seme del partner. E anche nel caso in cui il ciclo di inseminazione non abbia successo, le nostre strutture sono in grado di offrire ai pazienti tecniche di II e III livello che consentiranno di realizzare il sogno di una gravidanza. I nostri risultati clinici, ad esempio, attestano come la FIV-ICSI abbia una percentuale di successo del 95% al terzo tentativo, mentre la fecondazione eterologa con donazione di ovociti raggiunga, sempre al terzo tentativo, l’incredibile risultato del 99% di successo. Dati che rendono IVI il miglior alleato per raggiungere il vostro obiettivo.
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