Sono statistiche, ma parlano chiaro sulla tendenza della società attuale. Secondo gli ultimi studi del Centre d’Estudis Demogràfics della UAB, a 10 anni dal compimento dei 50 anni (età in cui si chiude il bilancio demografico) le donne nate nel 1975 saranno la generazione più infeconda degli ultimi 130 anni. In concreto, tra il 25% e il 30% delle donne nate nella metà degli anni ‘70, non saranno madri. Bisogna indietreggiare fino al 1922 per trovare cifre simili. E non si tratta solo di un tema di infertilità femminile, ma di un insieme di motivi sociali, economici e medici.
Lo stesso studio definisce le ragioni per cui queste donne non avranno figli, categorizzandole in cinque gruppi:
- coloro che non possono avere figli (infertilità femminile primaria)
- coloro che non vogliono averne, fin dalla giovane età né in età più avanzata (infecondità desiderata)
- coloro che possono ma non vogliono avere figli perché ritengono di non essere nell’età sociale per essere madri, o pensano di essere troppo giovani (infecondità normativa)
- coloro che vogliono e possono avere figli e si trovano nell’età sociale per averli, ma pospongono questa decisione perché considerano di non avere la stabilità economica né sentimentale per affrontare la maternità (infecondità transitoria)
- coloro che, una volta deciso di volere un figlio, non ottengono gravidanza. Questa situazione si aggrava poi dopo i 35 anni (infertilità femminile sopraggiunta)
Secondo la UAB, la Spagna è in testa alla classifica del ritardo della maternità in Europa, visto che attualmente l’età delle madri al primo figlio è la più elevata al mondo. Lo studio puntualizza che l’infecondità crescente in Spagna è associata, generalmente, al ritardo dell’età in cui si ha il primo figlio.
Non lo include, ma a noi piacerebbe sottolineare un fenómeno sempre più frequente, che sicuramente sarà protagonista dei prossimi studi demografici, e cioè il profilo delle madri single, le donne che bypassano l’assenza del partner per realizzare comunque il loro desiderio di essere madri. Presso IVI, è un profilo sempre più comune, che è aumentato di un 58% negli ultimi 5 anni.
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