La vasectomia è considerata il sistema contraccettivo maschile a lungo termine più sicuro ed efficace. Da un punto di vista generale questa procedura consiste in un intervento di tipo chirurgico che permette di bloccare la propria capacità riproduttiva mediante l’interruzione dei dotti deferenti, cioè i canali di transito degli spermatozoi prodotti nei testicoli. Per effetto di questo intervento, il liquido seminale che verrà prodotto successivamente sarà del tutto privo di cellule gametiche e quindi non potrà essere in grado di fecondare gli ovociti, in quanto gli spermatozoi, pur continuando ad essere prodotti, non confluiranno nell’eiaculato. Nonostante queste procedure nel corso del tempo siano in continuo aumento, sono allo stesso modo in aumento anche le richieste di un ripristino della fertilità dopo un intervento di vasectomia. Il ripensamento, a causa di un mutamento delle condizioni che hanno portato a questo intervento, è molto frequente. Normalmente si può procedere a rendere reversibile la vasectomia mediante un ulteriore intervento chirurgico definito vasovasostomia, tuttavia per evitare i problemi correlati ad un secondo intervento chirurgico, una delle possibilità per rendere possibile diventare padre dopo una vasectomia è quella di congelare lo sperma, prima di sottoporsi alla stessa.
La reversibilità della vasectomia
Nel corso del tempo è stato appurato come non siano rari i casi di ripensamento per gli uomini che si sono sottoposti a questa tecnica chirurgica. Nonostante questo intervento sia considerato a livello medico come una procedura di contraccezione “definitiva”, è possibile diventare padre dopo una vasectomia, mediante un successivo intervento chirurgico definito vasovasostomia. Le percentuali di ripensamento, da questo punto di vista, sono stimate fra il 2% e il 6%. La vasovasostomia, in particolare, comporta il ripristino dei dotti deferenti, ma è un intervento particolarmente complesso e ha una percentuale di successo variabile sulla base degli anni trascorsi dopo la vasectomia. Se la riuscita di questo intervento si attesta all’80%/90% qualora non siano trascorsi più di dieci anni dall’interruzione dei dotti deferenti, questa decresce in maniera esponenziale una volta decorso tale lasso di tempo. L’elevato margine di ripensamento ex post e la difficoltà delle procedure di reversibilità della vasectomia, quindi, suggeriscono che prima di sottoporsi a questa tecnica sia opportuno che l’uomo proceda a congelare lo sperma. Questa decisione ha tre vantaggi:
- non chiude definitivamente le porte ad una futura paternità
- non incide sull’efficacia anticoncezionale della vasectomia
- permette, nel caso di ripensamento, di evitare un complesso intervento chirurgico che non garantisce un ripristino della fertilità al 100%.
Il congelamento degli spermatozoi prima della vasectomia
Prima di un intervento di vasectomia, quindi, è opportuno che l’uomo sia informato sulla possibilità di procedere al congelamento dello sperma nell’eventualità di un futuro ripensamento. La crioconservazione degli spermatozoi, da questo punto di vista, è una tecnica che consente di mantenere il liquido seminale ad uno stato vitale per un lungo lasso di tempo. Il seme viene congelato a -196° e potrà essere utilizzato in futuro qualora vi sia un ripensamento e l’uomo decida di diventare padre dopo una vasectomia.
Come funziona la crioconservazione degli spermatozoi
La crioconservazione del seme è una procedura priva di qualsivoglia margine di invasività che consente di conservare i gameti maschili per un tempo potenzialmente indefinito e rappresenta uno strumento di preservazione della fertilità essenziale nel caso in cui il paziente decida di sottoporsi ad un trattamento contraccettivo come la vasectomia. Lo sperma raccolto ai fini del congelamento viene sottoposto ad uno spermiogramma, un esame finalizzato a valutarne la qualità sotto i profili della concentrazione, della motilità e della morfologia. Dopo l’esito positivo di questo controllo, lo sperma viene congelato e il giorno successivo ne viene recuperata una fiala per un ulteriore controllo relativo alla qualità. Il numero dei campioni da sottoporre a congelamento varia sulla base di alcuni parametri come l’età del paziente, la qualità del seme, le sue condizioni di salute e il suo grado di fertilità.
Le tecniche successive al congelamento del seme
Nel caso di ripensamento, il seme congelato potrà essere utilizzato realizzare una futura gravidanza facendo ricorso a tecniche come la Fivet che prevede l’unione dei gameti maschili e di quelli femminili in vitro e il successivo impianto dell’embrione nell’utero o l’ICSI, nella quale l’unione fra spermatozoi ed ovociti viene agevolata da un’apposita microiniezione che introduce direttamente lo spermatozoo nell’ovulo. IVI è il leader mondiale in queste tecniche. Una posizione confermata dai risultati che prevedono una percentuale cumulativa di gravidanza del 71.3% al primo tentativo e del 95,2% al terzo tentativo. Traguardi che hanno portato le nostre cliniche, soltanto nel 2017, ad eseguire ben 14.648 cicli di questo tipo e a raggiungere 1.938 gravidanze.
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