In Italia, il carcinoma della cervice uterina rappresenta il quinto tumore per frequenza nelle donne sotto i 50 anni di età e complessivamente l’1,3% di tutti quelli diagnosticati. Sebbene sia un cancro con una alta percentuale di sopravvivenza, se trattata preventivamente, la prevenzione è altamente raccomandata e per questo motivo vogliamo parlare di citologia vaginale, nota anche come Pap test, molto comune nei controlli ginecologici periodici. In cosa consiste? Qual è l’obiettivo? Parliamone.
Cos’è il Pap test?
È un esame semplice e non doloroso che si esegue prelevando con una spatola e uno spazzolino il materiale cellulare presente sul collo dell’utero, che viene “strisciato” e fissato su un vetrino e quindi analizzato in laboratorio. Perché riesca al meglio, il test va eseguito:
- ad almeno tre giorni dalla fine delle mestruazioni e in assenza di perdite di sangue
- astenendosi da rapporti sessuali nei due giorni prima dell’esame
- evitando ovuli, creme o lavande vaginali nei tre giorni precedenti il test.
L’obiettivo è quello diagnosticare tumori della cervice uterina o specifiche alterazioni. È anche in grado di rilevare altre condizioni come l’infezione da papillomavirus umano (HPV) o altre condizioni causate da funghi o batteri.
Quando dovrei fare un Pap test?
Il Pap-test viene offerto ogni 3 anni alle donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni. Poichè recenti evidenze scientifiche hanno dimostrato che sopra i 30 anni è più costo-efficace il test per il Papilloma virus (HPV-DNA test) effettuato ogni 5 anni, tutte le Regioni si stanno impegnando per adottare il modello basato sul test HPV-DNA. Il nuovo test di screening si basa sulla ricerca dell’infezione dell’HPV ad alto rischio. Il prelievo è simile a quello del Pap-test. L’esame deve essere effettuato non prima dei 30 anni ed essere ripetuto con intervalli non inferiori ai 5 anni in caso di negatività.
È bene ricordare che ci sono alcuni casi in cui è consigliabile eseguire il test con una frequenza annuale per avere un maggiore controllo sui fattori di rischio controllati:
– Se c’è una storia di alcune malattie ginecologiche;
– Se il paziente ha verruche genitali a causa di HPV (Papillomavirus Umano);
– Se i test precedenti sono stati positive o mostrano risultati inconcludenti:
– Se si ha una vita sessuale molto attiva e partner multipli;
– Se il paziente è immunocompromesso;
È anche essenziale seguire le indicazioni e le raccomandazioni del tuo ginecologo di fiducia ed effettuare tutti i check-up necessari.
Come può Pap test aiutarmi con il cancro uterino?
Come abbiamo accennato, il Pap test è il nostro grande alleato quando si tratta di prevenire e rilevare malattie o anomalie presenti nell’utero della donna.
Una volta eseguito il pap test, nel caso in cui le cellule non presentino anomalie, la diagnosi sarà negativa e quindi non ci sarà presenza di alterazioni.
Come agire di fronte a un risultato positivo
Se, invece, il risultato è positivo, significa che le cellule di origine cervicale studiate sono anomale e c’è qualche patologia, poiché queste cellule possono essere espressione di malattie cancerogene e precancerose.
In questo caso, il passo successivo è un esame della cervice, della vagina e della vulva, che prende il nome di colposcopia, l’esame diagnostico per eccellenza poiché permette di poter effettuare un prelievo bioptico da inviare allo studio anatomopatologico.
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