- IVI scopre che l’utilizzo di azoto congelato a -210° nella vitrificazione embrionale potrebbe aumentare la sopravvivenza dell’embrione rispetto alla tecnica attuale
- I test genetici pre-impianto non invasivi per le aneuploidie rappresentano il punto di partenza per continuare a cercare dei miglioramenti nei risultati e possono diventare un utile strumento diagnostico
- Queste importanti ricerche vengono rese note in occasione del 76° Congresso dell’American Society for Reproductive Medicine (ASRM), in cui IVI ha presentato un totale di 74 studi
In questi giorni si è tenuta la 76ª edizione del Congresso dell’American Society for Reproductive Medicine (ASRM), un appuntamento importante nel settore della medicina riproduttiva, in cui IVI ha presentato 74 studi che raggiungono progressi importanti nella riproduzione assistita, in termini di sicurezza e tassi di successo. Questi ultimi rappresentano due dei quattro pilastri principali su cui si basano i risultati di IVI: sicurezza dei pazienti, ricerca all’avanguardia, riuscire a fermare il tempo e ottenere i migliori tassi di successo.
Riproduzione assistita più sicura
Ora più che mai, la sicurezza costituisce un pilastro fondamentale per IVI. Per questo, la stragrande maggioranza delle ricerche realizzate presenta progressi in termini di sicurezza e precisione, con l’obiettivo di offrire maggiori garanzie alle coppie che si rivolgono alle nostre cliniche per ottenere ciò che più desiderano.
In questo senso, una delle ricerche più importanti che IVI ha presentato in occasione dell’ASRM è incentrata sul miglioramento della tecnica della vitrificazione degli ovociti. “Uno dei nostri studi presentati nell’edizione del Congresso ASRM di quest’anno mostra come l’utilizzo di azoto congelato a -210° per la vitrificazione embrionale potrebbe aumentare il tasso di sopravvivenza degli embrioni. I nostri ricercatori hanno osservato che la crioconservazione della blastocisti nell’azoto congelato si traduce in una maggiore sopravvivenza dopo lo scongelamento, a causa della riduzione della tossicità associata alla vitrificazione rispetto all’azoto liquido convenzionale, a -196°, attualmente utilizzato nella conservazione di gameti ed embrioni. Questo è promettente per migliorare l’efficienza della crioconservazione degli embrioni, per utilizzarli in un momento successivo e per ottimizzare i risultati della fecondazione in vitro,” ha spiegato il Dottor Antonio Requena, Direttore Generale e Medico di IVI.
Miglioramento dei test genetici pre-impianto
Dall’altra parte, due grandi temi di ricerca IVI, presentati in questa edizione del Congresso ASRM, riguardano l’analisi dei test genetici pre-impianto: uno per la biopsia del trofoectoderma e uno, con approccio non invasivo, che analizza il mezzo di coltura degli embrioni.
“È importante evidenziare i nostri studi sulla verifica delle informazioni dei test del genoma. Attualmente, il test genetico preimpianto per aneuploidie (PGT-A) viene eseguito utilizzando l’analisi della biopsia del trofoectoderma. Qui, riferiamo la convalida di una piattaforma PGT-A che abbiamo sviluppato, che fornisce una precisione del 100% nella previsione degli embrioni che non si impianteranno. Inoltre, abbiamo analizzato l’affidabilità di una piattaforma di test genetici pre-impianto non invasivi per aneuploidie (niPGT-A). Purtroppo, per il momento, al niPGT-A sembra mancare la precisione sufficiente per essere validato come un utile strumento diagnostico. La nostra sfida? Continuare a lavorare per ottimizzare i risultati di queste tecniche” ha affermato il Dottor Requena.
L’impegno di IVI
Come IVI, continueremo a svolgere e condurre la ricerca per raggiungere nuovi progressi e migliorare le tecniche utilizzate nella medicina riproduttiva, profilando il futuro di questa scienza che aiuta a realizzare tanti sogni. “Ogni anno condividiamo le nostre ricerche più importanti al congresso ASRM. Raggiungiamo questi risultati grazie al nostro impegno nella ricerca scientifica. Siamo consapevoli che questi studi tracceranno le linee da seguire per aumentare ancora di più i tassi di successo dei trattamenti, mettendo sempre al primo posto la sicurezza dei nostri pazienti. Il nostro obiettivo è dare loro una ragione, non solo per avere speranza, ma anche fiducia che riusciranno a realizzare il loro sogno di diventare genitori”, ha concluso il Dottor Antonio Requena.
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