Grazie al sistema Sonaura le pazienti possono effettuare a casa da sole un’ecografia per gli screening necessari che vengono trasmessi in automatico al personale medico di IVI. Anche la facilità di vita e la tranquillità sono elementi chiave di successo della procreazione.
Un nuovo studio condotto da un gruppo di ricercatori, tra I quali. Francisco Dominguez della Fondazione IVI, ha mostrato che alcune sostanze trovate nel liquido seminale potrebbero ostacolare la fecondazione. Elementi come la daidzeina e la genisteina, chiamati fitoestrogeni, che sono presenti in prodotti con soia, tra cui latte, yogurt, tofu o miso, e il metil-parabene, presente in molti prodotti cosmetici, hanno un impatto negativo sulla qualità del liquido seminale e di conseguenza sulla capacità riproduttiva. I risultati sono stati presentati al meeting annuale dell’ American Society for Reproductive Medicine (ASRM).
Solo dieci anni fa non c’era alcuna speranza di superare il tumore. Proprio per questo IVI ha avviato nel 2007 il suo programma gratuito di Preservazione della Fertilità per motivi oncologici Padre dopo il cancro e Madre dopo il cancro, nell’ambito delle sue attività di CSR. Da allora sono 14 i bambini nati dopo che le loro madri hanno vinto la battaglia contro il tumore. 11 di loro nati da madri con tumore al seno, il più frequente tra le pazienti di IVI.
IVI rappresenta circa il 2% dei trattamenti di procreazione assistita effettuati dalle coppie italiane. Secondo i dati raccolti, in un anno è raddoppiato il numero di pazienti, con 14 nascite e 156 nuove attese. Cresce la richiesta di fecondazione assistita: in particolare Lazio, Lombardia e Puglia sono le prime regioni a scegliere IVI. Negli ultimi 5 anni, gli italiani hanno scelto IVI con un totale di 6500 trattamenti.
Con la tecnologia time lapse il tasso di gravidanza sale del 23%. Time Lapse Microscopy in In-Vitro Fertilization è questo il titolo di uno dei primi documenti che fornisce una descrizione dettagliata della tecnica di time lapse EmbryoScope®, un libro innovativo che esegue un’analisi approfondita del grado di sviluppo di questa tecnologia che sta rivoluzionando il campo della riproduzione assistita.
Lo studio IVI intitolato “Maternal Killer-cell Immunoglobulin-like Receptor (KIR) and fetal HLA-C compatibility in ART- oocyte donor influences live birth rate” (“La compatibilità tra recettore KIR e molecola HLA-C nella tecnologia di riproduzione assistita influenza il tasso di nati vivi”) ha dimostrato che una scelta appropriata della donatrice di ovociti in base alla compatibilità genetica con l’utero ricevente può ridurre il tasso di aborto spontaneo e la non riuscita dell’impianto in cicli di donazione di ovociti in oltre l’85% del campione studiato.
Attraverso un processo di ri-programmazione cellulare, i ricercatori di IVI sono riusciti a trasformare cellule epiteliali in precursori di cellule germinali
In occasione della Giornata della Salute della donna, che si è celebrata il 22 aprile 2016, IVI– Instituto Valenciano de Infertilidad, leader in Europa nel campo della procreazione assistita che ha da poco aperto il suo primo centro italiano a Roma, mette al centro la preservazione della fertilità femminile a 360 gradi