Il varicocele è una patologia che, nella stragrande maggioranza dei casi, colpisce gli uomini, ma, anche se in numero decisamente minore, questa malattia può colpire anche le donne. In questi casi, prende il nome di varicocele pelvico femminile o insufficienza venosa pelvica. Questa malattia è associata nel 100% dei casi a un dolore pelvico cronico e frequentemente comporta problemi come fitte duranti i rapporti sessuali (nel 40% dei casi) e dismenorrea (nel 15% dei casi). Il varicocele nelle donne è determinato da una dilatazione varicosa e da una perdita di tono nella zona ovarica e nell’utero e generalmente si manifesta dopo una gravidanza. L’incontinenza delle vene ovariche determina un reflusso di sangue venoso a livello pelvico che, a sua volta, è causa di frequenti episodi dolorosi. Le vene maggiormente colpite sono quelle ovariche (sia di destra sia di sinistra) e le vene iliache interne, che hanno la funzione di accogliere il sangue refluo dai distretti pelvici Questa patologia, fino ad una ventina di anni fa, era poco conosciuta; recentemente numerosi studi hanno consentito una maggiore conoscenza dell’insufficienza venosa pelvica e un miglioramento dei trattamenti finalizzati a superare le problematiche connesse al varicocele.
Il varicocele pelvico femminile: un quadro generale
Il varicocele pelvico femminile è una patologia molto diffusa, anche se spesso diagnosticata in ritardo, perché accomunata, a causa dei sintomi, ad altri tipi di disturbi. Nel nostro paese, secondo recenti studi e statistiche, coinvolge circa 250.000 donne con un aumento di 10.000 casi ogni anno. L’insufficienza venosa pelvica, in particolare, colpisce prevalentemente le donne in età fertile e quelle in stato di gravidanza, mentre è più rara nelle donne in età prepuberale e in quelle in menopausa. Le ragioni alla base di questa definizione del target, secondo i medici, sono da trovare nella maggiore quantità di estrogeni che sono presenti nelle donne in età fertile e in quelle in dolce attesa. Questi ormoni favoriscono la vasodilatazione e il conseguente afflusso di sangue nei vasi, ma la conseguenza, soprattutto nelle vene con un problema al sistema valvolare, può essere l’aumento del reflusso di sangue venoso. In svariati casi i medici e gli studiosi hanno anche evidenziato una connessione fra varicocele e sindrome dell’ovaio policistico. In queste ipotesi, si ritiene che la presenza di cisti causi l’ostruzione che determina il ristagno di sangue.
I sintomi del varicocele nelle donne: il dolore pelvico cronico
Il varicocele può associarsi a numerosi problemi e ad una sintomatologia diffusa e complessa. Il sintomo più frequente, riscontrato nella totalità di casi di insufficienza venosa pelvica, è rappresentato da un dolore cronico al basso ventre, che in alcuni casi si espande anche a livello lombo-sacrale. Queste sensazioni dolorose spesso si caratterizzano per un aumento di intensità durante il periodo mestruale o intermestruale. Il varicocele nelle donne può anche determinare dolori molto intensi in seguito a sforzi duraturi nel tempo o dopo un periodo prolungato senza sedersi.
I sintomi del varicocele: la dispareunia e la dismenorrea
Il varicocele nelle donne, oltre al dolore pelvico cronico, può manifestarsi con una sintomatologia dolorosa complessa e, per queste ragioni, spesso è difficile da diagnosticare. Fra i problemi più diffusi legati al varicocele, uno dei più frequenti è rappresentato dalla dispareunia. Si tratta di un dolore, spesso persistente e di elevata intensità, avvertito durante i rapporti sessuali. Il varicocele femminile, inoltre, può comportare in circa il 20% dei casi anche dismenorrea, cioè forti dolori in corrispondenza del ciclo mestruale, che tendono a diminuire di intensità con la conclusione delle mestruazioni. Fra gli altri sintomi che possono ricorrere in occasione di questa patologia è possibile anche annoverare le perdite vaginali atipiche e le varicosità venose vulvari. Il varicocele pelvico femminile, inoltre, spesso è associabile anche alla presenza di varici negli arti inferiori.
Il varicocele pelvico femminile: le possibili cause
I fattori che possono essere all’origine dell’insorgenza del varicocele nelle donne possono essere molteplici e variegati. Dal punto di vista medico si è rilevata una maggiore predisposizione all’insorgenza di questa patologia nelle donne che hanno sostenuto diverse gravidanze. L’incremento delle dimensioni delle vene determinato da questa condizione, infatti, è un elemento che può agevolare un’incontinenza valvolare venosa. Inoltre, la modificazione della struttura pelvica che interviene nei nove mesi di gestazione può essere all’origine di un’ostruzione a carattere intermittente delle vene. Il varicocele si può, però, anche manifestare in donne che non hanno affrontato ripetute gravidanze. In questi casi, l’origine di tale patologia può essere determinata da un cattivo funzionamento del sistema valvolare situato nella parete interna venosa con una conseguente variazione nell’anatomia dei vasi venosi e la possibilità di un ristagno di sangue. L’insufficienza venosa pelvica può anche essere determinata da un’ostruzione nelle vene che blocca l’afflusso di sangue verso il cuore e causa un ristagno nei distretti pelvici.
Come diagnosticare l’insufficienza venosa pelvica
La rapidità nella diagnosi del varicocele pelvico femminile è un elemento essenziale per consentire un adeguato trattamento di questa patologia. Per procedere all’identificazione dell’insufficienza venosa pelvica si fa generalmente riferimento a due parametri: il dato sintomatologico e quello morfologico. In presenza dei sintomi già descritti, si può avere la conferma di questa patologia con un eco-color-doppler transvaginale, che consente di fornire un quadro definito e dettagliato dell’anatomia delle vene pelviche e di eventuali anomalie delle stesse. Uno dei principali vantaggi di questa tecnica consiste nel fatto che le ovaie, l’utero e la cervice possono essere esaminati contemporaneamente senza far ricorso ai raggi X o all’utilizzo di un mezzo di contrasto.
Il trattamento del varicocele pelvico femminile
Nella maggior parte dei casi, a fini del trattamento del varicocele pelvico femminile, la terapia realizzata attraverso la somministrazione di farmaci antidolorifici e ormonali si è rivelata insufficiente. I risultati più soddisfacenti, invece, sono derivati da un intervento radiologico endovascolare definito scleroembolizzazione retrograda. Questo trattamento, che prevede una blanda anestesia, viene realizzato con l’introduzione di un piccolo catetere nelle vene ovariche che ha lo scopo di iniettare un farmaco che consente la chiusura dei vasi incontinenti. La ripresa nella funzionalità dell’ovaio colpito dal varicocele è generalmente immediata e non si verificano anomalie nella produzione ormonale. Un’alternativa maggiormente invasiva rispetto a quest’approccio radiologico consiste nel trattamento chirurgico diretto all’interruzione del flusso venoso a carico della vena ovarica. In questo caso si procede attraverso una laparotomia al fianco e una successiva legatura della vena ovarica. Questo tipo di trattamento chirurgico, rispetto alla scleroembolizzazione retrograda, richiede l’intervento di un’anestesia generale e si caratterizza per un decorso post-operatorio più lento.
Il varicocele e l’infertilità
Se il legame fra varicocele maschile e infertilità è stato oggetto di numerosi studi nel corso del tempo che hanno dimostrato come questa patologia coinvolge circa il 40% degli uomini con problemi di fertilità, soltanto di recente sono emersi degli studi che effettuano un collegamento anche fra il varicocele pelvico femminile e l’infertilità. In attesa di ulteriori approfondimenti, qualora in presenza di questa patologia, che come abbiamo visto può anche essere connessa alla sindrome dell’ovaio policistico, si verifichino difficoltà nel concepimento, la soluzione migliore è affidarsi ai nostri specialisti.
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