Conoscere le fasi del ciclo ovarico, misurare la ciclicità e valutare la periodicità delle mestruazioni permette di poter valutare, ogni mese, quale è il periodo di maggiore fertilità di una donna e, di conseguenza, incrementare le possibilità di avviamento di una gravidanza. Da questo punto di vista è possibile “ricevere dei segnali” da una serie di sintomi che predicono o indicano l’ovulazione e consentono alla coppia, in questo modo, di calcolare il periodo più opportuno per tentare il concepimento. Da questo punto di vista occorre precisare che il ciclo mestruale si sviluppa in tre fasi:
- la fase mestruale che decorre dall’inizio delle mestruazioni fino all’ovulazione;
- la fase dell’ovulazione in senso stretto, detta anche proliferativa o follicolare, che avviene di norma nela metà fra una mestruazione e l’altra;
- la fase lutea che si verifica in seguito all’ovulazione e dipende dal progesterone prodotto dal corpo luteo.
Il ciclo generalmente ha una durata di 28 giorni, anche se soprattutto la prima fase può essere molto variabile da donna a donna.
Il periodo fertile di una donna, normalmente, coincide con i giorni dell’ovulazione e con quelli immediatamente precedenti e successivi, per questa ragione è molto importante valutare i sintomi dell’ovulazione per aumentare le probabilità di una gravidanza.
Cos’è l’ovulazione
L’ovulazione, quindi, è il momento del ciclo mestruale nel quale l’ovocita viene rilasciato da un ovaio verso la tuba di Falloppio. Durante il ciclo ovarico, da un lato la cellula uovo fuoriesce dal proprio involucro cellulare, dall’altro lo sviluppo del follicolo comporta l’attivazione di una ciclicità ormonale che presiede ad una serie di processi biologici. Questo ovocita maturo, dall’inizio di questa fase, potrà essere fertilizzato dal gamete maschile e, di conseguenza, dare origine al concepimento. Nel corso dell’intera vita fertile di una donna questo processo si reitera ad ogni ciclo, normalmente a metà fra una mestruazione e l’altra fra il dodicesimo e il sedicesimo giorno successivi alla comparsa delle mestruazioni. Ovviamente, questa “delimitazione temporale” è puramente indicativa, anche perché è variabile da donna a donna e in alcuni casi è possibile che non si presenti affatto un’ovulazione o possono verificarsi più ovulazioni in uno stesso ciclo. Questa fase è accompagnata da una serie di sintomi, anche fisici, che consentono di accertare il momento nel quale si verifica e, di conseguenza, di progettare una gravidanza.
I sintomi dell’ovulazione: una panoramica generale
L’ovulazione, generalmente, è accompagnata da una serie di cambiamenti fisiologici e di sintomi fisici, che la anticipano o la accompagnano una volta avvenuta. Fra i sintomi più evidenti e generalizzati si possono annoverare una variazione della temperatura basale, nella composizione del muco della cervice o nella sua posizione. In generale questi profili sintomatologici non sono accompagnati dalla presenza di dolori o particolari fastidi, tuttavia in alcune donne il momento dell’ovulazione è correlato a sensazioni dolorose soprattutto a livello del distretto pelvico. Questi casi possono verificarsi anche in assenza di particolari patologie per effetto delle prostoglandine, che partecipano all’apertura del follicolo ovulatorio e intervengono nella liberazione dell’ovocita e che, di conseguenza, possono essere responsabili di contrazioni uterine che rendono l’ovulazione dolorosa e che possono comportare anche piccole perdite ematiche.
I principali sintomi dell’ovulazione: le alterazioni del muco cervicale
Uno dei sintomi più evidenti dell’ovulazione è rappresentato dall’alterazione del muco cervicale. Quest’ultimo è una sostanza che ha la funzione di agevolare la lubrificazione della cervice uterina e di proteggere organi come l’utero o le tube di Falloppio da infezioni batteriche. Inoltre, il muco cervicale agevola la fecondazione quando la donna è in fase ovulatoria, bloccando gli spermatozoi che non risultano completamente maturi e proteggendo gli spermatozoi maturi nell’ambiente vaginale. Lontano dalla fase dell’ovulazione il muco normalmente appare appiccicoso o, in alcuni casi, assente; a ridosso dell’ovulazione, invece, si verificano delle modificazioni nella quantità e consistenza e questo assume una conformazioni elastica ed è dotato di una maggiore fluidità. In questo periodo il muco diventa sempre più alcalino e contribuisce a rendere ospitale l’ambiente vaginale per gli spermatozoi. Nel periodo ovulatorio vero e proprio il muco contribuisce in maniera positiva alla sopravvivenza del liquido seminale maschile: gli spermatozoi, in questa fase, possono sopravvivere fino a 72 ore dopo il rapporto sessuale e, di conseguenza, si verifica un aumento delle probabilità di gravidanza.
Le variazioni della temperatura basale
Un’altra alterazione fisiologica che si verifica in corrispondenza del periodo ovulatorio riguarda la variazione della temperatura basale. Quest’ultima è la temperatura che si può registrare al momento del risveglio e che va misurata prima di iniziare ogni tipo di attività. In corrispondenza dell’ovulazione la temperatura basale normalmente aumenta di pochi decimi di grado e rimane tale anche dopo l’ovulazione per decrescere in corrispondenza del ciclo mestruale in conseguenza alla degenerazione del corpo luteo. L’aumento, in corrispondenza dell’ovulazione, è determinato dal progesterone prodotto poco prima e dopo il fenomeno ovulatorio, che subisce un incremento immediatamente dopo l’ovulazione. La variazione della temperatura basale viene utilizzata per calcolare il periodo non fertile (e di conseguenza anche quello fertile), come indica anche il Ministero della Salute: l’aumento della temperatura, infatti, indica l’avvenuta ovulazione e una stabilizzazione delle stessa sul livello più alto per tre giorni attesta, con ragionevole certezza, l’inizio di un periodo non fecondo.
La modificazione della posizione della cervice
Fra i sintomi fisici dell’ovulazione si possono anche annoverare delle modificazioni anatomiche che si verificano durante questo periodo. Una di queste modifiche consiste nel cambiamento della posizione della cervice. Nei giorni dell’ovulazione, infatti, quest’ultima muta leggermente posizione spostandosi più in alto e risultando maggiormente dilatata.
La modifica dei linfonodi inguinali
Anche le modifiche che si verificano nei vasi linfatici della regione inguinale possono essere annoverate fra i sintomi dell’ovulazione. Secondo recenti statistiche, nel 70% dei casi pochi giorni prima dell’ovulazione si produce un ingrossamento dei linfonodi inguinali che si mantiene fino al giorno successivo alla conclusione della stessa.
I casi di ovulazione dolorosa
Come abbiamo già precisato, generalmente i sintomi dell’ovulazione non si accompagnano a sensazioni dolorose, in alcuni casi però la rottura del follicolo ovarico e il rilascio della cellula uovo può comportare disturbi e fastidi localizzati. La presenza di alcune patologie, tuttavia, può determinare che l’ovulazione sia accompagnata da dolori di importante intensità e di elevata frequenza. Questo avviene, in particolare, qualora la donna soffra di endometriosi, una patologia che si contraddistingue per la presenza di endometrio (la mucosa che riveste la cavità uterina) in una sede diversa da quella naturale. Un’altra patologia che può concorrere a determinare la presenza di dolori durante l’ovulazione è la sindrome delle ovaie policistiche. Questo problema colpisce il sistema endocrino e può determinare un aumento di volume delle ovaie per effetto della presenza di accumuli di cisti liquide. La patologia, inoltre, può determinare un’irregolarità nelle mestruazioni e nell’ovulazione, per questa ragione è considerata una delle principali cause di infertilità femminile.
Le disfunzioni nell’ovulazione
Dopo aver illustrato i sintomi più diffusi connessi all’ovulazione, che possono anche fungere da importanti indicatori per programmare una gravidanza, occorre precisare come possano anche verificarsi importanti disfunzioni endocrine in grado di alterare l’ovulazione o di determinare l’assenza della stessa (anovulazione). Generalmente queste problematiche sono determinate a una ridotta produzioni di ormoni come l’FSH e l’LH. Se nei casi più lievi, per superare queste problematiche è sufficiente una regolarizzazione delle proprie abitudini di vita, in altre ipotesi l’anovulazione può continuare a presentarsi anche e nonostante si intervenga con una terapia farmacologica, come l’ assunzione di gonadotropine.
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2 commenti
Salve ..ho 48 anni e due figli dal primo matrimonio…ho un nuovo compagno e vogliamo avere un figlio …sono in premenopausa …come posso avere un figlio e a chi mi posso rivolgere
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