L’utero è un organo muscolare che insieme alle ovaie, alle Tube di Falloppio, alla vagina e alla vulva, compone l’apparato riproduttivo femminile. In particolare, questi in fase gestazionale ha la funzione di accogliere l’ovulo fecondato, consentirne lo sviluppo ed espellere il feto nel momento in cui la gravidanza giunge al termine. La sua forma ricorda un imbuto rovesciato ed è composto da due parti: quella superiore definita “corpo” e l’estremità inferiore denominata “collo” o “cervice”. Nel corpo è possibile individuare l’endometrio, ossia il tessuto che riveste internamente l’organo e il miometrio cioè lo strato esterno composto da fibre muscolari. L’endometrio è la parte maggiormente soggetta alla manifestazione di neoplasie. In particolare, il tumore dell’endometrio rappresenta la quasi totalità dei tumori all’utero. Per questa ragione è fondamentale individuarne i sintomi per avviare un adeguato e tempestivo programma di cura.
L’incidenza dei tumori all’utero
Il carcinoma dell’endometrio rappresenta circa il 6% delle neoplasie femminile nel nostro continente con oltre 100.000 nuovi casi ogni anno. Soltanto in Italia nel 2017 si sono verificati 8.300 casi, che hanno rappresentato complessivamente il 5% di tutti i tumori femminili. Il tumore della cervice, invece, nel nostro Paese colpisce 1 donna ogni 170.
I fattori di rischio del tumore all’endometrio
I fattori di rischio relativi al tumore all’utero sono potenzialmente molteplici, anche se ancora a livello scientifico non è stata definitivamente chiarita l’incidenza a livello causale degli stessi. Il fattore più rilevante per quanto riguarda il tumore all’endometrio è sicuramente l’età. Questa patologia è diagnosticata con ampia prevalenza nelle donne che abbiano superato i 50 anni: il 92% dei casi, infatti, si verifica in pazienti che abbiano superato questo limite anagrafico. Anche l’obesità ed il diabete possono concorrere a favore l’insorgenza di questa forma di cancro all’utero: in particolare, questa neoplasia è quattro volte più comune nelle donne che soffrono di diabete. Un ulteriore fattore di rischio è determinato da un elemento ormonale ed in particolare dalla presenza di un elevato livello di estrogeni ma non di progesterone. Questo dislivello si può, ad esempio, verificare qualora il menarca sia stato particolarmente precoce, in presenza di problemi ovulatori, nell’ipotesi di sindrome dell’ovaio policistico, l’utilizzo di farmaci contenenti estrogeni.
I fattori di rischio del tumore della cervice
Il fattore di rischio più importante in relazione al tumore alla cervice è rappresentato da un’infezione determinata dal papillomavirus umano (HPV), che determina un’alterazione delle cellule della cervice uterina. Inizialmente queste anomalie precoci possono non causare alcun sintomo, ma in seguito evolversi in un cancro. Dal punto di vista preventivo, la regolarità nell’effettuazione del PAP-test può consentire di individuare queste alterazioni in maniera tempestiva e, di conseguenza, può permettere di trattarle con successo prima che subiscano una modificazione avanzata.
Come identificare i sintomi del tumore all’utero
L’identificazione tempestiva dei sintomi consente lo sviluppo di un adeguato percorso di cura per il cancro all’utero. Per quanto riguarda il carcinoma che coinvolge il corpo dell’utero, il sintomo principale è rappresentato dal sanguinamento vaginale che può intervenire anche quando si sia già verificata la menopausa. Qualora la condizione sia in fase avanzata, questo sintomo può essere accompagnato da un rilevante dolore pelvico che può irradiarsi anche agli arti inferiori. Un alto sintomo frequente correlato al cancro all’utero è rappresentato dall’aumento delle secrezioni vaginali o da spotting anomali. Fra i segnali che possono destare allarme rispetto ad un eventuale carcinoma possono essere anche annoverati dolori lombari frequenti e perdite di peso involontarie non giustificate da una dieta ipocalorica.
La diagnosi e il trattamento
Qualora si presentino, anche occasionalmente, i sintomi sopra indicati il primo step necessario è una visita ginecologica finalizzata a verificare lo stato dell’utero e dei tessuti circostanti. Il medico in questa circostanza potrà anche disporre un approfondimento diagnostico mediante ecografia ed eventualmente attraverso una biopsia diretta all’esame di tessuti prelevati per valutare l’eventuale presenza di cellule tumorali. Qualora sia rilevato un tumore all’utero, per comprendere il grado di diffusione dello stesso normalmente saranno disposte una Tac e una risonanza magnetica. La scelta del trattamento dipende dallo stadio della malattia: fra le opzioni che gli specialisti potranno valutare vanno annoverate la chirurgia, la radioterapia e la chemioterapia.
L’effetto del tumore sulla fertilità
Una delle problematiche più importanti correlate allo sviluppo di un tumore consiste nella possibilità di una sopraggiunta infertilità secondaria relazionata alle terapie individuate per contrastare la malattia. Le cure contro il tumore, infatti, possono determinare una riduzione degli ovociti od interferire con il funzionamento dell’utero, delle tube e delle ovaie. Nello specifico, radioterapia e chemioterapia possono accelerare il processo di esaurimento ovarico o comportare una menopausa precoce. Per queste ragioni è opportuno, qualora si desideri una gravidanza e sia stato diagnosticato un tumore, fare ricorso a tecniche di fecondazione assistita dirette alla preservazione della fertilità.
La preservazione della fertilità
La tecnica più efficace per preservare la propria fertilità nei casi in cui sia intervenuta una diagnosi di tumore è rappresentata dal congelamento degli ovociti. Questa procedura di pma negli ultimi anni ha visto un incremento di oltre il 500%. In particolare la vitrificazione degli ovociti consente una sopravvivenza pari al 97% degli ovuli e permette di ottenere, dopo la cura, percentuali di gravidanza equiparabili nei numeri a quelle ottenute da ovociti freschi. IVI è la realtà più all’avanguardia a livello mondiale nella preservazione delle fertilità in caso di tumore. I nostri centri nel 2007 hanno avviato il programma gratuito “Madre dopo il cancro”. Il nostro impegno ha permesso a più di 900 donne di far ricorso gratuitamente ad una tecnica come la vitrificazione.
Non è più possibile commentare.