La gravidanza è una condizione molto complessa, che comporta profondi cambiamenti nel corpo della futura mamma e si manifesta attraverso una serie di sintomi che possono presentarsi in maniera diversa da donna a donna, per frequenza, durata e intensità. Sintomi che, in alcuni casi, possono essere confusi con manifestazioni di tipo diverso. Uno dei casi che rientra in questa ipotesi concerne le perdite da impianto che, in assenza di un test che attesti la gravidanza, possono essere inizialmente confuse e scambiate per spotting premestruale. Tuttavia, esistono alcuni elementi in grado di consentire un distinguo fra questi due eventi. Occorre precisare, innanzitutto, che tali perdite ematiche vengono facilmente confuse con lo spotting perché non si verificano in tutte le ipotesi di gestazione, ma interessano soltanto una percentuale ridotta di donne, pari a circa il 6%-7%. Inoltre, va sottolineato come nella maggior parte dei casi queste perdite anticipano il ciclo mestruale e, di conseguenza, non possono essere confuse con l’inizio di questa fase. Tuttavia, qualora le mestruazioni siano irregolari, lo spotting da impianto rischia di essere confuso con lo spotting premestruale.
Cosa sono le perdite da impianto
Le perdite da impianto si verificano quando, per effetto del processo di nidazione, l’ovulo fecondato si impianta nella parete uterina. Questo processo, normalmente, si produce in un arco di tempo che spazia fra sei e sette giorni dopo il momento della fecondazione. I piccoli sanguinamenti che si possono verificare in conseguenza di questo evento non sono in nessun modo indicatori di un’eventuale minaccia di aborto, ma hanno un carattere strettamente fisiologico.
Le cause delle perdite da impianto
Le cause delle perdite da impianto possono essere molteplici, nessuna delle quali, come abbiamo già precisato, può essere considerata indice di una minaccia di aborto spontaneo. I piccoli sanguinamenti, in particolare, possono essere determinati da una rottura di vasi sanguigni sulla superfice interna dell’utero a causa dell’aderenza dell’ovulo fecondato con l’endometrio. Queste perdite, inoltre, possono coincidere con sangue rimasto all’interno della cavità uterina nel corso della precedente mestruazione. Inoltre, i sanguinamenti possono essere correlati a piccolissimi traumi, senza alcuna rilevanza sotto il profilo clinico, verificatisi sul collo dell’utero. Quest’ultimo, infatti, per effetto delle modificazioni ormonali determinate dalla gravidanza, subisce delle modificazioni nei tessuti e diventa maggiormente sensibile anche rispetto ad eventi che normalmente non sarebbero all’origine di questi piccoli traumi. In rari casi il sanguinamento può essere relazionato al distaccamento del trofoblasto, un insieme di cellule che produce enzimi e permette alle cellule embrionali di introdursi nella mucosa uterina e ricevere nutrimento.
Le caratteristiche delle perdite da impianto
Le perdite da impianto si caratterizzano per una durata molto limitata che, in genere, non risulta superiore ai 3-4 giorni, anche se non è possibile stabilire un termine preciso perché questo evento si manifesta in maniera diversa da donna a donna. Un altro elemento caratterizzante consiste nel peculiare colore di queste perdite. Le perdite che conseguono l’annidamento dell’ovulo fecondato possono essere chiare, con lievi tracce rosse, rosso chiaro o rosa. Il differente colore delle perdite può essere considerato un indicatore del momento in cui si è verificato l’annidamento: una tonalità più scura indica un impianto meno recente rispetto ad una più chiara. Le perdite da impianto, inoltre, possono essere accompagnate da una pluralità di sintomi, che si manifestano sempre con un’intensità ridotta. Fra questi i più diffusi consistono nella presenza di piccoli crampi uterini o nell’aumento della temperatura basale.
Lo spotting premestruale
Per comprendere le differenze fra perdite da impianto e spotting premestruale è opportuno anche accennare brevemente in cosa consista questo fenomeno. Le perdite ematiche che precedono una mestruazione sono generalmente correlate ad una carenza di progesterone, ossia dell’ormone che nella seconda fase del ciclo subisce un netto incremento. Una perdita prima dell’inizio del ciclo significa che i livelli di progesterone non sono tali da mantenere intatto l’endometrio. Le ragioni alla base di questo fenomeno possono essere lo stress, che interferisce con l’attività ovarica o il verificarsi di un ciclo “anovulatorio”, cioè senza ovulazione.
La differenza fra le perdite da impianto e lo spotting premestruale
In alcuni casi le perdite da impianto possono essere confuse con lo spotting premestruale, ma esistono anche dei piccoli criteri per effettuare una distinzione, partendo anche dal presupposto che per risolvere significativamente ogni dubbio è possibile effettuare un test di gravidanza. Il primo criterio di distinzione riguarda la frequenza: le spotting premestruale si manifesta con perdite ridotte che progressivamente diventano sempre più abbondanti, per poi diminuire. Le perdite da impianto, invece, non hanno questo andamento ciclico e si presentano sempre in forma ridotta. Un altro criterio di distinzione riguarda il colore e la consistenza: se lo spotting premestruale si presenta in una forma rosso vivo ed è particolarmente acquoso, le perdite connesse alla nidazione hanno una tonalità rosa chiaro. Un ultimo criterio per distinguere questi due casi riguarda la durata: se il sanguinamento premestruale può protrarsi senza interruzione fino ad una settimana, le perdite da impianto generalmente non superano un paio di giorni.
IVI: la nostra esperienza per realizzare il vostro sogno
Come abbiamo visto le perdite da impianto hanno un carattere fisiologico e non incidono in alcun modo sul buon esito di una gravidanza. Nei casi in cui, invece, sussistano difficoltà per la coppia ad ottenere una gestazione, IVI rappresenta l’alleato più affidabile per realizzare il sogno di genitorialità. Da più di 30 anni, i nostri centri rappresentano l’eccellenza a livello mondiale nell’ambito della medicina riproduttiva. A dimostrarlo sono i dati: 9 coppie su 10, dopo essersi rivolte alle nostre cliniche, riescono ad ottenere una gravidanza con un solo ciclo di trattamenti completo. In questi anni, il nostro staff ha consentito la nascita di oltre 200.000 bambini realizzando oltre 27.000 trattamenti l’anno.
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