Le neoplasie che colpiscono l’apparato riproduttivo femminile, pur essendo da un punto di vista statistico in aumento nel corso degli anni, se tempestivamente individuate possono essere contrastate in maniera efficace. In particolare nel nostro Paese, secondo i dati forniti dal Ministero della Salute, il cancro della cervice uterina è il quinto tumore per frequenza nelle donne che hanno un’età inferiore ai 50 anni e rappresenta nel complesso l’1,3% di tutti quelli diagnosticati. Una diagnosi tempestiva e un approccio terapeutico adeguato consentono una sopravvivenza a 5 anni pari al 68%. La causa principale del tumore è l’infezione da papillomavirus umano (HPV), che nella maggior parte dei casi si trasmette tramite i rapporti sessuali. In questo contesto la prevenzione rappresenta sicuramente l’arma di contrasto più efficace: effettuare controlli cadenzati e periodici, infatti, permette di ridurre i rischi e di far fronte ad eventuali alterazioni determinate dal virus. In questo ambito è essenziale il ruolo svolto dal pap test, che serve ad individuare i vari livelli di infezione da HPV sulla base di un’analisi morfologica cellulare.
Cos’è il pap test
Secondo una definizione generale dell’Istituto Superiore di Sanità il pap test è un esame di screening utilizzato ai fini della prevenzione delle forme tumorali che possono colpire l’utero. Occorre, infatti, sottolineare come sia le cellule che rivestono il canale cervicale che quelle che rivestono la parte esterna del collo dell’utero possono sviluppare delle lesioni pretumorali guaribili. Queste ultime, qualora non siano individuate con tempestività, possono evolversi e trasformarsi in lesioni tumorali. Si tratta, infatti, di patologie molto lente e la disponibilità di un test ad hoc consente di poter individuare in tempo lesioni guaribili. Secondo recenti ricerche, infatti, il pap test è servito a ridurre dell’80% il tasso di mortalità derivante dal tumore al collo dell’utero. Questo screening in particolare ha permesso di far crollare la mortalità a circa 2 decessi annui ogni 100.000 pazienti.
Quando fare il pap test
Il pap test è un esame di screening di semplice e rapida esecuzione che generalmente viene proposto dal ginecologo a tutte le pazienti con un’età compresa fra i 25 e i 64 anni. Questo test, in particolare, è indicato anche per le donne in gravidanza e in quelle in menopausa. Come abbiamo accennato in precedenza, l’obiettivo di questo esame consiste nell’individuazione di eventuali lesioni precancerose in grado di trasformarsi in tumore. Per queste ragioni le linee guida italiane raccomandano di sottoporsi al test almeno ogni tre anni . Recenti evidenze hanno dimostrato che nelle donne dopo i 30 anni un test più accurato per lo screening colpocitologico è l’HPV test. Questo nuovo test di screening si basa sulla ricerca direttamente dell’infezione da HPV e la modalità di esecuzione è simile a quello del Pap-test.
Come si effettua il pap test
Il pap test è un esame molto semplice, veloce e a ridottissima invasività che può essere anche effettuato nel corso di una visita ginecologica di routine. Per effettuare questo screening si applica uno speculum al fine di consentire una dilatazione tale da permettere il prelievo di cellule dal collo dell’utero, Queste sono poi sottoposte ad esame citologico in laboratorio ai fini della valutazione delle loro condizioni. Non esiste alcuna controindicazione particolare per effettuare il pap test e va sottolineato che la vaccinazione contro l’HPV non esoneri comunque dall’effettuare regolarmente lo screening in quanto questa garantisce una copertura soltanto contro alcuni ceppi del virus . Nelle 24 ore che precedono l’esame è raccomandato evitare i rapporti sessuali e nelle 48 precedenti è consigliato non effettuare lavande vaginali o utilizzare creme, gel o schiume.
Il papilloma virus e la fertilità
Nei decenni precedenti si pensava che il papilloma virus non avesse effetti diretti sulla fertilità. Va sottolineato, invece, come uno studio recente sviluppato dall’unità di andrologia e medicina della riproduzione dell’Università di Padova, ha evidenziato una correlazione fra HPV ed infertilità. In questo caso si tratta in particolare di HPV che colpisce il partner di sesso maschile e che avrebbe una diretta incidenza sulla riduzione della motilità degli spermatozoi. Secondo altre ricerche, la presenza del papilloma virus (legato in particolare ai ceppi 45, 52, 18 e 59) determinerebbe addirittura una riduzione della motilità pari al 30%. A tal fine emerge in maniera rilevante l’importanza del pap test, che consentirebbe di individuare la problematica e, di conseguenza, valutare l’incidenza della stessa su un’eventuale infertilità.
IVI: tutta la nostra conoscenza al servizio del vostro sogno
IVI rappresenta la realtà leader a livello mondiale nell’ambito della medicina riproduttiva. Due fra i cardini principali del nostro approccio sono l’informazione e la prevenzione: per questo motivo abbiamo deciso di creare un ambulatorio di ginecologia che consente alle nostre pazienti di effettuare visite ginecologiche con i nostri specialisti. Questo controllo permette una valutazione completa dello stato di salute della donna e comprende ovviamente anche uno screening fondamentale come il pap test. Un approccio iniziale essenziale per consentire di affrontare la problematica dell’infertilità a 360° e per predisporre tutte le soluzioni più adeguate e diversificate da paziente a paziente.
Non è più possibile commentare.