Le ovaie sono la parte dell’apparato genitale femminile preposta alla produzione degli ormoni sessuali e degli ovuli. Per le loro caratteristiche e funzioni è possibile accomunarle ai testicoli maschili. Qualora i follicoli rimangano ad uno stadio di “cisti” e nel caso in cui l’ovaio non sia in grado di creare gli ormoni essenziali per consentire agli ovuli di maturare si parla di ovaio policistico. Questo si contraddistingue per la presenza di un elevato numero di follicoli (generalmente più di otto) che rimangono “dormienti”, cioè in stato di riposo, in modo molto più elevato rispetto alle ovaie normali. Occorre precisare, però, che le ovaie policistiche non vanno confuse con la sindrome delle ovaie policistiche (PCOS), con la quale sono spesso accomunate. Nel primo caso, infatti, non si tratta di una malattia ma di una caratteristica con la quale una donna può nascere e che normalmente non determina problemi di fertilità, mentre nella seconda ipotesi, la patologia potrebbe comportare una notevole difficoltà nelle ovulazioni e, di conseguenza, ostacolare una futura gravidanza.
Caratteristiche dell’ovaio policistico
L’ovaio policistico si caratterizza per una grande presenza di follicoli inattivi, di ridotte dimensioni, che vengono chiamati micro-cisti. L’origine di questa condizione ha carattere ginecologico, non ormonale e può essere agevolmente accertata mediante una semplice ecografia. Secondo le più recenti statistiche una donna su quattro, soprattutto in un range d’età fra i 20 e i 30 anni – soffre di ovaio policistico. In alcuni casi questa condizione può comportare difficoltà nell’ovulazione o ritardi nel ciclo. Qualora questi episodi si verifichino, appare opportuno rivolgersi a un ginecologo per valutare la condizione complessiva dell’apparato riproduttore.
La sindrome dell’ovaio policistico
L’ovaio policistico, generalmente, non comporta disturbi di grande entità. La sindrome delle ovaie policistiche, invece, è una malattia molto comune fra le donne in età riproduttiva che colpisce il sistema endocrino e può determinare un importante ingrossamento delle ovaie che contengono piccoli accumuli di cisti liquide. L’irregolarità o la totale assenza delle mestruazioni correlata a questa condizione dell’ovaio policistico può comportare difficoltà nel portare avanti una gravidanza. La sindrome delle ovaie policistiche, infatti, è una delle principali cause dell’infertilità femminile, a causa dei livelli anomali di FSH, LH, prolattina e testosterone causati da questa patologia.
Le cause dell’ovaio policistico
Le cause dell’ovaio policistico sono generalmente da ricercare in una predisposizione genetica, una caratteristica con la quale la donna può nascere. Le cause della sindrome delle ovaie policistiche, invece, sono generalmente sconosciute anche se medici e scienziati tendono a ritenere che un ruolo importante possa essere rivestito dall’eccesso di insulina, dal basso grado di infiammazione e da un fattore ereditario. Occorre, inoltre, precisare come pur non esistendo una definizione generalmente condivisa della sindrome delle ovaie policistiche, si ritiene che questa patologia possa essere diagnosticata quando nella donna ricorrano almeno due fra questi elementi: elevati livelli di androgeni, assenza o irregolarità nelle mestruazioni, ovaie policistiche.
Le cause della sindrome delle ovaie policistiche
In particolare, recenti studi e ricerche hanno evidenziato come l’eccesso di insulina possa essere una delle cause prevalenti della sindrome delle ovaie policistiche determinando un aumento della produzione di androgeni e interferendo, in questo modo, con la capacità di ovulare. Si è evidenziato, inoltre, come questa patologia sia riscontrata prevalentemente in donne con un basso grado di infiammazione. Questa condizione ha come conseguenza la stimolazione nella produzione di androgeni. Su questa patologia, inoltre, influisce anche il fattore ereditario: dal punto di vista statistico, infatti, una rilevante percentuale di donne affette da PCOS ha una storia familiare connessa a questa patologia.
I sintomi della sindrome delle ovaie policistiche: una panoramica generale
Se non si è ancora raggiunto un adeguato grado di certezza in riferimento alle cause della PCOS, ma sono state individuate a livello statistico le ricorrenze più rilevanti, i sintomi della sindrome delle ovaie policistiche sono senz’altro più definiti ed importanti. Generalmente i primi segnali della sindrome si manifestano già alla comparsa del menarca, ma non è da escludersi che questi possano svilupparsi anche successivamente.
I sintomi della PCOS
Tra i sintomi più diffusi della sindrome delle ovaie policistiche innanzitutto va evidenziata l’assenza totale del ciclo mestruale (amenorrea) o la presenza di un ciclo altamente irregolare (oligomenorrea). Gli elevati livelli di androgeni ed in particolare di testosterone e androstenedione, inoltre, possono comportare fenomeni come l’irsutismo su viso e petto, la perdita di capelli (alopecia), un eccesso di sebo che può manifestarsi in gravi forma di dermatite seborroica. Un’ulteriore manifestazione correlata alla PCOS consiste nella presenza di cisti multiple nella parte sottocorticale delle ovaie e in un relativo ingrossamento delle ovaie a causa di tali formazioni. Un altro sintomo della sindrome delle ovaie policistiche, correlato ai livelli di LH, è rappresentato dall’anovulazione, cioè da una disfunzione del ciclo mestruale caratterizzata dall’assenza di ovulazione. Proprio per effetto dell’anovulazione, in molti casi la PCOS può comportare problemi di fertilità e rendere difficoltosa una gravidanza.
Diagnosi della sindrome delle ovaie policistiche
L’assenza di una causa certa alla quale far risalire la sindrome delle ovaie policistiche e la presenza di una sintomatologia generalmente complessa, comporta che non esista ancora alcun test specifico in grado di consentire una diagnosi della PCOS. La diagnosi, in questo caso, è realizzata secondo un procedimento ad esclusione, diretto anche a comprendere se esiste una predisposizione genetica a questa sindrome, nonché a valutare complessivamente la storia clinica della paziente. Uno degli esami più importanti per risalire a questa patologia è sicuramente quello del sangue, che consente di accertare i livelli ormonali di estrogeni e testosterone, così come quelli di glucosio, prolattina e della tiroide. L’esame ecografico, inoltre, può consentire di valutare l’aspetto delle ovaie e il grado di spessore del rivestimento uterino.
La cura della sindrome delle ovaie policistiche
Una volta effettuata la diagnosi, qualora non sussistano problematiche rilevanti, non è necessario alcun trattamento terapeutico, ma appare opportuno regolarizzare il proprio stile di vita, ad esempio prediligendo alimenti a basso contenuto di zuccheri. Qualora, invece, si rilevi una connessione fra la diagnosi e la persistenza di rilevanti problemi di salute, il primo passo è generalmente diretto ad affrontare i singoli sintomi che si sono venuti a manifestare nel corso del tempo. Innanzitutto, qualora venga riscontrata amenorrea od oligomenorrea, appare opportuno un trattamento farmacologico con somministrazione di estrogeni e progestinici, che possano consentire una diminuzione degli androgeni. In alcuni casi, soprattutto qualora vengano riscontrati elevati livelli di glucosio, il medico può prescrivere anche la metformina – utilizzata generalmente per il diabete di tipo 2 -, che può comportare effetti positivi sulla regolarità delle mestruazioni. Qualora la sindrome delle ovaie policistiche sia correlata ad una difficoltà nel rimanere incinta, il medico può ritenere opportuno un trattamento farmacologico a base di FSH e LH a supporto dell’ovulazione.
La PCOS e la gravidanza
La sindrome delle ovaie policistiche, che colpisce all’incirca il 20% delle donne, è una fra le principali cause di infertilità femminile perché può comportare, come abbiamo già spiegato, l’anovulazione, l’irregolarità o l’assenza delle mestruazioni. In questi casi, qualora la terapia farmacologica non produca effetti rilevanti, per ottenere una gravidanza la soluzione più opportuna è quella di avviare un percorso di fecondazione assistita.
La fecondazione assistita nei casi di PCOS
I trattamenti di fecondazione assistita nel caso di donne che presentino PCOS, sono attentamente definiti rispetto al singolo caso. L’equipe medica, ripetuti gli accertamenti che conclamino la presenza della PCOS, provvederà a stilare un protocollo scientifico che possa essere ad hoc per la futura mamma e che vada ad incontrare anche le esigenze di monitoraggio costante della crescita ed evoluzione follicolare con tecniche che sono il fiore all’occhiello di IVI e che contribuiscono a rendere questo uno dei centri più all’avanguardia a livello mondiale.
I successi di IVI
Le nostre cliniche garantiscono una gravidanza a oltre il 90% delle pazienti che si sottopongono a un trattamento di fecondazione assistita. Soltanto nel 2016, nei nostri centri sono stati effettuati ben 45.122 trattamenti di riproduzione assistita. In totale, grazie alla FIV-ICSI si sono ottenute, sempre nel 2016, 2.847 gravidanze, mentre con l’ovodonazione sono state ben 3.888. Numeri che possono essere un importante incoraggiamento anche per le donne che soffrono di sindrome delle ovaie policistiche e hanno difficoltà correlate a questa patologia nell’ottenere una gravidanza. Queste pazienti possono rivolgersi ai nostri centri per coronare il proprio sogno di maternità. Ogni programma di fecondazione assistita è personalizzato sulla paziente ed è preceduto da un’accurata visita finalizzata ad accertare la storia clinica della paziente e a valutare la necessità di ulteriori analisi. Una volta definito il quadro clinico, i nostri medici consiglieranno il percorso più adeguato per raggiungere con successo una gravidanza. IVI, inoltre, dispone di un’unità di sostegno psicologico dedicato ai pazienti che soffrono di infertilità per garantire anche un sostegno emotivo e morale che aiuti i pazienti a valutare, con assoluta serenità a libertà, la scelta del percorso più adatto alla loro condizione.
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