Gli organi genitali femminili possono presentare problematiche infettive. Si parla di malattia infiammatoria pelvica, anche denominata PID ossia Pelvic Infiammatory Disease, quando si verifica un’infezione batterica tale da coinvolgere organi come le Tube di Falloppio, l’utero, le ovaie o il peritoneo pelvico. Questa condizione, pur generando problematiche di diversa entità, generalmente non comporta effetti negativi a lungo termine se diagnosticata e trattata con tempestività. Qualora, invece, la diagnosi sia tardiva, può comportare anche una compromissione della fertilità. In questo contesto occorre sottolineare come la PID spesso rimanga ad uno stadio del tutto asintomatico, aumentando così i rischi di un danno permanente. Da un punto di vista meramente statistico, la malattia infiammatoria pelvica è la prima causa prevenibile di infertilità in Europa e negli Stati Uniti: circa una donna su otto con precedenti per questa patologia ha difficoltà a dare avvio ad una gravidanza.
La malattia infiammatoria pelvica: una panoramica generale
Da un punto di vista generale, la malattia infiammatoria pelvica è causata da una risalita dei batteri dalla vagina agli organi interni come le ovaie o l’utero, con conseguente infiammazione degli stessi. Questa condizione, inoltre, è la prima causa a livello mondiale di gravidanza extrauterina, che si verifica quando l’embrione non si sviluppa nell’utero ma si ferma nella tuba, nelle ovaie o nella cavità addominale.
Le cause della malattia infiammatoria pelvica
Da un punto di vista generale la malattia infiammatoria pelvica è originata da batteri di natura vaginale, che nella maggior parte dei casi si trasmettono durante un rapporto sessuale con un partner affetto da un’infezione. Le infezioni più comuni, da questo punto di vista, sono la gonorrea, la clamidia e quella trasmessa da mycroplasma genitalium. In tutti i casi si è di fronte a batteri che si propagano dalla vagina alla cervice dove generano un’infezione che può restare circoscritta a quell’area o diffondersi agli organi superiore dando origine alla malattia infiammatoria pelvica. In questo contesto occorre rilevare come la gonorrea, nel 50% dei casi, rimanga ad uno stadio asintomatico, mentre nelle altre ipotesi possa comportare un’uretrite con bruciori e difficoltà ad urinare, dolori nel corso dei rapporti sessuali e prurito vaginale. La clamidia è la più diffusa infezione sessualmente trasmessa, causata da un batterio intracellulare. Come la gonorrea, in moltissimi è asintomatica, anche se le conseguenze possono essere molto gravi: circa il 30% di donne affette da clamidia sviluppano una malattia infiammatoria pelvica che in circa il 20% dei casi può portare ad infertilità.
I fattori di rischio per la malattia infiammatoria pelvica
La malattia infiammatoria pelvica, secondo alcune statistiche, si manifesta con maggiore facilità in alcune categorie di persone. Questa patologia, in particolare, si verifica più comunemente nelle donne con un’età inferiore a 35 anni, mentre le possibilità di una sua insorgenza dopo la menopausa e durante la gravidanza sono molto ridotte. Inoltre è più frequente che questa condizione si sviluppi in chi già ne ha sofferto o in chi ha esperienze pregresse di infezioni a trasmissione sessuale.
I sintomi principali della malattia infiammatoria pelvica
Generalmente i sintomi della malattia infiammatoria pelvica si manifestano nei giorni che precedono il ciclo mestruale. L’indicatore sintomatologico più diffuso di questa condizione è rappresentato dal un dolore al basso ventre che, nella maggior parte dei casi, anche se moderato, risulta costante. Lo sviluppo dell’infezione può comportare un aggravamento del dolore addominale ed essere accompagnato anche da febbre, nausea o vomito. Non è insolito anche la presenza di manifestazioni dolorose durante i rapporti sessuali o la minzione. Nei casi più gravi, la PID può determinare complicanze di rilievo come l’ostruzione delle tube di Falloppio, peritonite, ascessi o aderenze.
Diagnosi e trattamento
Come abbiamo precedentemente accennato il sospetto di una malattia infiammatoria pelvica insorge qualora si verifichi dolore costante al basso ventre o si presentino secrezioni vaginali di natura sconosciuta. Dopo un esame volto a verificare la presenza di dolore, normalmente si procede all’esecuzione di un tampone cervicale per accertare l’eventuale presenza di clamidia o gonorrea. Anche qualora queste patologie siano assenti non è comunque da escludere la presenza di una malattia infiammatoria pelvica. Nei casi in cui sussistano ancora dubbi si procede con un test di gravidanza atto ad escludere una gravidanza tubarica ed eventualmente con una laparoscopia. Generalmente questa patologia viene trattata con terapia antibiotica, ma qualora l’infezione non presenti miglioramenti o in caso di episodi febbrili, può rivelarsi opportuno un ricovero ospedaliero con la somministrazione di antibiotici per via endovenosa.
IVI: la risposta ai problemi di fertilità derivanti da malattia infiammatoria pelvica
Come abbiamo visto la malattia infiammatoria pelvica è una delle principali cause di infertilità a livello globale. Qualora questa condizione determini un effetto diretto sulla possibilità di una gravidanza, la soluzione più adeguata per coronare il proprio sogno di genitorialità è rivolgersi ai nostri centri. Le cliniche di IVI da più di 30 anni offrono la possibilità di usufruire delle migliori tecniche di fecondazione assistita grazie anche all’impiego di tecnologie innovative e all’avanguardia. Il nostro gruppo attualmente dispone di 75 cliniche in 9 paesi e rappresenta l’avanguardia a livello mondiale nella medicina riproduttiva anche grazie a risultati senza
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