Una legislazione diventata un modello di riferimento non soltanto a livello europeo, ma anche in ambito mondiale, una spiccata tendenza altruistica e un’esperienza pluridecennale in ambito ginecologico e clinico. Questi sono soltanto alcuni dei motivi che rendono la Spagna uno dei paesi più all’avanguardia in materia di fecondazione assistita ed in particolare per quanto riguarda la tecnica dell’ovodonazione. Elementi che sono ampiamente confermati dai dati raccolti dal Ministero della Salute iberico che, con riferimento al 2014, ha rilevato come nel Paese siano stati effettuati 156.865 trattamenti completi di procreazione assistita. Un dato che colloca la Spagna sul gradino più alto della graduatoria europea nel settore della fecondazione assistita e le permette anche di “vincere la medaglia di bronzo” a livello mondiale. Il trattamento che ha reso questo paese una meta d’élite anche a livello europeo è rappresentato dall’ovodonazione. Da questo punto di vista, la normativa spagnola definisce in maniera rigorosa il profilo della donatrice, per consentire a chi riceve gli ovuli e al nascituro un’ampia garanzia sotto il profilo medico-sanitario.
L’età della donatrice – La donazione di ovuli in Spagna è regolata dalla legge che disciplina in generale la procreazione assistita. La normativa ha l’obiettivo di fare in modo che l’intero trattamento sia improntato alla sicurezza sia per chi effettua la donazione, sia per chi la riceve. Un primo requisito essenziale consiste nel range d’età limite previsto per il profilo della donatrice: quest’ultima deve aver superato la maggiore età (che in Spagna coincide con i 18 anni) e non deve aver superato i 35 anni. Se il primo limite appare, ovviamente, giustificato dal raggiungimento di una maturità psico-fisica adeguata per sottoporsi a un simile trattamento, le ragioni del secondo limite sono diverse. La legge, infatti, stabilisce espressamente che le donatrici di ovuli devono essere in buono stato oltre che di salute mentale, anche di salute fisica. Il limite anagrafico di questo range (18-35 anni), quindi, consente di effettuare una sorta di “pre-selezione” sulla base dell’età, per ridurre al minimo eventuali problemi per il nascituro o la ricevente.
Le principali caratteristiche della donatrice – Dopo aver verificato il preliminare requisito essenziale dell’età, i medici procederanno a ricostruire attraverso un processo di anamnesi ed accurate analisi cliniche la storia personale e familiare delle potenziali donatrici, in modo da escludere la presenza di malattie genetiche o di patologie a trasmissione sessuale come l’HIV. Inoltre, nel processo di selezione si dovrà procedere a scegliere una donatrice con la massima somiglianza fenotipica possibile con la ricevente, in modo da garantire il maggior grado di compatibilità con quest’ultima. Occorre ricordare, però, che la legge in Spagna – per garantire l’anonimato – è molto restrittiva per quanto concerne le informazioni che il ricevente può avere sul donatore. Infatti, egli potrà essere messo a conoscenza di alcune informazioni come l’età e il gruppo sanguigno, ma non potrà assumere notizie che possano agevolarne l’identificazione.
Giovanissime e per solidarietà – Se la legge spagnola prevede espressamente un limite di età per l’ovodonazione come “doppia garanzia”, sia per la potenziale donatrice, sia per la potenziale ricevente, le statistiche permettono di andare oltre al dato normativo e definire il “profilo anagrafico” delle donatrici. Queste sono nella maggior parte dei casi single (60%) si ripartiscono quasi equamente fra studentesse (24%) e lavoratrici (28%). Nella maggior parte dei casi si tratta di donne con un’età compresa fra i 18 e i 25 anni, spinte alla donazione degli ovuli da uno spiccato senso solidaristico e con un elevato livello di istruzione e coscienza sociale. Questo identikit, infatti, rappresenta il 62% del totale delle donazioni di ovuli effettuate presso le nostre cliniche spagnole. Da questo punto di vista, infatti, occorre ricordare che secondo la legge spagnola la donazione è totalmente “anonima” e su base volontaria ed “altruistica”. Le donatrici non ricevono alcun compenso, ma solo un rimborso per compensare il “disagio strettamente fisico e le spese di viaggio che possono derivare”.
Le “madri-donatrici”, un fenomeno sempre più in crescita – Se il trend maggiore è rappresentato dalle donatrici giovanissime, un dato da non sottovalutare riguarda un secondo profilo: quello delle “madri-donatrici”, cioè di donne che avendo vissuto in prima persona l’esperienza della maternità, vogliono donarne la possibilità anche ad altre donne. Questo gruppo rappresenta il 30% del totale delle donatrici e ha un’età che di norma non supera i 31 anni. In questi casi, lo spirito altruistico ha come motore propulsivo il desiderio di condividere la propria esperienza di maternità con chi ha difficoltà dal punto di vista ginecologico. Una spinta psicologica che può cambiare in maniera determinante la vita di altre donne. Un altro dato, comunque da non sottovalutare, è rappresentato dalle donatrici che rientrano in una fascia di età fra i 32 e i 35 anni. Queste, infatti, rappresentano il 9% del totale e, anche in questo caso, sono spinte da motivazioni di carattere altruistico.
L’ovodonazione nelle nostre cliniche spagnole – La storia di IVI, leader mondiale nella fecondazione assistita, nasce proprio in Spagna 27 anni fa. In terra iberica le nostre 20 cliniche vantano specialisti in grado di assistere pazienti provenienti da tutto il mondo. Fra le tecniche di procreazioni assistita più diffuse nei nostri centri spagnoli una delle più richieste è sicuramente l’ovodonazione. Soltanto nel 2016, infatti, sono stati eseguiti nelle nostre cliniche circa 6.400 trattamenti con donazione di ovuli. Un dato che segna un rilevante aumento (circa il 7%) rispetto all’anno precedente. Questo incremento è la conseguenza naturale dei risultati raggiunti da IVI nel corso del tempo in riferimento a questa tecnica: le nostre strutture, infatti, per quanto riguarda la donazione di ovuli offrono un indice di concepimento cumulativo top al 97% per tre tentativi.
2 commenti
Vorrei sapere se l’embrione ottenuto con ovodonazione , essendo estraneo al 100% alla donna, rischia di essere espulso come un corpo estraneo. Per evitare questo inconveniente ci sono dei medicinali oppure una ricerca di compatibilità con la donatrice? Grazie.
Buongiorno Maria Grazia, grazie per averci contattati. Queste domande devono essere rivolte al nostro team medico. Quindi le consigliamo di chiamare il numero 800 088 247 oppure compilare il modulo online “Contattaci” su ivitalia.it, per essere ricontattata da un nostro addetto. Grazie!