La fecondazione assistita nel corso del tempo è stata protagonista di evoluzioni epocali finalizzate a consentire, a un sempre maggiore numero di persone, di realizzare il proprio sogno di genitorialità. Fra le svolte che hanno segnato una vera e propria rivoluzione in questo settore va annoverata senz’altro l’introduzione dell’ICSI (Intra-Cytoplasmatic Sperm Injection, iniezione intra-citoplasmatica di spermatozoi), una tecnica che, pur nei tratti comuni, presenta una fondamentale differenza con la Fivet: gli spermatozoi vengono direttamente iniettati in ogni ovocita attraverso una microiniezione effettuata in laboratorio. Secondo una recente ricerca della Practice Committee della American Society for Reproductive Medicine questa procedura è particolarmente indicata nei casi di infertilità idiopatica, qualora vi sia un ridotto numero di ovociti e in presenza di un fattore maschile di rilievo e in particolare nei casi di un ridotto numero o di una scarsa motilità degli spermatozoi. Dal 1993, anno nel quale questa tecnica è stata introdotta, ad oggi i risultati hanno mostrato come l’ICSI sia una delle più importanti frontiere della procreazione assistita, grazie anche a costi che nel corso del tempo si sono notevolmente ridotti e a percentuali di successo molto rilevanti.
La differenza fra l’ICSI e la Fivet: il profilo generale
L’ICSI, come già precisato, presenta alcuni profili comuni con la Fivet, ma anche un’essenziale differenza. La Fecondazione in Vitro con Embryo Transfer rappresenta la prima procedura di fecondazione artificiale realizzata. Dopo una prima fase di stimolazione ovarica questa tecnica prevede il prelievo ovocitario e la raccolta del liquido seminale del partner maschile della coppia. Gli ovociti e gli spermatozoi che vengono opportunamente selezionati, successivamente sono messi in contatto in provetta in modo che la fecondazione avvenga spontaneamente. Una volta ottenuti gli embrioni questi vengono trasferiti nell’utero della paziente. Tuttavia, qualora i campioni di liquido seminale si caratterizzino per una ridotta motilità o il numero di spermatozoi sia molto basso, prima dell’introduzione dell’ICSI era molto difficile ottenere una fecondazione in vitro degli ovociti. Da questo punto di vista le tecniche di microiniezione hanno rappresentato un’essenziale conquista nell’ambito della procreazione medicalmente assistita perché consentono di ottenere una fecondazione in vitro anche in presenza di spermatozoi con parametri molto scarsi o con ridotta motilità.
La principale differenza fra ICSI e Fivet
L’ICSI nella fase iniziale ha un profilo identico alla Fivet: anche l’iniezione intracitoplasmatica, infatti, prevede la stimolazione ovarica, il prelievo degli ovociti e la selezione degli spermatozoi con la migliore motilità. La differenza fondamentale con la Fivet si realizza nella seconda fase: nella ICSI non si attende un contatto “spontaneo” fra lo spermatozoo e l’ovocita, ma il primo viene iniettato direttamente nel secondo in laboratorio attraverso una minuscola cannula.
L’ICSI nel dettaglio
L’ICSI è una tecnica particolarmente indicata in quei casi nei quali sia presente un fattore maschile severo, ad esempio per effetto della presenza di spermatozoi con ridotta motilità o con profili morfologici carenti. Questa procedura, in particolare, consente anche, qualora sia necessario, di prelevare il campione di sperma e selezionarlo attraverso una biopsia testicolare. In questo modo viene garantito che per la fecondazione degli ovociti vengano impiegati gli spermatozoi di migliore qualità. L’ICSI, quindi, consente di agevolare la fecondazione in questi casi in cui lo spermatozoo avrebbe notevoli difficoltà a raggiungere l’ovulo per via naturale o attraverso la Fiv classica. Dopo il prelievo ovocitario e il processo di selezione degli spermatozoi, la fase successiva prevede l’inserimento del campione di sperma in una minuscola cannula e l’inserimento diretto all’interno dell’ovulo; per eseguire l’iniezione intracitoplasmatica vengono utilizzati strumenti di alta precisione come un micromanipolatore e all’interno del citoplasma dell’ovocita viene inserito un singolo spermatozoo preventivamente immobilizzato da una pipetta in vetro dello spessore di 5 micron.
Il transfer degli embrioni e la crioconservazione
Gli embrioni ottenuti, dopo un periodo di sviluppo di 3-5 giorni, vengono selezionati sulla base delle caratteristiche morfologiche, della capacità di scissione, della velocità di sviluppo e dell’assenza di residui e frammenti. L’ultima fase dell’ICSI riguarda il transfer degli embrioni selezionati all’interno dell’utero della paziente. Qualora in futuro si desideri un’ulteriore gravidanza è possibile procedere alla vitrificazione degli embrioni restanti di buona qualità. Un altro vantaggio di questa tecnica consiste nella possibilità di congelamento dei campioni di liquido seminale prima che il partner maschile si sottoponga a una chemioterapia o ad una radioterapia. Qualora dopo il trattamento antitumorale la qualità degli spermatozoi sia scarsa, sarà possibile procedere alla fecondazione assistita mediante ICSI utilizzando il campione congelato.
La crescita esponenziale dell’ICSI
Nonostante si tratti di una tecnica relativamente “nuova”, l’ICSI dal suo esordio nel 1992 ha fatto registrare un aumento esponenziale delle richieste, grazie anche alle elevate percentuali di successo e alle caratteristiche che ne consentono l’impiego nei casi di fattore maschile severo. Secondo i dati raccolti dal Ministero della Salute fra il 2005 e il 2012, la percentuale di applicazione dell’iniezione intracitoplasmatica è cresciuta rispetto alla Fivet di circa il 12% passando dal 73,8% del 2005 all’85,2% del 2012. Soltanto nel 2012 sono stati eseguiti 6.241 transfer embrionali mediante Fivet e ben 35.581 attraverso ICSI.
Le percentuali di successo dell’ICSI
Quest’enorme aumento di richieste di trattamenti realizzati attraverso l’ICSI trova una spiegazione soprattutto nell’elevate percentuali di successo che nel corso del tempo ha fatto registrare questa tecnica. Sempre secondo i dati raccolti dal Ministero della Salute, nel 2012 sono nati 9.814 bambini attraverso tecniche di pma di secondo e terzo livello, ben 157 in più rispetto all’anno precedente. Il 74,4% dei neonati è venuto alla luce grazie all’applicazione dell’iniezione intracitoplasmatica, mentre il 14% attraverso la Fivet e l’11,6% mediante tecniche di scongelamento.
I principali risultati, in questi casi, sono stati ottenuti in pazienti con un basso numero di spermatozoi o nel caso di assenza totale di spermatozoi (azoospermia), previo recupero seme attraverso il testicolo. Queste rilevantissime percentuali di successo sono anche confermate dai nostri risultati clinici: il 50% delle pazienti che si sottopongono ad ICSI nelle nostre strutture e ha una storia di tentativi falliti in altre cliniche (fino a quattro) riesce a concepire grazie al supporto dei nostri medici ed esperti. In particolare nel 2016 nelle nostre cliniche sono stati realizzati complessivamente 12.876 cicli di fecondazione in vitro (fra Fiv ed ICSI) e in totale grazie a queste tecniche sono state ottenute nelle stesso anno ben 2,847 gravidanze.
I costi dell’ICSI
Trasparenza nei costi e trattamenti ad hoc per ogni paziente: sono queste le linee guida che hanno consentito ad IVI di diventare la realtà preferita da oltre 5.000 coppie ogni anno. Tutte le nostre cliniche, fin dal primo appuntamento, nella consapevolezza che le persone che si rivolgono ai nostri specialisti hanno esigenze e problematiche diverse, offrono un approccio e un trattamento personalizzato in sinergia con i pazienti stessi. IVI, inoltre, garantisce il prezzo finale del trattamento con esclusione soltanto degli esami diagnostici e delle tecniche complementari. In questo modo i nostri pazienti potranno avere un quadro preciso e dettagliato dei costi dell’ICSI e avranno la sicurezza di non dover sostenere ulteriori spese. Nel caso di iniezione intracitoplasmatica, in particolare, il prezzo garantito comprende 1) la stimolazione ovarica; 2) i controlli ecografici di routine; 3) l’iniezione e l’analisi in laboratorio; 4) il transfer embrionale; 5) l’esame Bhcg; 6) la richiesta dei risultati. Il nostro Dipartimento di Attenzione al Paziente, dopo la prima visita, procederà alla stesura di un preventivo dettagliato, in modo tale da permettere al paziente di avere la massima chiarezza possibile sui costi da sostenere.
A differenza di altri centri, inoltre, le nostre cliniche sono in grado di provvedere immediatamente alle esigenze dei pazienti senza alcuna lista di attesa. La rapidità di intervento, infatti, in molti casi è la chiave per il successo dei trattamenti di fecondazione assistita.
L’esperienza di IVI
Il nostro team e le nostre strutture rappresentano l’eccellenza mondiale nell’ambito della procreazione medicalmente assistita. Dal 2017, grazie alla fusione con la statunitense RMANJ, IVI è diventato il più grande gruppo di riproduzione assistita al mondo, con più di 70 cliniche in 13 Paesi. Un percorso iniziato soltanto 28 anni fa quello di IVI, che ha consentito a ben 57.000 famiglie di realizzare il proprio sogno di genitorialità. In meno di 30 anni, infatti, IVI ha aiutato a nascere oltre 160.000 bambini. Dati inconfutabili che portano le nostre strutture ai vertici mondiali per quanto concerne gli indici di gravidanza: ben 9 coppie su 10 che si rivolgono ai nostri esperti riescono a realizzare il proprio desiderio.
2 commenti
Gentile dottoressa, sono una 42 enne di Roma senza partner con l idea di usufruire della professionalità del vostro centro. Avrei un polipetto di cm 0.4 secondo la mie da valutare nel tempo. Secondo lei è di impedimento a tutta la procedura di inseminazione?
Grazie mille per la disponibilità.
Buongiorno Ilaria, grazie per averci contattati. Queste domande devono essere rivolte al nostro team medico, che deve esaminare la sua storia clinica. Quindi le consigliamo di prendere un appuntamento con noi. Può chiamare il numero 800 088 247 oppure compilare il modulo online “Contattaci” su ivitalia.it, per essere ricontattata da un nostro addetto. Grazie!