La gravidanza è una condizione che comporta moltissimi cambiamenti dal punto di vista fisiologico nel corpo delle donne. Se alcuni di questi sono ampiamente prevedibili, perché molto diffusi, altri sembrano più anomali, ma rientrano comunque nel complesso di modifiche che possono prodursi nel periodo dei nove mesi di gestazione. Fra le possibili conseguenze meno note di una gravidanza, c’è anche la possibilità dell’insorgenza di una gengivite durante i nove mesi di gestazione. Un problema poco conosciuto, ma che impatta su un’altissima percentuale di donne in attesa: secondo una recente statistica, infatti, l’eventualità dell’insorgenza di un sanguinamento alle gengive in questo periodo colpisce circa l’80% delle donne e si manifesta attraverso sintomi di entità variabile da soggetto a soggetto. Nella maggior parte dei casi la gengivite si presenta sin dal primo trimestre ed è destinata a recedere naturalmente dopo il parto. In queste ipotesi, e vista l’amplissima diffusione di tale problematica, si parla comunemente di “gengivite gravidica”.
Cos’è la gengivite
Secondo una definizione del Ministero della Salute, la gengivite rientra nell’ambito delle malattie paradontali che, generalmente, colpiscono circa il 60% della popolazione. Questa patologia, che ha come conseguenza finale la presenza di gengive infiammate, è caratterizzata da un arrossamento al margine, dalla presenza di edemi, sanguinamento e talora di rigonfiamenti dell’area interessata.
Una tale infiammazione, nella maggior parte dei casi, è determinata dall’accumularsi di microbi all’intero del solco gengivale e da una conseguente reazione del sistema immunitario a tale processo. In sostanza, il verificarsi di determinate circostanze può comportare una proliferazione dei batteri all’interno della bocca. Questa condizione, nelle ipotesi più gravi, può subire una degenerazione e trasformarsi in paradontite, ossia in una patologia infiammatoria orale cronica che può intaccare in maniera progressiva la struttura dei denti.
La gengivite in gravidanza: quali sono le cause
Durante la gravidanza le modificazioni determinate dalle variazioni ormonali, la riduzione delle difese immunitarie e, in alcuni casi, lo sviluppo di una sintomatologia che porta a frequenti conati di vomito, possono creare un substrato fertile per lo sviluppo di un’infiammazione orale generalizzata. In particolare, episodi come infiammazioni o sanguinamento delle gengive sono riconducibili alla presenza di elevati livelli di progesterone. Gli sbalzi ormonali che si verificano in questo periodo, infatti, tendono a incidere sull’abbassamento delle difese immunitarie e a incrementare il processo di vascolarizzazione delle gengive: infatti, nel corso della gestazione la produzione incrementale di ormoni comporta un aumento dell’irrorazione del sangue ai tessuti, un effetto che può dare origine a una gengivite. Questi cambiamenti ormonali, inoltre, possono anche determinare una proliferazione di alcuni ceppi batterici che colpiscono le gengive già irritate. Occorre precisare, infine, come una tale condizione possa svilupparsi fin dal secondo mese e protrarsi per l’intera gestazione. Tuttavia, le statistiche attestano come normalmente le problematiche relative alle gengive infiammate inizino a verificarsi soprattutto a partire dal terzo mese di gravidanza. Qualora questa condizione non venga trattata in maniera adeguata, nel 30% dei casi può portare a una paradontite. Inoltre, alcuni studi hanno anche messo in evidenza la sussistenza di una relazione fra ipotesi di gengiviti gravi e rischi di parti prematuri. Questi ultimi potrebbero verificarsi per effetto di un’azione negativa dei batteri sul metabolismo materno e su quello del feto.
I sintomi connessi alla gengivite in gravidanza
La gengivite in gravidanza può manifestarsi attraverso una pluralità di sintomi, anche concomitanti, che possono assumere un diverso grado di intensità. Da un punto di vista generale, il profilo sintomatologico più diffuso comprende dolori alle gengive, sanguinamento durante le operazioni di igiene orale e gonfiore o tensione. Nelle ipotesi più gravi possono anche prodursi delle escrescenze di dimensioni rilevanti che rendono complessa la masticazione e le operazioni di normale igiene orale.
Le cure e la prevenzione per la gengivite in gravidanza
La gengivite durante la gravidanza, come abbiamo visto, può comportare effetti negativi non trascurabili e per questa ragione assume un valore essenziale un’attività di prevenzione indirizzata ad evitare l’insorgenza di questa problematica. In particolare, soprattutto nel corso del primo trimestre di gestazione, è molto consigliato effettuare una visita dentistica al fine di individuare eventuali condizioni che necessitino un intervento. Per prevenire il manifestarsi di gengive infiammate, inoltre, è opportuno effettuare una pulizia approfondita dei denti, anche attraverso l’utilizzo di filo interdentale e di collutorio senza base alcolica. Un ulteriore alleato di una buona condizione di salute del cavo orale è rappresentato da un’alimentazione sana ed equilibrata, con un ampio uso di frutta e verdura e una limitazione nel consumo di grassi e zuccheri. Il Ministero della Salute, da questo punto di vista, ha pubblicato una serie di raccomandazioni ai fini della promozione della salute orale durante la gestazione, attestando come il controllo delle malattie che coinvolgono il cavo orale sia prima sia dopo la gravidanza possa avere un’influenza determinante sul miglioramento della qualità di vita della donna, riducendo inoltre l’impatto delle malattie dentali nel bambino.
IVI: il vostro alleato per una gravidanza
Le problematiche relative all’insorgenza di una gengivite in gravidanza possono riguardare sia i casi di concepimento naturale, sia le ipotesi di una gravidanza ottenuta attraverso procedure di procreazione medicalmente assistita. IVI, in questo campo, rappresenta la realtà più importante a livello mondiale: le nostre strutture, infatti, realizzano oltre 27.000 trattamenti l’anno riuscendo a coronare il desiderio di genitorialità di 9 coppie su 10. Un impegno che non si è fermato neanche in questo periodo contraddistinto dalla pandemia. I nostri protocolli di sicurezza, infatti, sono molto rigidi e consentono di garantire la massima sicurezza sia ai nostri pazienti, sia al nostro personale. In particolare, è prevista l’esecuzione di un test antigenico rapido per tutti coloro che decidono di avviare un trattamento nelle nostre strutture.
Non è più possibile commentare.