L’infertilità, secondo una definizione fornita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è una condizione che potrebbe trovare riscontro nell’assenza di concepimento dopo 12 mesi di rapporti regolari non protetti. L’Istituto Superiore della Sanità, però, evidenzia come questo termine possa apparire troppo rigido in quanto moltissime coppie riescono ad ottenere una gravidanza dopo 24 mesi di tentativi. Sempre secondo l’ISS, l’infertilità colpisce circa il 15% delle coppie e le cause della stessa sono ripartite in un’eguale percentuale (30%) fra fattore femminile e fattore maschile, mentre nel 20% dei casi questa problematica coinvolge entrambi i membri della coppia. In moltissimi altri casi (20%), invece, non risulta possibile risalire ad una causa precisa perché non emergono anomalie evidenti in nessuno dei partner. Sia per l’infertilità femminile, sia per quella maschile, sono previsti appositi esami diretti ad individuare le cause e le eventuali patologie che possano supportare questa condizione. Nella prima ipotesi i test di fertilità femminile più rilevanti sono rappresentati dallo studio ormonale basale, dall’ecografia e dall’isterosalpingografia. Questi test consentono di individuare le cause del mancato concepimento e permettono di valutare l’approccio terapeutico più adeguato e l’opportunità di fare ricorso ad un trattamento di fecondazione assistita per poter avviare una gravidanza.
L’infertilità femminile: le possibili cause
Secondo il Ministero della Salute l’infertilità femminile incide su circa il 30% dei casi di infertilità di coppia e, nella maggior parte dei casi, dipende da condizioni specifiche come alterazioni ormonali, alterazioni tubariche, patologie uterine, malattie sistemiche o genetiche. Fra i fattori che possono essere all’origine di questa condizione è annoverabile anche l’età anagrafica. Occorre, inoltre, distinguere fra infertilità primaria e secondaria: la prima ipotesi si verifica quando la coppia non è mai riuscita ad avviare una gravidanza, mentre la seconda si può manifestare dopo una o più gravidanze pregresse.
Il fattore ormonale
L’infertilità femminile può essere determinata da disfunzioni ormonali che possono essere elementi caratteristici di una mancata ovulazione o di un importante deficit di progesterone. Una delle ipotesi più frequenti, da questo punto di vista, è rappresentata dalle ovaie policistiche. In presenza di questa patologia, l’ovaio esprime il deficit fisiologico intrervenendo sulla produzione degli ormoni necessari alla maturazione degli ovuli, impedendo in questo modo l’ovulazione. L’infertilità di origine ormonale può anche dipendere dalla presenza di disordini tiroidei o da una ridotta riserva ovarica.
Il fattore tubarico
Il fattore tubarico è la seconda causa di infertilità femminile e si riflette in alterazioni congenite o acquisite a carico delle Tube di Falloppio. Queste alterazioni hanno l’effetto di disregolare il trasporto degli ovociti, degli spermatozoi e degli embrioni lungo le Tube. Fra le cause più frequenti di danno tubarico è possibile annoverare le infezioni pelviche e la salpinge acuta, patologia caratterizzata dall’infiammazione di una o entrambe le tube solitamente determinata da un’infezione batterica. Le alterazioni delle tube che si riflettono sulla fertilità possono anche essere determinate da pregressi interventi chirurgici, malformazioni e da endometriosi.
Il fattore uterino
Il fattore uterino viene riscontrato in circa il 5/10% dei casi di infertilità femminile. Occorre precisare come questo fattore, di norma, è associato ad altre cause che incidono su una mancata gravidanza. Le principali alterazioni uterine, da questo punto di vista, possono essere determinate da malformazioni congenite come l’utero bicorne o da patologie acquisite, come ad esempio le endometriti o la presenza di polipi.
Il fattore cervicale
Il fattore cervicale è all’origine di infertilità in circa il 2% dei casi e si manifesta con la presenza di alterazioni morfologiche (aderenze, agenesia cervicale) o funzionali (densità del muco cervicale) che colpiscono la cervice uterina e possono fungere da ostacolo alla risalita degli spermatozoi nell’utero.
Le patologie sistemiche, l’età e le abitudini di vita
La capacità riproduttiva può subire delle alterazioni importanti anche per effetto di uno stile di vita non adeguato. Una dieta incongrua, l’assunzione di stupefacenti, l’uso di alcol e la presenza costante di situazioni stressogene possono rappresentare un fattore di rischio riproduttivo. Anche l’insorgenza di malattie di carattere metabolico come il diabete o autoimmuni, come il Lupus, possono determinare un danno alla funzionalità riproduttiva.
I test di fertilità femminile
Qualora dopo 12 mesi di rapporti “mirati”, ossia finalizzati ad una gravidanza, non si verifichi un concepimento è opportuno che entrambi i partner eseguano una serie di screening ad hoc per accertare la causa dell’infertilità. Per quanto concerne i test di fertilità femminile, questi si concretano in un’accurata valutazione delle condizioni di salute al fine di ottenere un quadro preciso della paziente dal punto di vista anatomico, ormonale ed ovulatorio. L’individuazione delle cause che originano questa problematica, infatti, è il primo passo per valutare la possibilità di un approccio terapeutico o del ricorso alla fecondazione assistita.
L’iter per l’accertamento della fertilità
L’iter per l’accertamento della fertilità si compone di una serie di step da effettuare sotto un accurato controllo medico e che ha come prima fase un’anamnesi generale della paziente per valutare la regolarità del ciclo mestruale, il grado di familiarità con determinate patologie e l’eventualità di precedenti aborti. Questa fase, di norma, è seguita da una serie di test di fertilità femminile, tra i quali gli esami ormonali come il dosaggio del TSH (un ormone tireostimolante che stimola la produzione degli ormoni tiroidei) per valutare la funzionalità tiroidea, e il dosaggio della prolattina per valutare l’eventuale presenza di un’iper-prolattinemia, condizione riscontrata come causa dell’infertilità. I livelli di questi ormoni, ovviamente, sono variabili nelle diverse fasi del ciclo. Uno studio ormonale completo comprende anche il dosaggio di gonadotropine (FSH e LH e del 17 beta-estradiolo. (E2). La presenza di patologie pre-ovariche e ovariche, congenite o acquisite, infatti, viene rilevata mediante la presenza di bassi livelli di gonadotropine ed E2. Per valutare la riserva ovarica, ovvero il patrimonio ovocitario presente in un determinato momento nella vita di una donna, è opportuno procedere al dosaggio dell’ormone antimülleriano, una glicoproteina prodotta dai follicoli che, qualora abbia valori bassi, può essere indice di un’insufficienza ovarica primaria.
Le indagini di carattere strumentale
Per accertare l’infertilità femminile, oltre agli esami ormonali sopra indicati, sono previste una serie di indagini strumentali dirette ad individuare le cause che possono essere all’origine di una mancata gravidanza. Il primo esame di questo tipo è rappresentato da un’ecografia pelvica, che consente di valutare la morfologia dell’utero e delle ovaie e di evidenziare l’eventuale presenza di malformazioni uterine, polipi endometriali o cisti ovariche.
L’isterosalpingografia
Un altro test strumentale di fertilità femminile è rappresentato dall’isterosalpingografia. Si tratta di un esame radiologico a ridotta invasività finalizzato a valutare la morfologia dell’utero e la pervietà delle Tube di Falloppio. Quest’analisi viene eseguita mediante l’utilizzo di un mezzo di contrasto ed è associata, normalmente, ad una fluoroscopia, una tecnica che consente all’operatore di disporre in tempo reale di immagini relative all’anatomia della paziente. L’isterosalpingografia, in particolare, permette di accertare l’apertura delle Tube e l’eventuale presenza di lesioni della cavità uterina o peritoneale. Qualora da quest’analisi entrambe le Tube risultassero chiuse non sussisterebbe la possibilità di un incontro fra ovulo e spermatozoo e per una futura gravidanza sarebbe necessario far ricorso alla fecondazione assistita. Una variante di questo esame è rappresentato dall’isterosonosalpingografia, una tecnica diagnostica di recente introduzione che consente di visualizzare le Tube di Falloppio e la cavità uterina tramite un’ecografia e senza fare ricorso ai raggi X. Quest’indagine viene eseguita iniettando nell’utero e nelle tube una soluzione fisiologica tramite un catetere vaginale.
L’isteroscopia e la laparoscopia
Un’altra tecnica finalizzata allo studio del canale cervicale e della cavità uterina è rappresentata dall’isteroscopia. Questo esame viene realizzato attraverso un “isteroscopio”, ossia un sottile strumento dotato di telecamera che consente di visualizzare su un monitor il collo uterino, il canale cervicale e gli orifizi tubarici. Questa tecnica può essere utilizzata sia per un approccio diagnostico, finalizzato ad indagare varie problematiche, sia da un punto di vista operativo ai fini dell’asportazione di polipi o per la rimozione di aderenze intrauterine. Un altro esame che consente l’individuazione delle singole cause di infertilità è rappresentato dalla laparoscopia. Questa tecnica, che consiste nell’introduzione di una cannula con una telecamera mediante un piccolo foro addominale, che permette di visualizzare direttamente le ovaie, le tube e l’utero e concede quindi di valutarne l’aspetto morfologico e la funzionalità, accertando la presenza di cisti, endometriosi, aderenze, malformazioni e processi infettivo-infiammatori.
IVI: una risposta ai vostri problemi di fertilità
I test di fertilità femminile possono consentire di valutare le cause che hanno impedito il concepimento ai fini di un eventuale intervento terapeutico. Nei casi in cui non sia possibile rimuovere la causa che ha determinato l’infertilità, la soluzione più adeguata può essere rappresentata dal ricorso a tecniche di fecondazione assistita. IVI, in questo settore, è la realtà leader a livello mondiale e dispone dei migliori indici di concepimento in assoluto: 9 coppie su 10, con problemi di fertilità, riescono a realizzare il proprio sogno di genitorialità dopo essersi rivolti ai nostri specialisti. Inoltre, il 50% delle pazienti che si sottopongono a fecondazione in vitro, con una storia di tentativi falliti (fino a quattro) in altri centri, riesce ad ottenere una gravidanza grazie ai nostri esperti.
4 commenti
Salve.
In uno dei migliori centri di fertilità di Firenze mi è stato detto che è impossibile avere stimolazione di ovocita proprio perché ho un valore antimulleriano minimo (0,08)
Vorrei sapere se con vostro metodo avrei qualche possibilità.
Altra cosa che mi è stata detta è che nel caso si riuscisse non possono vedere preventivamente la qualità degli ovuli.
Potete dirmi indicativamente costi di vostro metodo e alcuni dettagli sul metodo?
Vi ringrazio tanto.
Angeles Valli.
Buongiorno Angeles, grazie per averci contattati. Queste domande devono essere rivolte al nostro team medico, che deve esaminare la sua storia clinica. Quindi le consigliamo di prendere un appuntamento con noi. Può chiamare il numero 800 088 247 oppure compilare il modulo online “Contattaci” su ivitalia.it, per essere ricontattata da un nostro addetto.
Parlando con i nostri addettoi, potrà chiedere anche tutte le informazioni di cui necessità in merito a trattamenti, caratteristiche, procedure e costi. Grazie e buona giornata!
Ho subito un intervento all’aorta
Ciao Filomena, grazie per averci contattati. Queste domande dovresti rivolgerle al nostro team medico durante la prima visita. Per prendere un appuntamento, puoi contattare il nostro contact center al numero gratuito 800 088 247 oppure, se vuoi essere contattata direttamente da un nostro addetto, compilare il modulo online “Contataci” su ivitalia.it. Grazie