Le cause di infertilità all’interno della coppia possono essere diverse, e possono dipendere da un fattore femminile, maschile o da entrambi. Nel caso del fattore maschile, un importante peso a livello di incidenza statistica è rivestito dai disturbi dell’eiaculazione, come l’aneiaculazione, cioè l’assenza di eiaculazione, anterograda o retrograda. Le cause di questa disfunzione, che si può manifestare attraverso sintomi correlati a svariate patologie, possono essere molteplici. Per questa ragione è necessario predisporre un approccio di cura multimodale, che possa intervenire sia su eventuali problematiche derivate dall’assunzione di terapie farmacologiche, sia sulla presenza di cause di natura organica. Qualora questi interventi non consentano, comunque, un concepimento naturale, la soluzione più opportuna per realizzare il proprio sogno di genitorialità è rappresentata dalla fecondazione assistita.
Anatomia e fisiologia dell’eiaculazione
La Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità (SIAMS) definisce l’eiaculazione come “un processo fisiologico controllato dal sistema nervoso autonomo” che si sviluppa in due fasi: emissione ed espulsione e coinvolge organi come il collo vescicale, la prostata, le vescichette seminali e le vie seminali. I disturbi dell’eiaculazione possono comprendere l’eiaculazione precoce, l’eiaculazione retrograda, l’eiaculazione ritardata e l’aneiaculazione.
I cosiddetti Male Sexual Disorders aumentano con l’avanzare dell’età. Queste disfunzioni possono manifestarsi una tantum in forma isolata e possono essere “primari” qualora si presentino fin dalle prime esperienze sessuali, “secondari” se si verificano dopo un periodo più o meno lungo di funzionalità sessuale normale, “generalizzati” se si producono in ogni situazione sessuale e con ogni partner, o “situazionali” se sono limitati soltanto a determinati contesti o partner.
L’orgasmo senza eiaculazione
L’orgasmo è regolato dal sistema nervoso simpatico che provoca la fuoriuscita della secrezione dalle vescicole nell’uretra posteriore e, al tempo stesso, permette la chiusura del collo vescicale in modo che l’eiaculato non possa risalire verso la vescica. Nel caso dell’aneiaculazione, però, le contrazioni muscolari associate al piacere si verificano in assenza dell’espulsione del liquido seminale. In questa ipotesi, l’orgasmo senza eiaculazione viene anche definito “anemissione” e comporta che la fase espulsiva, che si accompagna alla sensazione di piacere sessuale, non sia seguita dalla fase eiaculatoria perché non si realizza l’emissione del seme.
Che cos’è l’aneiaculazione
La differenza tra aneiaculazione ed azoospermia
L’aneiaculazione è un disturbo caratterizzato dall’assenza completa di eiaculazione al momento dell’orgasmo, quindi non c’è emissione del liquido seminale.
Per una corretta diagnosi di aneiaculazione, è necessario effettuare un esame delle urine successivo ad un rapporto sessuale e ricerca la presenza di spermatozoi. Nel caso in cui questi dovessero risultare assenti, si potrà distinguere l’aneiaculazione dall’eiaculazione retrograda, cioè la patologia in cui lo sperma è presente ma viene eiaculato nella vescica urinaria.
Le cause dell’aneiaculazione
L’aneiaculazione può essere determinata da una molteplicità di cause, che possono agire in maniera isolata o concorrente. La natura di questa disfunzione, infatti, può essere cercata in un fattore psicogeno, nervoso, farmacologico o essere relata ad un problema di carattere ostruttivo.
Le cause di origine nervosa
Un esempio di aneiaculazione con causa di origine nervosa è quella causata dai traumi del midollo spinale. In questa ipotesi, infatti, la lesione alle fibre nervose del midollo può comportare un disturbo all’eiaculazione proporzionato alla sede e alla vastità della lesione stessa. Non è raro che lesioni midollari siano accompagnate da una difficoltà eiaculatoria di varia intensità. Questa disfunzione, inoltre, si può manifestare anche dopo un intervento chirurgico. Da questo punto di vista è possibile distinguere i casi di interventi urologici come la prostatectomia transuretrale per ipertrofia prostatica, l’incisione del collo vescicale per sclerosi dello stesso, dai casi di interventi in sede retroperitoneale (come ad esempio la linfoadenectomia e in trattamento di aneurisma aortico). Inoltre, l’assenza di eiaculazione può essere rilevata in concomitanza con la diagnosi di Parkison e quella di sclerosi a placche.
La correlazione fra aneiaculazione e cause di origine nervosa è stata riscontrata clinicamente nelle ipotesi di trauma del midollo spinale. In questa ipotesi, infatti, la lesione alle fibre nervose del midollo può comportare un disturbo all’eiaculazione proporzionato alla sede e alla vastità della lesione stessa. Secondo recenti statistiche il 90% delle lesioni midollari è accompagnato da una difficoltà eiaculatoria di varia intensità. Questa disfunzione, inoltre, si può manifestare anche dopo un intervento chirurgico. Da questo punto di vista è possibile distinguere le ipotesi di interventi urologici come la prostatectomia transuretrale per ipertrofia prostatica, l’incisione del collo vescicale per sclerosi dello stesso, dai casi di interventi in sede retroperitoneale (come ad esempio la linfoadenectomia e in trattamento di aneurisma aortico). Inoltre, l’assenza di eiaculazione può essere rilevata in concomitanza con la diagnosi di Parkison e quella di sclerosi a placche.
L’aneiaculazione derivata dall’assunzione di farmaci
L’utilizzo di particolari categorie di farmaci può comportare come conseguenza anche problematiche a livello eiaculatorio. In particolare, l’aneiaculazione di carattere farmacologico può essere un effetto dell’assunzione di antipertensivi e antidepressivi. In questi casi, ovviamente, si tratta di un’aneiaculazione secondaria, ossia sopravvenuta e direttamente relata ad un intervento farmacologico. Nel dettaglio, recenti ricerche hanno mostrato come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina e gli alfa-bloccanti possano indurre una disfunzione eiaculatoria. Anche la gabapentina, un farmaco che spesso viene utilizzato per il trattamento del dolore neuropatico e l’anticefalalgico topiramato, che viene frequentemente prescritto per la cura delle cefalee e delle emicranie, possono determinare un’aneiaculazione di carattere reversibile, destinata cioè a cessare dopo un lasso di tempo dall’interruzione del dosaggio. Infine, anche l’abuso di alcol o droghe può avere come conseguenza un’assenza dell’eiaculazione.
L’aneiaculazione come conseguenza di un’ostruzione
L’aneiaculazione, inoltre, può essere determinata da un’ostruzione congenita (in questo caso sarà classificabile come primaria) o acquisita (ed in questo caso la disfunzione eiaculatoria sarà considerata come secondaria) dei dotti eiaculatori. In particolare, fra le cause congenite è possibile annoverare i difetti dello sviluppo della prostata o delle vescicole seminali, mentre fra le cause di ostruzione acquisita è possibile individuare le problematiche connesse a un’infiammazione cronica della prostata o eventi di carattere tumorale che possono determinare un blocco dei dotti deferenti.
La cura dell’aneiaculazione
Per individuare il percorso di cura più adeguato all’aneiaculazione è necessario, ovviamente, individuare le cause che hanno determinato questa disfunzione. Qualora, ad esempio, in seguito ad un’adeguata anamnesi si rilevi che l’assenza dell’eiaculazione è determinata da una terapia farmacologica il medico potrà individuare un bilanciamento o determinare una sostituzione dei farmaci che hanno indotto questa condizione. Se, invece, l’aneiaculazione dipende da un’ostruzione è possibile valutare l’opportunità di un trattamento di carattere chirurgico. Il medico nei casi di assenza di eiaculazione può anche prescrivere l’assunzione di farmaci alfa-agonisti.
Il prelievo ai fini della fecondazione assistita
Qualora l’aneiaculazione non sia reversibile ai fini di un futuro progetto di genitorialità è comunque possibile far ricorso a specifiche tecniche che consentano il prelievo degli spermatozoi direttamente dal testicolo per un successivo utilizzo ai fini della fecondazione assistita. In particolare, la tecnica come il Micro-TESE (Microsurgical Testicular Sperm Extraction), per la quale le nostre cliniche rappresentano l’avanguardia a livello mondiale, consentendo di identificare le aree del testicolo nelle quali si trova lo sperma. In questo modo è possibile “recuperare” i gameti maschili e utilizzarli successivamente in un trattamento di procreazione assistita. Questa tecnica, inoltre, è sicuramente meno invasiva rispetto ad una tradizionale biopsia testicolare. Una vera e propria rivoluzione che consente, inoltre, di selezionare solo gli spermatozoi più adatti alla procreazione. Una volta ottenuto il campione sarà possibile congelarlo e impiegarlo in una sessione successiva o utilizzarlo immediatamente senza la necessità di ricorrere al congelamento.
IVI: una possibilità in più per l’infertilità
L’utilizzo di una tecnica avanzata come la tecnica di micro-TESE è soltanto uno dei traguardi raggiunti da IVI nell’ambito della medicina riproduttiva. Le nostre cliniche, infatti, rappresentano la punta di diamante a livello mondiale nel settore della procreazione assistita. I nostri esperti hanno consentito a più di 57.000 famiglie di realizzare il proprio desiderio di genitorialità e, in più di 28 anni, hanno consentito la nascita di oltre 250.000 bambini. Numeri incredibili che hanno consentito ai nostri medici e ricercatori di vincere i premi più rappresentativi del settore, fra i quali vanno annoverati i sette prestigiosi riconoscimenti dell’American Society for Reproductive Medicine e il premio della Society for Ginecological Investigation.
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