L’infertilità, secondo una definizione fornita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è una patologia che si esplica nella mancata realizzazione di una gravidanza dopo un lasso di tempo di 12/24 mesi nel quale la coppia ha cercato una gestazione attraverso rapporti mirati non protetti. Soprattutto negli ultimi decenni, questa problematica è apparsa in netto incremento: la fertilità maschile, in particolare, è peggiorata a causa di una riduzione del numero degli spermatozoi e della motilità degli stessi, così come allo stesso modo anche la fertilità femminile ha subito un calo soprattutto per effetto di un aumento dell’età media nella quale si programma la maternità. Per queste ragioni, nel corso del tempo, sono in netto aumento le coppie che hanno deciso di far ricorso alla fecondazione artificiale. Quest’ultima, anche definita come procreazione medicalmente assistita, consiste nel complesso di tecniche utilizzate per agevolare il concepimento. Queste procedure, in sostanza, offrono la possibilità di ottenere una gravidanza anche a quelle coppie che, fino a qualche decennio fa, non pensavano di poter avere figli. Secondo una definizione del Ministero della Salute per PMA “si intendono tutti quei procedimenti che comportano il trattamento di oociti umani, di spermatozoi o embrioni nell’ambito di un progetto finalizzato a realizzare una gravidanza”.
La distinzione fra i livelli delle tecniche
Se tutte le procedure di fecondazione artificiale sono accompagnate dallo stesso scopo di ottenere una gravidanza, è comunque possibile distinguere queste tecniche in tre livelli sulla base della loro complessità e del grado di invasività. Le tecniche di primo livello si contraddistinguono perché la fecondazione si produce all’interno dell’apparato riproduttivo femminile, come ad esempio nell’inseminazione intrauterina. Quelle di secondo livello, come ad esempio la FIVET, comportano l’unione fra ovulo e spermatozoo in laboratorio, con lo scopo di ottenere embrioni da impiantare in utero. Fra le tecniche di terzo livello, invece, è possibile annoverare la Micro-TESE, che permette attraverso un microscopio ad altissima risoluzione il prelievo degli spermatozoi direttamente dal testicolo. Un altro particolare tipo di fecondazione artificiale è rappresentato dal trasferimento intratubarico dei gameti maschili e femminili.
La fecondazione artificiale passo dopo passo: l’anamnesi
L’opportunità di far ricorso ad una delle tecniche di fecondazione artificiale viene valutata sulla base di un percorso step by step che ha come primo perno l’anamnesi e lo svolgimento di indagini ad hoc. In particolare, qualora la coppia dopo il decorso di un periodo di 12/24 mesi contraddistinto da rapporti sessuali mirati non protetti, non riesca ad avere figli, è opportuno che proceda a raccogliere gli elementi per la definizione della storia clinica individuale dei partner. Questa fase preliminare è finalizzata ad individuare eventuali trattamenti precedenti, come interventi chirurgici o terapie farmacologiche, che possono avere influito negativamente sulla fertilità.
Le analisi
Dopo l’anamnesi e in seguito ad un consulto con il medico, la seconda fase è rappresentata dallo svolgimento di una serie di analisi preliminare, dirette a valutare quali la presenza di problematiche che possano ostacolare la fertilità. In particolare, le indagini “standard” comprendono analisi ematiche per rilevare i livelli ormonali, analisi del liquido seminale (lo spermiogramma per accertare la quantità e lo stato di salute degli spermatozoi e la spermiocultura per escludere infezioni nei genitali maschili) ed ecografie dirette ad accertare lo stato di salute di utero ed ovaie. Rientrano anche nel novero degli esami di prassi quelli diretti ad accertare od escludere la presenza di infezioni od infiammazioni. In alcuni casi, soprattutto nel caso di familiarità con patologie importanti, potranno essere necessarie analisi dirette ad accertare se la coppia risulti portatrice di anomalie genetiche o se l’uomo possa essere affetto da un’infertilità di natura genetica. Il medico, inoltre, qualora lo ritenga opportuno può anche disporre un’isterosalpingografia, ossia un esame radiologico diretto ad approfondire la morfologia uterina e tubarica e a valutare la pervietà delle Tube.
La scelta della tecnica di fecondazione artificiale
Una volta individuata la problematica e qualora questa non possa essere risolta attraverso un percorso farmacologico o chirurgico, la coppia potrà decidere se far ricorso alla fecondazione artificiale. La scelta del centro, in questo caso, è un passaggio essenziale. IVI, da questo punto di vista, rappresenta la realtà leader a livello mondiale nella medicina riproduttiva. I ginecologi e gli esperti potranno indirizzare la coppia nella scelta della tecnica più adeguata rispetto alla propria condizione di infertilità. Qualora, ad esempio, l’uomo presenti difetti lievi o moderati nella qualità del liquido seminale o se il numero di spermatozoi sia ridotto, la tecnica più adeguata può essere rappresentata dall’inseminazione artificiale. Se le problematiche di infertilità sono più gravi, come nei casi di patologie tubariche, endometriosi severa, bassa qualità ovocitaria o spermatica, la tecnica più opportuna è rappresentata dalla FIVET, ossia la Fecondazione in vitro con embryo tansfer. Una tecnica che viene realizzata step by step e parte da un processo di stimolazione ovarica, continua con il prelievo ovocitario e la raccolta del liquido seminale e con la fecondazione in vitro vera e propria. In questa ultima fase del processo di fecondazione artificiale gli ovuli e gli spermatozoi vengono fatti incontrare su una piastra di coltura cellulare. Un procedimento molto semplice di pratiche di laboratorio specializzato. La FIVET si conclude con il transfer dell’embrione nell’utero della ricevente. Se si ritiene che anche questa tecnica non possa portare agevolmente al successo, è possibile far ricorso all’ICSI, attraverso la quale lo spermatozoo viene direttamente iniettato nella cellula uovo mediante una micro-iniezione.
IVI: il più importante centro al mondo nella fecondazione artificiale
Qualunque sia la tecnica ritenuta adeguata alle esigenze della coppia, la scelta più opportuna è IVI. La nostra realtà, infatti, rappresenta la leadership a livello mondiale nella fecondazione artificiale. Un’affermazione suffraga dai risultati: nel 2017 sono stati realizzati 14.648 cicli di FIVET-ICSI, 7.561 cicli di donazione degli ovuli e 3.580 cicli di inseminazione artificiale. In particolare attraverso la fecondazione in vitro sono state ottenute 1.938 gravidanze, con un percentuale di gravidanza al terzo tentativo del 95,2%.
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