La fibrosi cistica è una grave malattia cronica, evolutiva; è la malattia genetica ereditaria più frequente tra le popolazioni di origine caucasica (Europa e Nord America). Secondo le stime del Registro Italiano Fibrosi Cistica, 1 bambino ogni 2500-3000 nati in Italia, è affetto da fibrosi cistica, essendo interessati indistintamente sia il genere maschile che femminile.
Nelle persone affette da fibrosi cistica le secrezioni delle ghiandole esocrine, quindi secrezioni come muco, sudore, saliva, sperma, succhi gastrici, sono molto più dense del normale. La patologia pertanto ha un impatto significativo sull’apparato respiratorio e digerente. I problemi più gravi sono a livello polmonare dove il muco denso può provocare infezioni e problemi respiratori. A livello dell’apparato digerente, i succhi pancreatici più densi del normale causano problemi all’assorbimento intestinale. La fibrosi cistica ha inoltre effetti sulla fertilità per l’eccessiva densità dello sperma e delle secrezioni vaginali.
La fibrosi cistica si manifesta nei primi anni di vita, in alcuni casi più tardivamente. È dovuta a una mutazione del gene CFTR (Cystyc Fibrosis Transmembrane Regulator) e si trasmette con modalità autosomica recessiva, ossia si ereditano due copie mutate del gene in questione. I genitori che hanno solamente una copia mutata del gene CTFR non hanno la fibrosi cistica e non hanno nessun sintomo evidente della malattia, ma sono definiti portatori sani, possono quindi trasmettere il gene difettoso ai figli. Quando due genitori sono portatori entrambi di una mutazione, approssimativamente 1 ogni 25 persone, esiste 1 probabilità su 4 che il figlio nasca con la fibrosi cistica.
La diagnosi della fibrosa cistica e l’analisi genetica
La diagnosi di fibrosi cistica è possibile tramite il test del sudore, che misura le concentrazioni di cloro nel sudore. Una concentrazione superiore a 60 milliequivalenti di cloro per litro dopo i 6 mesi rappresenta un orientamento verso la diagnosi. Valori di cloro inferiore ai 40 milliequivalenti nei primi mesi escludono invece la malattia, pur essendoci delle eccezioni nei valori intermedi, detti borderline, e richiedono di ricorrere all’analisi genetica, test che si esegue presso centri specializzati e che è altamente affidabile, in quanto va a ricercare le mutazioni del gene CFTR. Il test genetico è anche l’unico modo per identificare i portatori sani.
Esistono numerosi mutazioni note che causano la fibrosi cistica, alcune sono più frequenti. Il test genetico viene eseguito generalmente tenendo conto delle mutazioni più frequenti anche se esiste in casi particolari la possibilità di effettuare l’analisi di mutazione dell’intero gene che ricerca pertanto tutte le mutazioni fino ad ora conosciute.
Una coppia che effettua il test genetico può ricevere tre tipi di risposta:
- L’analisi può individuare nel DNA la presenza di una mutazione a livello di una copia del gene CFTR, mentre l’altra copia è normale, in questo caso il soggetto è portatore sano
- L’analisi può individuare nel DNA la presenza di mutazioni in entrambe le copie del gene CFTR, in questo caso il soggetto sarà affetto
- L’analisi non individua nel DNA la presenza di mutazioni del gene CFTR, in questo caso il soggetto sarà negativo, ossia il soggetto ha una probabilità diminuita di essere portatore.
Non è comunque possibile che l’analisi escluda in assoluto la probabilità di essere portatore essendo le mutazioni numerose e sarà tanto meno probabile essere portatore quanto più alto il numero di mutazioni analizzate.
La diagnosi di fibrosi cistica e la fertilità
La correlazione della fibrosi cistica sulla fertilità è molto forte, soprattutto per quanto riguarda la fertilità maschile, in quanto il muco denso può ostruire i dotti deferenti, impedendo il passaggio degli spermatozoi nel liquido seminale. Per le donne, l’impatto sulla fertilità si può vedere in cicli irregolari o assenti e un muco cervicale denso che può ostacolare il passaggio degli spermatozoi. Inoltre, le infezioni comuni tipiche di chi soffre di fibrosi cistica, per esempio infezioni batteriche, possono influenzare negativamente la fertilità.
Tuttavia, per chi desidera diventare genitore, è possibile ricorrere alla Procreazione Medicalmente Assistita. Grazie alle tecniche di fecondazione assistita come l’Iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi(ICSI), è possibile iniettare un singolo spermatozoo direttamente all’interno dell’ovocita, o la tecnica della Fecondazione in vitro embryo transfer (FIVET) in cui gli spermatozoi e gli ovociti vengono posti insieme in una piastra con terreno di coltura adatto e si lascia che gli spermatozoi penetrino l’ovocita in modo naturale.
Fibrosi cistica e fertilità femminile
La diagnosi di fibrosi cistica nelle donne ha un impatto meno forte nella fertilità femminile rispetto a quella maschile, anche se possono essere presenti alcune problematiche che coinvolgono il sistema riproduttivo femminile e rendere il concepimento più difficile.
L’assunzione di antibiotici e corticosteroidi che vengono indicati per controllare le complicanze della fibrosi cistica, possono portare a infezioni vaginali, che oltre a prurito, irritazione e sensazione di disagio, possono portare a dolore durante i rapporti o durante la minzione. Anche il ciclo mestruale può risentire degli effetti della patologia, traducendosi in cicli irregolari o assenti, dovuti principalmente a scarsa nutrizione, basso peso corporeo e scarsa funzione polmonare, tutti fattori che possono concorrere all’interruzione dell’ovulazione e quindi a difficoltà nel concepimento spontaneo.
La fibrosi cistica è una patologia complessa e molti sintomi possono variare da persona a persona, anche rispetto a fattori come l’età alla diagnosi e il tipo di mutazione del gene CFTR, possono influenzarne l’andamento e l’evoluzione. La ricerca scientifica oggi sta facendo passi in avanti per rendere sempre più efficaci le cure di cui già si dispone e perché l’aspettativa di vita delle persone che soffrono di questa patologia sia sempre migliore.
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