Endometriosi e gravidanza: una sfida che si può vincere
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’endometriosi colpisce più di 150 milioni di donne in tutto il mondo, di cui 3 milioni in Italia. Una tempestiva diagnosi ed un trattamento adeguato permettono di superare le conseguenze di questa patologia, che è una delle tre principali cause dell’infertilità femminile. Nel caso in cui il test di gravidanza non dia naturalmente i risultati sperati, la strada più opportuna da intraprendere è la fecondazione assistita, un rimedio che consente di realizzare il sogno di maternità.
Lo sviluppo di moderne tecniche di procreazione assistita, infatti, permette anche alle donne che soffrono delle forme più gravi di endometriosi di portare a termine una gravidanza con alte percentuali di successo. Si tratta di procedure non invasive che, grazie soprattutto agli elevati standard di ricerca e all’uso di tecnologie sempre più sofisticate, si caratterizzano per una sempre maggiore percentuale di successo.
L’endometriosi e i suoi effetti sul sistema riproduttivo
Il termine endometriosi deriva dall’endometrio, il tessuto che riveste l’interno dell’utero. La patologia, che colpisce soprattutto le donne in età fertile fra i 20 e i 40 anni, si verifica quando quest’ultimo è presente al di fuori della cavità uterina, ad esempio nell’addome, nelle ovaie o nelle tube.
In questi casi l’endometrio agisce come un utero in miniatura, reagendo agli stimoli ormonali e causando emorragie di varie entità, sia in corrispondenza con le mestruazioni sia nel periodo immediatamente precedente. A differenza di quanto avviene con le mestruazioni, le perdite connesse con l’endometriosi tendono ad accumularsi infiammando le aree limitrofe e causando talvolta vere e proprie cisti chiamate endometriomi.
La malattia può pregiudicare la qualità della vita, perché i sintomi molto spesso sono fortemente debilitanti e vanno dal dolore pelvico cronico alla dismenorrea, vale a dire mestruazioni molto dolorose, alla dispareunia, cioè il dolore pelvico durante i rapporti sessuali, all’alterazione del ciclo mestruale con rilevanti perdite di sangue.
Una delle conseguenze più gravi consiste nella riduzione della fertilità, che secondo l’Istituto Superiore di Sanità coinvolgerebbe fra il 30 % e il 40% di donne affette da endometriosi.
La patologia viene classificata in quattro stadi diversi, in base all’estensione e alla localizzazione delle lesioni. Nei primi due stadi sono superficiali, di una grandezza inferiore ai 5 cm e generalmente non hanno effetti negativi su una possibile gravidanza. Nel terzo e quarto stadio, invece, le lesioni sono più profonde e possono produrre alterazioni nell’ovulazione, fino all’assenza di mestruazioni (amenorrea) anche per tempi prolungati. Se la patologia raggiunge i due stadi finali, per consentire il concepimento si procede innanzitutto alla somministrazione di farmaci ormonali. Qualora non diano risultati, le soluzioni possibili restano l’intervento chirurgico o la fecondazione artificiale.
La soluzione chirurgica consente di ridurre i sintomi della patologia, ma statisticamente produce risultati molto residuali per quanto concerne lo sviluppo di una futura gravidanza: su dodici pazienti operate in laparoscopia, soltanto una riesce a rimanere incinta. Per tale ragione, la fecondazione con crioconservazione degli ovociti è l’opzione privilegiata per superare l’infertilità dovuta ad endometriosi, in quanto in questo modo gli ovociti recuperati potranno essere esaminati e “congelati” in attesa di essere fecondati.
Le tecniche di fecondazione assistita
L’endometriosi va affrontata con tecniche terapeutiche per superare le cause che ostacolano il concepimento. Prima di avviare il percorso di inseminazione artificiale, è necessario che le pazienti assumano dei farmaci che consentano di stimolare la produzione dei follicoli. In secondo luogo è opportuno “allontanare” l’ovocita dall’ambiente addominale e procedere alla fecondazione in vitro. Fra le tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) più indicate per le pazienti con endometriosi una delle più importanti e diffuse è la fecondazione in vitro ed embriotransfer (FIVET).
La FIVET
La FIVET è una fecondazione in vitro dell’ovulo con successivo trasferimento dell’embrione, formatosi in questo modo, nell’utero della paziente. In sostanza, con questa tecnica gli spermatozoi e gli ovociti vengono fatti “incontrare” in laboratorio e soltanto in una fase successiva, dopo la formazione del pre-embrione, viene effettuato l’impianto nella paziente.
L’ICSI
Un’altra tecnica all’avanguardia è l’ICSI (iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi) che si distingue dalla procedura precedente per il fatto che gli spermatozoi vengono inseriti direttamente nell’ovocita mediante una sorta di “iniezione”.
In entrambe le procedure gli embrioni ottenuti in seguito alla fecondazione vengono analizzati in laboratorio e classificati.
Per aumentare le possibilità di una gravidanza, saranno introdotti nell’utero soltanto quelli che, per le proprie caratteristiche, vengono ritenuti più adeguati. Lo sviluppo di tecniche avanzate di diagnosi genetica preimpianto ha consentito di analizzare in vitro lo stato di salute dell’embrione prima dell’impianto, permettendo così di individuare eventuali malattie genetiche o alterazioni strutturali dei cromosomi. Proprio grazie alla diagnosi preimpianto oggi è possibile ottenere il 70% di gravidanze dopo il trasferimento in utero dell’embrione.
Dal 2015, anno in cui sono nati in Italia i primi due bambini concepiti tramite la PMA eterologa, anche nel nostro Paese è possibile utilizzare questa tecnica per coronare il sogno di avere un figlio evitando di rivolgersi a ospedali o cliniche straniere. Si può ricorrere a questa procedura quando uno dei genitori è sterile, facendo ricorso al seme o a un ovulo (ovodonazione) proveniente da un soggetto esterno alla coppia. La fecondazione in vitro con ovuli di una donatrice esterna è la procedura di riproduzione assistita con la più elevata percentuale di successo.
L’endometriosi e le probabilità di successo di una gravidanza
Le pazienti che soffrono di endometriosi e vogliono coronare il proprio sogno di maternità saranno rassicurate dagli elevati tassi di successo di tecniche come la FIVET e la ICSI. Negli ultimi dieci anni IVI ha aiutato a diventare madri più di 8.500 donne affette da endometriosi. Un sogno che fino a qualche anno fa sembrava lontano appare ora raggiungibile.
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