Vissuto ancora come un momento di turbamento, l’ingresso nella menopausa rappresenta un momento di passaggio critico ma che, se vissuto nel modo giusto, permette ad una donna di rifiorire. “La menopausa è un evento naturale nel ciclo femminile spesso ancora oggi vissuto con timore e come minaccia. In realtà, potrebbe anche rappresentare la liberazione di un grande serbatoio di energie da spendere sia nel contesto familiare sia nel più ampio contesto sociale e di vita” dice la dottoressa Vincenza Zimbardi, psicologa e psicoterapeuta della clinica di PMA IVI Roma
Quanti pregiudizi e tabù esistono ancora sulla menopausa. È una fase senza dubbio critica ma che potrebbe essere vissuta non come una malattia, ma semplicemente come un cambiamento. “Il concetto di menopausa appare troppo semplificato ed impoverito, ridotto a mera funzione fisica, privato delle tante sfumature utili a comprendere i suoi vari significati ed i diversi piani sui quali agisce questo cambiamento. È un periodo di transizione che può portare con sé senso di perdita ed insicurezza, imbarazzo e vergogna. Ma come tutti i cambiamenti può diventare una parentesi evolutiva ricca e fertile. La donna può recuperare il “piacere di piacersi” dedicando finalmente tempo a sé stessa e mettendo in primo piano i propri bisogni ed aspirazioni” afferma la dott.ssa Vincenza Zimbardi, psicologa della Riproduzione della clinica romana IVI.
La scomparsa delle mestruazioni può scatenare una serie di emozioni e sentimenti contrastanti perché ci si sente vecchie, sfiorite, gonfie, non più desiderabili sessualmente. Nell’immaginario comune la menopausa è legata solo alle vampate di calore, agli ormoni impazziti, ai chili di troppo, al calo di libido. Invece, una volta superati i fastidi iniziali, può essere pensata come il momento di rilassarsi, di dedicarsi a sé stesse, di trasformare l’energia interiore in creatività, di coltivare le proprie passioni, di dedicarsi agli altri.
In Cina, ad esempio, la menopausa è considerata una rinascita, tanto che viene chiamata “Seconda Primavera”. Per la medicina tradizionale cinese la menopausa è un alleato contro l’invecchiamento e non la sua causa. “Si può provare a guardare alla menopausa da una prospettiva diversa – continua la psicologa – con un atteggiamento costruttivo. Ogni donna può approfondire la conoscenza di questa fase della vita ed essere consapevole dei condizionamenti familiari e sociali che ognuno di noi può aver assimilato nell’ambito della propria cultura di appartenenza. Idee ridigite e globali sulla menopausa possono farla sembrare un’esperienza di vita avversa e negativa, invece è possibile attuare una vera e propria ristrutturazione delle convinzioni irrazionali e stereotipate e modificare il modo in cui pensiamo e interpretiamo i sintomi menopausali.”
Può significare anche mettere finalmente al centro se stesse, preoccuparsi e occuparsi seriamente del proprio benessere. L’adattamento individuale, il “resettarsi” su nuove disposizioni di vita è direttamente connesso alla capacità di fare fronte agli avvenimenti della vita, sulla base delle proprie caratteristiche di personalità e capacità relazionali. Il riconoscimento e l’accettazione della propria vulnerabilità, la capacita di riproporsi alla vita in modo creativo e curioso con la determinazione di
sfruttare maggiormente le proprie potenzialità permette di vivere meglio questo periodo che si potrebbe definire una “seconda adolescenza” fatta di tempeste ormonali in lento decrescere.”
Non meno importante è anche la possibilità di un nuovo approccio alla sessualità, è importante sfatare la credenza della perdita del desiderio. Cambia il modo in cui si desidera, si tratta di un eros diverso, che mette in risalto i valori della comunicazione mente corpo. “Il supporto di chi sta intorno è fondamentale. Parlare dei propri sintomi, con il proprio partner o con le amiche, può aiutare a sentirsi meno sole, ma anche e soprattutto a capire che è un evento fisiologico e con il quale ci si può convivere senza contrastarlo. Ascoltare il corpo e imparare a individuare quali sintomi sono fastidiosi e cosa fare per limitarli. Non identificare la fine della fertilità con la fine con la femminilità. La femminilità non significa solo poter procreare, ma è molto altro e non finisce affatto con le mestruazioni. Accettare il naturale scorrere del tempo, gli anni che passano come un dono, cercando ulteriori esperienze ed emozioni. Anzi, spesso le donne proprio in questa fase sono nel pieno della loro realizzazione professionale, socioeconomica o affettiva, cioè di raccolta di quanto precedentemente seminato.
Anche l’utilizzo della meditazione (es. la mindfulness) o tecniche di rilassamento possono aiutare molto a sentirsi in maggior armonia con se stesse e a vivere piu’ pienamente il presente. “Prendersi cura di sé con la consapevolezza che nella vita sicuramente si sono affrontate prove peggiori. Prendersi cura anche in modo nuovo della propria immagine per l’effetto che di rimando ha su di noi e su chi ci sta intorno. Chiedere aiuto se la menopausa attiva vissuti psicologici complessi collegati spesso a vissuti precedenti che non sono stati ben elaborati e compresi: delusione, rimpianto, sensazione di non aver costruito, di aver fatto male “tutto”, di non aver ascoltato i bisogni più autentici. In questo caso, parlarne con uno psicologo, in particolar modo con approccio bioenergetico focalizzato sull’aspetto psicocorporeo, aiuterà a trovare gli strumenti adeguati per farvi fronte.”
E’ fondamentale essere informate e prendere consapevolezza di tutti i cambiamenti psico-fisici che il corpo dovrà affrontare. Per questo è consigliabile parlarne e confrontarsi con il ginecologo, che potrà dare dei consigli su come tenere a bada i sintomi della menopausa. “La fine della fertilità ha una variabilità ampia: il range va dai 45 ai 55 anni, con punte non rare di menopause precoci e tardive, il che estende la forbice dai 40 ai 58 – spiega Daniela Galliano medico chirurgo, specializzata in Ginecologia, Ostetricia e Medicina della Riproduzione, Responsabile del Centro PMA di IVI Roma – Nel caso doveste avvertire i primi sintomi intorno ai 40-45 anni, rientrereste assolutamente nella norma e tali sintomi potrebbero durare anche 6-8 anni. Si può parlare invece di menopausa vera e propria soltanto dopo 12 mesi consecutivi di assenza del ciclo mestruale. Alcune accortezze generali per affrontare meglio i primi disturbi? Smettere di fumare e osservare un’alimentazione corretta, senza scordarvi di bere tanta acqua per combattere la ritenzione idrica che inevitabilmente farà la sua comparsa. Può sembrare banale, ma dedicarsi a hobby e interessi nuovi può essere importantissimo. Si tratta di una necessità che però si scontra con una fisiologica apatia, con lo scoraggiamento del momento, a volte anche con la depressione (che può essere più o meno lieve). E qui entra in azione la persona che si ha al proprio fianco, che in questo caso può aiutare proponendo nuovi stimoli, nuove idee e attività, anche da svolgere insieme. A volte può bastare pochissimo: frequentare di più gli amici, fare un viaggio insieme, iscriversi a un corso, fare attività fisica. A volte basta solo dare un buon input per ottenere risposta.”
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