
La strada verso una reale parità di genere è ancora da completare ma rimane un’occasione per celebrare l’empowerment femminile e per contrastare ogni forma di gender gap. L’otto marzo di ogni anno si festeggia la “Giornata internazionale della donna”, una ricorrenza che nel corso dei decenni ha assunto sempre maggiore valore e che, oggi, risulta quanto mai necessaria. Quest’anno, come stabilito dalle Nazioni Unite, il tema scelto per sensibilizzare l’opinione pubblica è “le donne in un mondo del lavoro in evoluzione: verso un pianeta 50-50 nel 2030”. Un obiettivo che vede in prima linea anche IVI: il nostro team, infatti, è composto da tantissime ricercatrici, scienziate e medici. Inoltre, i nostri progressi nell’ambito della fecondazione assistita puntano anche a far fronte a tutte le differenze che, a livello legale e di percezione sociale, ancora esistono fra donne che hanno avuto un figlio in modo naturale e donne che, invece, hanno dovuto far ricorso a tecniche di medicina riproduttiva.
L’origine, smentita, della Giornata internazionale della donna
Il reale significato della scelta dell’otto marzo per la Giornata internazionale della donna non è ancora stato acclarato da storici e da sociologi. Secondo alcune ricostruzioni, in realtà smentite nel corso dei decenni, la scelta di questa data coincide con un evento drammatico: un rogo che proprio l’otto marzo del lontano 1908 ha causato la molte di moltissime operaie nella fabbrica di camicie Cotton a New York. In realtà, la decisione relativa a questa data è stata effettuata soltanto un anno dopo, nel 1910. Un’altra versione, presto smentita, fa risalire l’importanza di questo evento ad un ennesimo episodio tragico: proprio in questo giorno del 1857 una protesta delle operaie newyorkesi venne soffocata nel sangue.
La nascita ufficiale della Giornata internazionale della donna
L’istituzione di questa ricorrenza simbolica è merito del Partito Socialista statunitense, ed in particolare di Rosa Luxemburg, che scelse proprio questo giorno di marzo per ricordare “un tradimento politico” nei confronti delle donne: l’otto marzo del 1848, infatti, il Re di Prussia aveva promesso di concedere il voto alla popolazione femminile. Un impegno che venne presto dimenticato. L’ufficializzazione di questa ricorrenza avvenne di fatto nel 1917 quando le donne di San Pietroburgo manifestarono per chiedere la conclusione della guerra dando vita alla “rivoluzione russa di febbraio”. Nel nostro paese questa festa iniziò ad essere celebrata nel 1922, con una connotazione prettamente politica e, soltanto dopo la Seconda guerra mondiale, assunse un valore anche morale e sociale.
Il valore della Giornata internazionale della donna
Se la storia di questa ricorrenza risale a tantissimi decenni orsono, la sua ufficializzazione a livello mondiale è molto più recente. Il 16 dicembre del 1977, con la risoluzione 32/142, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che già aveva sancito nel 1945 il principio di uguaglianza fra i generi, ha proposto di dichiarare, in una data come l’otto marzo, la Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale” (“United Nations Day for Women’s Rights and International Peace“. Un giorno quanto mai necessario, anche oggi. Sempre le Nazioni Unite, infatti, nel rapporto intitolato UN Women, hanno rilevato come il divario salariale fra donne e uomini sia ancora pari al 23% ed episodi di violenza domestica continuino a coinvolgere addirittura una donna su tre.
Il tema di quest’anno
Quest’anno la Giornata internazionale della donna ha come tema il lavoro, uno degli ambiti in cui la differenza di genere continua ad essere ancora prepotente. “Le donne in un mondo del lavoro in evoluzione: verso un pianeta 50-50 nel 2030”, questo il titolo scelto per la ricorrenza con lo scopo di raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 ed in particolare l’uguaglianza di genere e l’accesso globale, senza discriminazioni, a una formazione qualitativamente significativa e a un apprendimento che non sia segnato da interruzioni.
La Giornata internazionale delle donne e il progresso scientifico
Riconoscere l’importanza di una giornata come l’otto marzo, significa anche impegnarsi proattivamente per eliminare tutte quelle barriere, politiche, economiche, reddituali, morali, sociali e, non in ultimo, scientifiche, che sono la causa non solo del gender gap, ma anche di una differenza fra le stesse donne sulla base della propria condizione sociale personale e del proprio vissuto. Come già spiegato da Daniela Galliano, Amministratore Delegato di IVI Italia in occasione di un’altra celebrazione rilevante come la “Giornata internazionale delle donne nella scienza”, occorre prendere in considerazione la condizione della donna anche in riferimento alla maternità: “Quando si tratta di questo tema purtroppo ancora si percepisce da parte delle istituzioni e dell’opinione pubblica un irrigidimento e si continua ad interpretare il progresso come una minaccia e non come un’opportunità”.
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