Una dieta sana ed equilibrata assume un’importanza essenziale durante la gravidanza, in particolare, l’alimentazione della donna ha un effetto diretto sulle condizioni di salute del nascituro. L’utilizzo di alcune categorie di alimenti e di alcune vitamine specifiche può consentire di prevenire malformazioni congenite e difetti cardiaci nel bambino. L’acido folico è una vitamina che ha un ruolo determinante nel metabolismo delle proteine e nella produzione degli acidi nucleici che sono portatori di informazioni genetiche. Secondo una recente ricerca del Ministero della Salute questa vitamina è in grado di ridurre del 70% il rischio di malformazioni congenite nel bambino. Per queste ragioni, l’assunzione di acido folico è consigliata non soltanto durante la fase della gravidanza, ma anche nel periodo preconcezionale, ossia nel trimestre che può precedere una gestazione qualora questa sia programmata. Secondo una recente previsione dell’Istituto Superiore di Sanità tutte le donne che pianificano una gravidanza dovrebbero assumerne almeno 0,4 milligrammi al giorno.
Cos’è l’acido folico e la distinzione con i folati
Da un punto di vista generale l’acido folico e i folati sono vitamine del gruppo B, generalmente indicati come “vitamina B9”. Occorre effettuare, però, una distinzione fra questi elementi. Per folato si intende la vitamina presente nel suo stato naturale negli alimenti, mentre l’acido folico (definito monopteroilglutammico o pteroilmonoglutammico) coincide con la molecola di sintesi presente nei supplementi vitaminici o aggiunta ad hoc in alimenti che vengono definiti come “fortificati”. La parola deriva dal termine latino “folium” ed è stata utilizzata per la prima volta negli anni ’40 per indicare le sostanze che venivano estratte dalle foglie di spinaci e si rivelavano efficaci contro alcune forme di anemie.
La funzione dell’acido folico
L’acido folico è una componente essenziale per lo sviluppo e la vita dell’uomo. Questa vitamina agisce principalmente a livello cellulare perché interviene nella formazione degli acidi nucleici che costituiscono il DNA. In questo senso la vitamina B9 assume un’importanza determinante nella crescita e nella riproduzione cellulare ed è indispensabile per le cellule che si riproducono velocemente, come quelle di sangue, pelle ed ossa, e a livello neuronale ossia per le cellule del cervello e del midollo spinale. Inoltre, con l’apporto congiunto della vitamina B12, l’acido folico partecipa alla sintesi dell’emoglobina ed ha quindi una funzione antianemica. L’acido folico concorre anche alla produzione della serotonina, il cosiddetto “ormone del buonumore” che ha un effetto di regolazione dell’equilibrio, dei ritmi del sonno, della salvaguardia della salute ossea e di controllo della pressione sanguigna.
L’acido folico in gravidanza
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità la quantità consigliata di acido folico per ogni essere umano è pari a 0,4 milligrammo al giorno. Un dosaggio che, però, richiede di essere incrementato nelle donne in età fertile che programmano una gravidanza o per quelle che siano già incinte. In queste ipotesi il fabbisogno giornaliero raccomandato è di 0,6 milligrammi al giorno e scende a 0,5 nel periodo dell’allattamento.
Perché l’acido folico deve essere integrato in gravidanza
Durante la fase che precede la gravidanza e nel corso della gestazione è richiesto un maggior fabbisogno di acido folico perché il feto ne assorbe la maggior parte e, di conseguenza, il 60% delle donne incinte soffre di carenza di questo elemento. Per questa ragione durante è necessario procedere ad un’integrazione dello stesso non soltanto con una dieta equilibrata, ma anche con appositi preparati farmaceutici.
Gli effetti della carenza dell’acido folico
I ricercatori dell’Università della North Carolina in uno studio hanno evidenziato il collegamento fra i modelli alimentari materni e il rischio per il nascituro di difetti cardiaci e del tubo neurale. I risultati mostrano come nelle donne che durante la gravidanza non integravano la dieta con acido folico c’era una maggiore probabilità di avere figli con difetti del tubo neurale. In particolare, la carenza di acido folico, soprattutto nelle prime fasi della gestazione, determina un aumento dei rischi di malformazione del feto. Uno dei principali problemi, in questo senso, è rappresentato dalla spina bifida, ossia una malformazione congenita che coinvolge la colonna vertebrale del nascituro e comporta disabilità motorie e funzionali. Un’altra gravissima conseguenza della carenza di acido folico durante la gravidanza può essere rappresentata dall’anencefalia, ossia dallo sviluppo incompleto del cervello nel feto, una condizione porta alla morte del bambino.
Gli alimenti ricchi di acido folico e l’integrazione
L’acido folico è presente in moltissimi alimenti sotto forma di folato. In particolare ne sono molto ricchi le verdure come broccoli, spinaci, bietola, lattuga, cavolo nero, indivia e rapa rossa. Un’elevata quantità è presente anche in legumi come fagioli, ceci e lenticchie e in alcuni tipi di frutta come arance, fragole, limone, kiwi e avocado. La vitamina B9 è anche presente in alcuni alimenti definiti come “fortificati”. Con questo termine si indica il processo attraverso il quale in particolari alimenti come cereali, biscotti e succhi di frutta vengono aggiunti nutrienti come minerali o vitamine. Occorre precisare, da questo punto di vista, come i folati pur essendo presenti in molti cibi hanno una ridotta biodisponibilità. Ad esempio, le verdure fresche conservate per tre giorni possono perdere fino al 70% del contenuto in folati. Inoltre, l’elevata idrosolubilità degli stessi comporta la possibilità di perderne fino al 95% nei processi di cottura. Per queste ragioni, durante la gravidanza, è opportuno procedere ad un’integrazione dell’acido folico con appositi preparati farmaceutici.
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