La Microiniezione Intracitoplasmatica di Spermatozoi (ICSI, per la sua sigla in inglese) si consiglia nei casi di infertilità maschile, facilitando così la fecondazione. Questo processo consiste nell’unione diretta tra ovulo e spermatozoo al fine di agevolare la fecondazione.
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In natura, gli spermatozoi eiaculati nuotano attraversando l’utero verso le tube di Falloppio. In una delle tube si trova l’ovocita, prodotto dall’ovulazione di quel mese. Uno degli spermatozoi passa attraverso i diversi strati che proteggono l’ovulo per fecondarlo, dando così origine allo zigote, che in seguito formerà l’embrione.
L’iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi, meglio conosciuta come ICSI (dalla sua sigla in inglese IntraCytoplasmic Sperm Injection), è una tecnica di Fecondazione Assistita effettuata presso le cliniche IVI autorizzate, che prevede l’introduzione diretta di uno spermatozoo nell’ovulo, al fine di facilitare la fecondazione.
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La tecnica ICSI prevede l’unione diretta dell’ovulo e dello spermatozoo – per tramite dei nostri embriologi -, al fine di facilitare la fecondazione. Uno spermatozoo con scarsa mobilità o morfologia anormale avrebbe maggiori difficoltà nel raggiungere l’ovulo in modo naturale o attraverso la classica tecnica di Fecondazione in Vitro.
Per eseguire l’ICSI, è necessario effettuare una stimolazione ovarica controllata della paziente o della donatrice (in caso di utilizzo di ovuli donati), al fine di ottenere un buon numero di ovuli a seguito del pick-up.
A sua volta, il campione di seme viene ottenuto (o scongelato, se viene utilizzato seme di donatore) e capacitato. La capacitazione del seme consiste nel trattamento del campione al fine di ottenere una frazione con gli spermatozoi migliori e attivare la loro capacità di fecondare.
Una volta ottenuti entrambi i gameti, l’embriologo procede all’esecuzione dell’ICSI. Per fare ciò, posiziona i campioni su una piastra di coltura e, usando un microscopio e dei micromanipolatori, seleziona uno spermatozoo, lo immobilizza e lo introduce nell’ovulo, attraverso una cannula. Questa procedura si ripete con ciascuno degli ovuli maturi ottenuti. In questo modo, viene facilitata al massimo la fecondazione.
Il giorno successivo, l’embriologo valuta gli ovuli microiniettati per vedere in quali di loro sia avvenuta correttamente la fecondazione. Questi ultimi, definiti “zigoti”, rimangono in cultura normalmente per 5 o 6 giorni e danno origine a embrioni, che vengono valutati in maniera sequenziale fino al completamento del loro sviluppo. In seguito, verranno selezionati gli embrioni migliori e uno di questi verrà trasferito in utero.
Le principali differenze tra FIVET e ICSI risiedono nel metodo di fecondazione e nella selezione degli spermatozoi. Nella FIVET l’ovocita viene co-incubato con gli spermatozoi, consentendo che la fecondazione avvenga in condizioni che simulano il processo naturale, mentre durante la ICSI l’embriologo seleziona i singoli spermatozoi da microiniettare direttamente nel citoplasma dell’ovocita affinché avvenga la fecondazione.
Attualmente i tassi di successo della tecnica ICSI è intorno al 75-78%