SI APRE A ROMA IL CONVEGNO IVI: UNO SGUARDO SULLA MEDICINA DELLA RIPRODUZIONE DEL XXI SECOLO
- Ovodonazione: IVI ha realizzato in Spagna la Banca Centrale di Ovociti più grande d’Europa
- Ringiovanimento ovarico e preservazione della fertilità tra le prospettive future della PMA
- I numeri del 2017 del Centro IVI di Roma
ROMA, 1 giugno 2018
Ovodonazione, preservazione della fertilità e ringiovanimento ovarico. Questi i temi principali del Convegno “La Medicina della Riproduzione del XXI secolo” organizzato dal Centro IVI di Roma e in corso nella capitale.
IVI ha realizzato in Spagna la Banca Centrale di Ovociti più grande d’Europa, facendo registrare 7.000 cicli di donazione solo nel 2016. Le donatrici di IVI vengono selezionate in maniera molto scrupolosa: in un primo momento sono sottoposte a un colloquio con lo psicologo e poi ad accertamenti clinici per stabilirne l’idoneità. Solo circa il 25/30% delle candidate viene ammesso alla fase successiva, che prevede controlli sul cariotipo e un Test di Compatibilità Genetica (TCG) per verificare la presenza di alterazioni cromosomiche che potrebbero causare malattie genetiche nei neonati.
7.000 sono state le donne italiane che, dal 2012 al 2016, si sono sottoposte a cicli di trattamento con ovodonazione presso i Centri IVI in Spagna. Nel nostro Paese le donatrici sono poche e i centri italiani sono costretti a importare gli ovociti dall’estero.
“Fin dalla sua nascita nel 1990 – dichiara Daniela Galliano, Direttrice del Centro IVI di Roma – i medici IVI sono costantemente impegnati nella ricerca scientifica oltre che nella pratica clinica che viene esercitata con competenze di altissimo livello, facendo registrare ai nostri centri un tasso di successo dei trattamenti pari al 90%. Le nuove prospettive della PMA sono incoraggianti e riguardano sia la preservazione della fertilità, così importante per le pazienti oncologiche che, grazie alla vitrificazione degli ovociti, possono immaginare una gravidanza dopo la malattia, sia il ringiovanimento ovarico per le donne che presentano una riduzione della riserva ovarica a causa di insufficienza ovarica o menopausa precoce”.
Grazie al ringiovanimento ovarico effettuato con frammentazione di tessuto ovarico o infusione di cellule staminali nell’arteria ovarica, l’ovaio inverte parzialmente il processo di invecchiamento e attiva follicoli dormienti che altrimenti rimarrebbero nell’ovaio senza svilupparsi.
In occasione del Convegno, il Centro IVI di Roma diffonde i propri dati relativi all’anno 2017.
Dai numeri emerge che l’età media in cui le donne si sono sottoposte ad un trattamento di fecondazione assistita gestito da IVI Roma ed effettuato presso le cliniche spagnole del centro è stata di 40,6 anni, media che è andata crescendo nel corso degli anni (nel 2015 era di 40,4 anni). Questo risultato è in linea con quanto reso noto dall’ISTAT, che per il 2017 ha rilevato in Italia un innalzamento dell’età media a cui si arriva per il primo parto (31,8 anni), dimostrando come la decisione di avere figli venga posticipata sempre di più.
L’inseminazione artificiale è il trattamento che viene effettuato dalle donne più giovani (34,1 anni di media), mentre la fecondazione in vitro con gameti propri viene riservata a donne di età superiore (38 anni di media). Per quanto riguarda la fecondazione eterologa, è il trattamento che viene effettuato generalmente superati i 40 anni, quando è sconsigliabile l’utilizzo dei propri ovociti (42,8 anni di media).
Rispetto al 2016, il totale dei trattamenti ha visto un aumento del 47%. La fecondazione eterologa risulta il trattamento più effettuato, con il 57% del totale. La fecondazione in vitro con gameti della coppia è il secondo trattamento più effettuato, con un valore pari al 34%.
“Come confermato dall’ISTAT – aggiunge la Dott.ssa Galliano – in Italia, e in molti Paesi dell’area occidentale, le donne decidono ormai di avere figli nella seconda parte della propria età riproduttiva. Questo ovviamente può essere spiegato sia da motivi sociali e di scelta personali, sia da ragioni economiche. Una condizione che può portare naturalmente ad una riduzione del tempo biologico a disposizione per procreare. Da qui la necessità di ricorrere a trattamenti di fecondazione assistita, che possono dare a molte coppie la possibilità di ottenere una gravidanza anche in età più avanzata”.
Secondo i dati più aggiornati del Registro Nazionale della Procreazione Medicalmente Assistita (Istituto Superiore di Sanità, 2017), le coppie che nel 2015 hanno fatto ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita sono state più di 74mila, contro le 69mila del 2010.
“Questo dimostra quanto la fecondazione assistita venga in questi ultimi anni sempre più considerata una valida opzione, per le coppie che desiderano avere un figlio – conclude la Dott.ssa Galliano -. Anche i dati di IVI Roma confermano questo trend: nel 2015, anno di apertura del centro a Roma, gestivamo nelle nostre cliniche spagnole 193 trattamenti di pazienti provenienti dal centro IVI della capitale. Nel 2017 il numero è salito a 1.187. Un notevole incremento riguarda anche la Diagnosi Genetica Preimpianto, ossia la diagnosi delle malattie genetiche e cromosomiche degli embrioni prima dell’impianto, che serve per accertare che la prole nasca priva di malattie ereditarie. Per questa tecnica, per cui IVI è pioniere, nel 2017 abbiamo registrato un incremento pari al 155% rispetto al 2015”.
Dati: IVI-RMA Global, ISTAT, Istituto Superiore di Sanità.