- Un aiuto concreto per le coppie che si sottopongono a trattamenti di fecondazione assistita per diventare genitori
- Qualità nei protocolli medici, tecniche avanzate, tecnologia all’avanguardia e professionisti altamente qualificati consentono di offrire questo piano innovativo
Roma, 10 aprile 2018
Per la prima volta in Italia e in alcuni Paesi d’Europa arriva un aiuto concreto per le coppie che desiderano avere un figlio e si rivolgono alla fecondazione assistita.
Alla difficile e, spesso, lunga esperienza della ricerca di un bambino che non arriva, i centri IVI rispondono lanciando IVI Baby. Questo innovativo programma nasce alla luce della più grande preoccupazione che anima tutti i pazienti sottoposti a un trattamento riproduttivo, ovvero l’incertezza e l’ansia di non sapere quanto tempo durerà e quanto costerà il trattamento e, soprattutto, cosa accadrà se la gravidanza non verrà raggiunta. IVI Baby è la risposta a queste domande: la sicurezza di sapere che IVI, nel momento in cui la gravidanza non dovesse terminare con la nascita di un bambino, restituirà quanto speso per i trattamenti eseguiti.
“La qualità dei protocolli medici, la tecnologia all’avanguardia dei nostri laboratori e il lavoro altamente qualificato dei nostri professionisti ci consentono di proporre questo programma con la sufficiente garanzia di riuscire a far avverare i desideri dei nostri pazienti” – afferma il Professor Antonio Pellicer, Presidente IVI. “Con tutte le nostre cliniche, siamo i primi a scommettere su un piano come questo: qualcosa che è possibile solo grazie alle nostre alte percentuali di successo. Grazie al programma IVI Baby stimiamo che oltre il 50% dei pazienti potrà beneficiare di risultati positivi. Il nostro obiettivo a medio e lungo termine è quello di rendere questo programma esteso al maggior numero di pazienti possibile”, aggiunge il Professor Pellicer.
IVI Baby è un messaggio di speranza, un nuovo concetto incentrato sulla tranquillità delle pazienti. Un percorso verso la maternità che IVI decide di affrontare insieme alle sue pazienti fino alla nascita del bambino. “Si tratta di un passo in avanti per il processo riproduttivo delle donne – aggiunge la Dott.ssa Daniela Galliano, Direttrice del Centro IVI di Roma. Per noi non è più sufficiente garantire le tanto attese “beta positive”, ma vogliamo impegnarci con loro per poter avere quel bambino tanto atteso. Con IVI Baby l’obiettivo non è solo la gravidanza, ma il bambino a casa. Vogliamo offrire la tranquillità di sapere che durante i 9 mesi di gravidanza le donne possano contare su questa assicurazione”.”Questo programma – conclude la Dottoressa Galliano – è destinato a coprire una necessità concreta delle nostre pazienti. Dopo anni di studi e dopo molte indagini, abbiamo riscontrato che in tutte le pazienti è sempre presente un fattore decisivo per il successo del loro trattamento: la tranquillità. Tutte hanno chiesto un servizio come quello che oggi siamo in grado di offrire. IVI Baby è la loro assicurazione, la loro garanzia e il nostro impegno per la loro serenità”.
In Italia solo nel 2015 sono state 74.292 le coppie che si sono sottoposte a tecniche di procreazione medicalmente assistita e 12.836 i bambini nati vivi – di cui 12.235 con fecondazione omologa e 601 con fecondazione eterologa – pari al 2.6% del totale dei bambini nati in Italia nel 2015 (485.780 nati vivi, ISTAT).
L’età media delle donne che accedono a tecniche omologhe a fresco è costante rispetto agli anni precedenti e si attesta sui 36.68 anni. Sono aumentate le donne con più di 40 anni che accedono a queste tecniche: sono il 33,7% nel 2015, erano 20,7% del 2005.
Inoltre, nella fecondazione eterologa l’età della donna è maggiore se la donazione è di ovociti (41.5 anni) e minore se la donazione è di seme (35.3). La maggiore età di chi accede alla “eterologa femminile” (rispetto all’omologa) sembra indicare che questa tecnica sia scelta soprattutto per infertilità fisiologica, dovuta appunto all’età della donna, e non patologica