Negli ultimi anni si è assistito in Italia ad un declino delle natività. Si stima che il 15% delle coppie abbia problemi di infertilità. Lo scoglio principale è rappresentato dal tempo, non solo riferito all’età in cui si decide di intraprendere una gravidanza, ma anche al momento in cui si decide di sottoporsi a degli approfondimenti mirati.
IVI, la clinica internazionale specializzata in riproduzione assistita, ha per questo avviato una serie di iniziative tra cui la possibilità di effettuare dal 9 al 13 maggio – presso il proprio centro di Roma Casilino – il test AMH per capire lo stato della propria fertilità ed eventualmente affrontare per tempo quella che può diventare una malattia sempre più diffusa nel nostro Paese
Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, l’infertilità colpirebbe oggi in Italia circa il 15% delle coppie. Fattori ambientali, scorrette abitudini alimentari, innalzamento dell’età della prima gravidanza o patologie come l’endometriosi sono fra le principali minacce alla fertilità. Ma quanti sanno che alcuni fattori possono essere rimossi grazie a un controllo preventivo e ad un intervento tempestivo?
“Il tempo è il principale nemico della fertilità – spiega la Dott.ssa Daniela Galliano, ginecologa, specialista in Medicina della Riproduzione e Direttrice IVI-RMA a Roma – non solo perchè negli ultimi anni l’età media dellle madri alla nascita del primo figlio è cresciuta sensibilmente ma anche perché effettuare in tempo i giusti controlli permette di agire in maniera mirata ed efficace. La curva della fertilità femminile comincia il suo declino dopo i 35 anni, quando la riserva ovarica e la qualità degli ovociti cominciano a ridursi notevolmente. Appare chiaro quindi che il fattore temporale diventa di fondamentale importanza: è essenziale che tutte le donne, anche le più giovani, siano informate sui problemi di infertilità più comuni ma anche sulle possibili soluzioni per affrontarli. Per fortuna oggi la scienza mette a disposizione tanti sistemi dignostici e tante cure per affrontare le varie patologie”
IVI è una delle realtà più importanti nel panorama della riproduzione assistita e uno dei suoi obiettivi è quello di sensibilizzare sulla salute riproduttiva, attraverso l’informazione e la conoscenza, in maniera che ogni persona abbia la libertà di scegliere quale tipo di percorso portare avanti nella propria vita. Ecco perché dal 9 al 13 Maggio, presso la clinica di Roma Casilino (Via Federico Calabresi 11), si è deciso di rendere gratuito a tutte le donne che ne faranno richiesta, e fino ad esaurimento posti giornalieri a disposizione, uno degli esami sulla fertilità più importanti e più richiesti dalle pazienti, ovvero quello sull’AMH, un semplice esame del sangue che accerta i valori dell’ormone antimulleriano, una glicoproteina che viene prodotta nell’uomo dai testicoli e nella donna dai follicoli. Una sorta di “orologio biologico” che consente di valutare l’indice di fertilità di ogni donna e la capacità fertile di ogni uomo adulto. Quest’esame ha un’importanza determinante, inoltre, qualora si decida di procedere alla fecondazione assistita, perché consente di valutare il tasso di fecondazione e permette di avere indicazioni sul numero e la qualità degli embrioni. Inoltre, l’ormone antimulleriano può essere utilizzato come un marker tumorale per alcuni tumori ovarici.
Lo studio del livello dell’AMH consente di valutare in maniera adeguata il protocollo di stimolazione e la concentrazione farmacologica più adatta al singolo caso e, di conseguenza, permette di creare una terapia “ad hoc” in grado di massimizzare i risultati in base alle condizioni della paziente.
Secondo recenti studi, ad esempio, le donne con valori di AMH più alti hanno una migliore risposta alla stimolazione ovarica e, di conseguenza, oltre ad ottenere un maggior numero di ovuli, questi si caratterizzano anche per una migliore qualità. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Fertility&Sterility, è stata dimostrata una correlazione fra il livello di AMH e il numero di ovociti recuperati: i ricercatori, in base a questa indagine, hanno concluso come l’ormone antimulleriano sia il miglior marker per predire la risposta ovarica alla stimolazione. Gli scienziati ritengono, in questo senso, che l’AMH sia un indicatore migliore anche rispetto all’età anagrafica.
“Il cosiddetto inverno demografico, l’aumento dell’età media della popolazione, il basso tasso di natalità sta diventando un grave problema socio-economico per l’Europa e in particolare per l’Italia – continua la Dott.ssa Galliano – oggi molte donne arrivano in età adulta senza avere le giuste informazioni sul proprio corpo e sugli strumenti che la scienza mette a disposizione per non doversi trovare in certe situazioni quando è troppo tardi. Per questo abbiamo pensato a questa iniziativa, per rendere visibile questo problema e generare consapevolezza in modo che ogni donna abbia abbastanza informazioni per prendere una decisione. Essere in grado di decidere con tutte le informazioni è esercitare la libertà e avere in mano tutti gli strumenti per prevenire una vera e propria patologia, come definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che è l’infertilità”
Per iscriversi all’iniziativa è possibile collegarsi sul sito alla pagina Preserva la tua fertilitá – IVI (ivitalia.it) e compilare il form di registrazione.