31 Maggio, Giornata Mondiale Senza Tabacco: IVI lancia monito sui rischi del fumo per la fertilità
IL FUMO PUÒ RITARDARE IL CONCEPIMENTO FINO A 12 MESI E COMPROMETTERE IL SUCCESSO DELLE TERAPIE DI PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA
- Le donne che fumano in Italia sono poco meno della metà
- 14 su 100 quelle che fumano in gravidanza
- Danni anche al nascituro
Roma, 29 MAGGIO 2018
IVI – Istituto Valenciano di Infertilità – in occasione della Giornata Mondiale senza tabacco che si celebra il 31 maggio lancia un monito sui gravi rischi che il fumo provoca sulla fertilità e sulla salute del nascituro.
In Italia, le donne che fumano sono poco meno della metà e il 38% fuma ogni giorno. Rispetto a 10 anni fa, in cui il 46% delle intervistate dichiarava di vivere con pochissimi fumatori accanto (uomini e donne), oggi più di un quinto delle italiane afferma di vivere con fumatori in casa1.
Numerose ricerche condotte negli ultimi anni hanno inoltre mostrato una correlazione tra il fumo in gravidanza e le difficoltà economiche: si è evidenziato infatti che le donne esposte a difficoltà economiche riescono più difficilmente a smettere di fumare anche in gravidanza, con gravi rischi di salute per se stesse e per il nascituro1.
Sono 14 su 100 le donne in gravidanza che in Italia fumano (23 su 100 le fumatrici in generale) e in allattamento la percentuale arriva a 11 su 100 (dati raccolti tra il 2014 e il 2016 dal sistema di sorveglianza Passi).
Molti gli effetti del consumo di nicotina sulla fertilità femminile: da problemi di ovulazione e danni a ovaie e a ovociti, fino a menopausa precoce e aumento del rischio di cancro e di aborto spontaneo. Inoltre, la percentuale di donne con un ritardo di concepimento di oltre 12 mesi risulta essere più alta del 54% per le fumatrici rispetto alle non fumatrici.
Riduzione del numero degli spermatozoi, della loro motilità e morfologia, invece, le conseguenze tra i fumatori.
“Il fumo impatta negativamente anche sulle coppie con problemi di infertilità che si sottopongono a trattamenti di procreazione medicalmente assistita – afferma la Dottoressa Daniela Galliano, Direttrice del Centro IVI di Roma – poiché può far diminuire il tasso di successo dei trattamenti fino al 34%. In particolare, nelle fumatrici si assiste alla diminuzione della riserva ovarica, minore risposta ovarica alla stimolazione, ridotto numero di ovociti recuperati e fecondati e tassi più bassi di gravidanza rispetto alle donne che non fumano”.
Infine, gli effetti del fumo sono molto pesanti anche sulla gravidanza e sul benessere del neonato: numerosi studi dimostrano come il fumo sia associato ad un aumento delle percentuali di aborti spontanei, nascite premature, rischio di gravidanza multipla, e basso peso del nascituro, che può andare incontro più facilmente al rischio di morbilità e mortalità correlate.
Bibliografia: 1 Fondazione Umberto Veronesi / Astra Ricerche