Cosa sono i polipi uterini
I polipi uterini sono dei tumori generalmente benigni che possono originare sia dal corpo che dal canale vaginale. Tra i polipi uterini vengono distinti i polipi endometriali e i polipi della cervice uterina, entrambe tipologie di polipi raramente maligni, che si distinguono principalmente a seconda dell’area in cui nascono.
I polipi dell’endometrio sono delle neoformazioni caratterizzate dalla crescita di ghiandole endometriali e dello stroma (ovvero il tessuto che forma l’impalcatura di sostegno di un organo).
I polipi endometriali possono aderire alla parete uterina sia tramite un vasto peduncolo (polipo dell’endometrio “sessile”) che attraverso una radice sottile (polipo dell’endometrio “peduncolato”). Questa tipologia di polipo non si presenta con frequenza prima dei 20-30 anni di vita di una donna, ma ha invece un’incidenza molto più rilevante durante il periodo precedente alla menopausa. Allo stesso modo, secondo la letteratura medica, è difficile incontrare polipi endometriali nel periodo successivo alla menopausa.
Capita di frequente che i polipi dell’endometrio si presentino in forma multipla. Secondo la letteratura medica, i polipi endometriali possono formarsi a livello di ciascuna parete o, qualora le dimensioni siano molto grandi, possono sporgere dal canale cervicale o in vagina. La loro dimensione può variare notevolmente, da pochi millimetri a diversi centimetri.
I fattori di rischio per lo sviluppo di polipi endometriali possono comprendere un iperestrogenismo endogeno o esogeno, oppure la Sindrome di Lynch. In merito proprio a quest’ultima, sembrerebbe che le donne che sono affette da questa sindrome, possano avere un’incidenza maggiore di polipi dell’endometrio rispetto alla popolazione in generale.
Quando si parla invece di polipo della cervice uterina, si intende una proliferazione della mucosa cervicale, tendenzialmente “peduncolata”. Rispetto al polipo dell’endometrio, il polipo cervicale può essere unico o multiplo e variare nelle dimensioni, che passano da pochi millimetri a 2-3 centimetri, ma raramente può assumere dimensioni più grandi. Per quanto riguarda l’aspetto, quello del polipo cervicale è caratterizzato da colore roseo o rosso, e la consistenza è piuttosto molle.
Rispetto al periodo in cui può presentarsi, il polipo della cervice uterina si manifesta principalmente nelle donne nel periodo di età fra i 40 e i 50 anni.
Sintomi del polipo uterino
La presenza di polipo dell’endometrio è una delle cause più comuni di sanguinamento uterino anomalo, anche se spesso lo stesso può essere silente per lunghi periodi.
In pazienti affette da polipo endometriale, spesso infatti si verifica il fenomeno di uno “spotting” di sangue persistente, soprattutto dopo le mestruazioni, oppure di un flusso di sangue molto abbondante. Secondo la letteratura medica, le perdite di sangue si verificano nel 64-88% di donne affette da polipi endometriali. Nella gran parte dei casi però, il polipo endometriale è asintomatico e viene diagnosticato per caso nel corso di una ecografia pelvica o di un’isteroscopia, effettuate per altre ragioni.
I polipi endometriali che hanno un diametro inferiore al centimetro spesso possono regredire in maniera spontanea oppure venire eliminati direttamente nel corso della mestruazione. Secondo la letteratura medica, circa il 95% dei polipi endometriali sono di natura benigna. Durante l’isteroscopia diagnostica ambulatoriale può però essere eseguita una biopsia mirata per stabilire che natura istologica abbia il polipo stesso.
I polipi che presentano sintomi, devono invece essere asportati, sia nel caso in cui le donne siano in ricerca di una gravidanza sia che siano in fase di menopausa. Lo scopo principale non è solo quello di rimuovere il sintomo, ma riguarda anche un’eventuale diagnosi di malignità, poiché i polipi sintomatici sono più frequentemente maligni.
Nelle donne invece che sono nell’età che segue la menopausa, è necessaria la rimozione tramite polipectomia. In presenza però di determinate caratteristiche ecografiche e in assenza di perdite ematiche, il polipo endometriale può essere monitorato costantemente tramite ecografie programmate.
Per quanto riguarda invece il polipo della cervice uterina, questo viene di frequente diagnosticato in maniera occasionale, ad esempio durante una visita ginecologica di routine. In altre occasioni, il polipo, a causa della sua natura estremamente vascolarizzata, può provocare perdite di sangue irregolari, specialmente a seguito di rapporti sessuali. Nel caso del polipo della cervice uterina, la terapia consiste nell’asportazione del polipo stesso.
Polipi uterini e gravidanza
Secondo numerosi studi scientifici, i polipi dell’endometrio vengono frequentemente riscontrati in donne con problemi di infertilità, anche se di fatto la loro incidenza è sconosciuta. Infatti, molti testi di ginecologia e ostetricia dei giorni d’oggi affermano che, nonostante ci siano numerose ipotesi che i polipi endometriali possano incidere sulla fertilità femminile, specialmente polipi di dimensioni significative, la patogenesi dell’infertilità femminile da polipi dell’endometrio rimane sconosciuta.
Nelle donne che non presentano particolari sintomi, la polipectomia è sicuramente indicata in caso di polipi endometriali di diametro superiore a 1,5 cm oppure in caso di polipi multipli.
Nel caso di donne che siano alla ricerca di una gravidanza e sono affette da polipi endometriali che presentano sintomi, è necessario asportare il polipo. Questo come detto per una possibile diagnosi di malignità, oltre alla necessità di eliminare il sintomo.
Per quanto riguarda donne con problemi di infertilità, se si ha intenzione di intraprendere un percorso di fecondazione assistita, è necessario procedere con la rimozione del polipo.
In caso di infertilità, come fare?
Di fronte a problemi di infertilità, presso le cliniche IVI vengono effettuati esami e analisi approfondite per capire la tipologia di trattamenti più efficace e più adatta ad ogni tipo di persona.
Le pazienti che giungono in IVI con possibili problemi di infertilità, vengono analizzate caso per caso, in modo da capire la situazione singola di ogni paziente e comprendere quale sia il trattamento migliore da intraprendere.
Per determinare un’effettiva infertilità, viene analizzata la storia clinica della coppia e viene effettuata una visita medica completa di entrambi i membri. Nel caso della donna, vengono effettuati esami di base come lo studio ormonale basale, l’ecografia e l’isterosalpingografia. Ovviamente, a seconda della paziente, è possibile che la scelta degli esami da effettuare venga ampliata, in modo da poter avere un quadro molto più ampio della situazione. Per completare il quadro, è necessario senza dubbio analizzare anche il partner maschile, con esami che riguardano la qualità dello sperma mediante uno spermiogramma.
Nel caso in cui vengano ritenuti necessari, vengono consigliati esami aggiuntivi, che possano aggiungere elementi maggiori per un’analisi più completa della situazione. A seguito della valutazione dei risultati, sarà lo specialista stesso a capire e a consigliare il trattamento più idoneo da seguire.
Attualmente il 90% delle coppie che si rivolge alla fecondazione assistita, trova una soluzione al proprio problema. Rivolgersi ad una clinica in cui vengono effettuati trattamenti di procreazione medicalmente assistita (pma) è fondamentale per capire la tipologia di trattamento più efficace da intraprendere.
Le tecniche di fecondazione assistita che vengono utilizzate in caso di problemi di fertilità sono numerose, e vengono valutate a seguito di attenta analisi con il team della clinica di procreazione assistita. Si passa da trattamenti più semplici come l’inseminazione artificiale, alla fecondazione in vitro, fino ad arrivare alla fecondazione eterologa.
Fonti: “Ginecologia e Ostetricia”, F.M. Bombelli – M.T. Castiglioni – Società Editrice Esculapio, 2014.
“Infertilità Umana, principi e pratica.” G.B. La Sala, G.M. Colpi, S. Palomba, A. Nicoli, L. De Pascalis, M.T. Villani – Edra, 2014
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