Qual è l’età fertile di una donna?
Come afferma l’Istituto Superiore di Sanità, le donne dovrebbero essere consapevoli del fatto che l’età fertile delle donne ha un suo declino con il passare degli anni. Inoltre, è fondamentale sapere che il declino stesso avviene prima del termine delle mestruazioni e dell’ingresso nella menopausa.
La fertilità delle donne si riduce già dopo i 30 anni, subendo un calo significativo dopo i 35 anni (50%) e più drastico dopo i 40 anni.
Secondo un recente studio statistico dell’Università di Padova, tra i 19 e i 26 anni la probabilità che una donna possa rimanere incinta se ha rapporti sessuali durante i giorni più fertili è di 1 su 2, mentre diminuisce di 1 su 3 per la fascia d’età che va dai 35 ai 39 anni.
Questo perché il patrimonio ovocitario femminile subisce un invecchiamento e una progressiva diminuzione, sin dal primo giorno di vita. In una bambina infatti si hanno circa 1-2 milioni di ovociti, che nell’età puberale scendono a 300/500 mila, arrivando circa a 25.000 nella fascia di età dai 38 ai 40 anni.
Quindi, mentre gli spermatozoi vengono prodotti continuamente, il patrimonio ovocitario di una donna rimane lo stesso per tutta la vita. In corrispondenza della menopausa, intorno ai 50 anni, la quantità di ovociti si riduce drasticamente a 1.000.
Con l’età, inoltre, aumenta il rischio di anomalie cromosomiche nel bambino, come ad esempio la Sindrome di Down (da un caso su duemila nelle ventenni a un caso su venticinque nelle donne di quarantacinque anni), e di malattie che colpiscono l’apparato riproduttivo femminile, come l’endometriosi o i fibromi uterini. Inoltre, si ha un rischio maggiore di aborti, o di complicanze ostetriche come il distacco della placenta.
Influenza dell’età per avere una gravidanza.
Secondo gli ultimi dati ISTAT, l’età media al parto in Italia sale a 31.8 anni. Inoltre, nel 2017 si conteggiano 464mila nascite, nuovo minimo storico, e il 2% in meno rispetto al 2016, quando se ne ebbero 473mila.
Negli ultimi anni si è infatti assistito ad un calo importante delle nascite in Italia, anche a causa di un mutamento profondo del tessuto sociale ed economico, che spinge le donne ad avere il primo figlio sempre più tardi. Secondo una recente ricerca, ad esempio, le donne nate nel 1975 saranno la generazione più infeconda degli ultimi 130 anni.
In Italia, come in altri paesi del mondo occidentale, le donne rimandano la scelta di avere figli nella seconda parte della loro potenziale vita riproduttiva. Il che, generalmente, continua a comportare un aumento dei tassi di fecondità nelle età più avanzate, ma anche una riduzione di quelli in età giovanile e, di fatto, una condizione che conduce a ridurre il tempo biologico a disposizione per procreare.
Per questa ragione, nel momento in cui si decida di avere un figlio in età avanzata, è consigliabile pensare di avvicinarsi alla procreazione assistita.
Tecniche di fecondazione assistita
Le tecniche di fecondazione assistita (pma) possono permettere alle coppie con problemi di infertilità di poter ottenere la gravidanza desiderata.
Come detto, spesso la posticipazione della gravidanza è determinata da scelte di vita e lavorative difficilmente procrastinabili. Queste decisioni, di conseguenza, comportano un aumento delle richieste di fecondazione assistita ed in particolare di fecondazione eterologa.
L’età media delle donne che si avvicinano a queste tecniche è in genere di 36 anni, ma si assiste ad un aumento continuo e costante delle over 40 che nel 2015 sono state oltre un terzo del totale, mentre appena dieci anni prima rappresentavano il 20%.
Molto importante per le donne è sapere che possono ricorrere a tecniche di preservazione di fertilità, in modo da ritardare la propria maternità nel momento in cui saranno pronte ad affrontare questa nuova esperienza. Queste tecniche, come ad esempio la vitrificazione degli ovociti, possono permettere alla donna la scelta di quando desiderare un figlio, valutando il momento più adatto per la propria vita.
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