Un nuovo studio incentrato sull’intelligenza artificiale applicata nel contesto della PMA è alla base della ricerca presentata nel contesto del Congresso Internazionale IVIRMA a Malaga sulla medicina riproduttiva. Un’occasione unica in cui si è fatto il punto sugli ultimi progressi della medicina riproduttiva, come la creazione di nuovi spermatozoi, embrioni artificiali o il ruolo dell’intelligenza artificiale nei processi riproduttivi.
Nuovi focus di studio dell’Intelligenza artificiale
Lo studio “Analysis of the morphological dynamics of blastocysts after vitrification/warming: defining new predictive variables of implantation” del Dott. Marcos Meseguer, supervisore scientifico ed embrologo di IVI Valencia parte dal presupposto che negli ultimi anni, le valutazioni embrionali effettuate con un sistema time-lapse hanno fornito una comprensione più precisa dello sviluppo embrionale, identificando diversi parametri morfocinetici come marcatori di vitalità embrionale, che sono serviti a definire modelli complementari di selezione embrionale. Tuttavia, dopo le procedure di vitrificazione e devitrificazione, le blastocisti subiscono molteplici cambiamenti morfologici che possono rendere difficile valutare la loro qualità, e poco si sa finora sull’applicazione di questa tecnologia alle blastocisti vetrificate e devitrificate.
Questo lavoro ha permesso di valutare le dinamiche post-devitrificazione degli embrioni per prevedere il potenziale di impianto di blastocisti devitrificate attraverso l’uso di reti neurali artificiali (ANN) basate sull’intelligenza artificiale (AI) che mostra come un embrione che inizia la sua espansione precocemente (quando il tempo medio di espansione è di 50 minuti) ed esegue questo processo rapidamente, acquisendo una superficie superiore a 0,14 millimetri quadrati, può impiantarsi fino al 30% in più di un embrione che si espande più lentamente durante quelle prime 4 ore di vita. L’intelligenza artificiale ci consente quindi di identificare embrioni che, sebbene mostrino una buona morfologia, hanno una bassa probabilità di impianto perché quando sono devitrificati, hanno impiegato molto tempo per espandersi o si sono espansi molto poco”.
L’esperienza di IVI
La coltura embrionale prolungata e il trasferimento di blastocisti sono ormai una pratica comune che ha dimostrato un miglioramento nella selezione degli embrioni e, quindi, nelle percentuali di successo dei trattamenti riproduttivi. Questa strategia prevede la crioconservazione di tutte le blastocisti vitali e il loro trasferimento nei cicli successivi, evitando così il rischio di iperstimolazione ovarica. Questo crescente aumento dei cicli di trasferimento ritardati ha portato allo sviluppo di criteri di selezione sempre più precisi per migliorare i risultati dei trasferimenti di blastocisti vitrificati.
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