L’infertilità è un problema che colpisce in egual misura uomini e donne e che, sulla base delle stime dell’Istituto Superiore di Sanità, coinvolge approssimativamente il 15% delle coppie. Secondo recenti ricerche, questo fenomeno colpisce nel 30% dei casi le donne e in identica proporzione gli uomini, e in un’elevata percentuale di casi (20%) questa problematica è condivisa da entrambi i membri della coppia, mentre in molte ipotesi (circa il 20%) non è possibile individuare con certezza la causa in quanto non risultano anomalie evidenti in nessuno dei partner. Grazie al progredire e all’attività costante di ricerca nell’ambito delle tecniche di fecondazione assistita (come la fecondazione eterologa o la fivet), le nostre cliniche permettono a 9 pazienti su 10 di coronare il proprio desiderio di diventare genitori. IVI offre una risposta concreta alla costante e crescente richiesta di procreazione medicalmente assistita nel nostro paese: infatti, secondo le statistiche dell’Istituto Superiore di Sanità, negli ultimi sei anni le coppie che si sono rivolta alle tecniche di pma sono aumentate del 20%. Ma quali sono le principali cause di infertilità?
Le più note cause di infertilità femminile
L’infertilità femminile è diagnosticabile quando, dopo dodici mesi di rapporti continuati non protetti (termine che si dimezza a sei mesi nel caso di donne con più di 35 anni), non si riesce ad avviare una gravidanza. Da un punto di vista statistico e medico, la causa prevalente di infertilità femminile (circa il 25% dei casi) è da collegare a un’alterazione delle tube di Falloppio. La presenza di una lesione alle tube può essere determinata da un’infezione, come ad esempio la Clamidia, o a precedenti interventi chirurgici nella zona pelvica, che possono aver prodotto aderenze che rendono difficoltoso l’impianto di un embrione. Fra le patologie che producono un forte impatto negativo sulla fertilità, una delle più rilevanti è l’endometriosi. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, questa malattia colpisce oltre 150 milioni di donne in tutto il mondo (solo in Italia le persone coinvolte sono più di 3 milioni). L’endometriosi è una patologia caratterizzata da un’alterazione relativa all’endometrio – il tessuto che riveste l’interno dell’utero – che, nelle donne affette da questo problema, si trova al di fuori della cavità uterina, per esempio nelle ovaie o nelle tube, causando perdite ematiche abbondanti durante tutte le fasi del ciclo mestruale. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, una delle conseguenze più gravi consiste in una riduzione della fertilità che coinvolgerebbe circa il 35% delle donne che soffrono di questa patologia. I nostri dati, però, possono fornire un conforto alle pazienti affette da questa malattia: dal 2006 le procedure di fecondazione assistita di IVI hanno aiutato oltre 8.500 donne colpite da endometriosi a diventare madri.
Un’altra possibile causa di infertilità femminile è rappresentata dalla sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), che consiste nella presenza di numerose piccole cisti sulla superfice esterna delle ovaie. I problemi di infertilità collegati alla PCOS derivano da un’alterazione dei cicli ovulatori, perché i follicoli spesso non raggiungono la maturazione e dalla minore qualità degli ovociti. Al di là di questa patologia specifica, però, occorre rilevare come in genere l’anovulazione, cioè la presenza di un ciclo mestruale senza il rilascio di un ovocita – se cronicizzata – possa portare ad infertilità. Anche i disturbi della tiroide possono essere strettamente collegati alla salute riproduttiva: infatti, secondo una recente ricerca, l’ipertiroidismo è presente nel 2,3% delle donne con disturbi di fertilità, mentre l’ipotiroidismo riguarderebbe il 10% dei casi correlati all’infertilità femminile.
Le principali cause di infertilità maschile
Secondo una ricerca della Società Italiana di Andrologia e di Medicina della Sessualità, nel nostro paese il 33% degli uomini è a rischio di infertilità. Le problematiche relative alla difficoltà di concepimento, infatti, devono essere ripartite in egual misura fra uomini e donne. Fra le principali cause di infertilità maschile vanno evidenziate innanzitutto quelle correlate a problematiche anatomo-funzionali come il criptorchidismo (cioè la mancata discesa di uno od entrambi i testicoli durante il primo anno di vita dell’uomo). Questa patologia può provocare una riduzione nel numero e nella qualità degli spermatozoi e, quindi, incidere in maniera importante sulla fertilità. Fra le cause di carattere funzionale va anche annoverato il varicocele, che è una dilatazione delle vene del testicolo che può comportare un’alterazione del Dna degli spermatozoi. Questa patologia, che secondo recenti statistiche coinvolge quasi il 40% degli uomini con problemi di fertilità, spesso è asintomatica e, frequentemente, viene scoperta solo in seguito ad una visita andrologica volta ad accertare le ragioni del mancato concepimento. Fra le cause dell’infertilità maschile possono anche annoverarsi problematiche correlate al liquido seminale che può essere assente nel caso di aspermia o privo di spermatozoi nell’ipotesi di azoospermia. In questi casi ed in altri (come nell’astenospermia in cui gli spermatozoi presentano una ridotta motilità) per accertare tali problematiche è necessario procedere allo spermiogramma, un esame specifico del liquido spermatico capace di evidenziarne tutte le caranteristiche. Occorre, inoltre, precisare come possono contribuire ad una riduzione della capacità maschile di procreare anche altri eventi come precedenti interventi chirurgici, alcune infezioni uro-seminali o l’epididimite cioè l’infiammazione dell’epididimo, la parte dell’apparato genitale maschile che produce il liquido seminale.
Gli effetti delle cattive abitudini di vita
Le problematiche relative alla fertilità possono essere anche causate, o agevolate, da “agenti esterni”, in particolare dalle cattive abitudini di vita e dallo stress. In particolare, l’abuso di alcol secondo una recente ricerca del Ministero della Salute, interferirebbe con il funzionamento delle ghiandole che regolano la produzione di ormoni sessuali. Nello stesso studio viene evidenziato come il fumo sia la causa di circa il 13% dei casi di infertilità femminile e incida in maniera negativa anche sulla produzione, sulla vitalità e sulla motilità degli spermatozoi. Spesso, però, l’assenza di patologie conclamate e l’osservanza di uno stile di vita che possa essere definito corretto, non sono sufficienti a garantire il buon esito del progetto genitoriale. Le coppie, infatti, in alcuni casi devono far fronte all’incognita nascosta dello stress. La presenza di una costante situazione stressogena può provocare alterazioni nell’ovulazione e nel ciclo mestruale, ridurre il livello di testosterone maschile e avere effetti negativi sul volume, sulla motilità e sulla concentrazione degli spermatozoi. Effetti confermati da recenti studi che hanno coinvolto sia pazienti di sesso femminile, sia pazienti di sesso maschile. I centri IVI, in questi casi, possono essere la soluzione più adatta per quelle coppie che, nonostante la piena salute di entrambi i partner, non riescono ad avere figli.
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