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L’endometriosi non mi ha impedito di diventare mamma” – La storia di Karolina

L’endometriosi non mi ha impedito di diventare mamma” – La storia di Karolina

Storie reali

Mi chiamo Karolina e dal 2001 soffro di endometriosi, una malattia invalidante di cui purtroppo, ancora oggi, non si sa molto. Sono state innumerevoli le visite dai più rinomati ginecologi e specialisti, che mi dicevano tutti la stessa cosa: “Lei signorina non ha nulla se non un ciclo abbondante!”.

Nel 2009, in seguito all’aggravarsi delle mie condizioni di salute, vengo finalmente ricoverata e sottoposta a un intervento di rimozione di cisti ovariche. Purtroppo però, a causa delle scarse nozioni mediche sull’argomento e scambiando l’endometriosi appunto con delle “semplici“ cisti ovariche, non vengo sottoposta a nessun tipo di terapia post-operatoria. La tregua dalle sofferenze quotidiane quindi dura ben poco, nel giro di un paio d’anni mi ritrovo con gli stessi dolori acuti di sempre.

Nel 2011, durante un’ennesima visita cui mi sottopongo, mi viene bruscamente consigliato di rassegnarmi, in quanto questa continua presenza di cisti ovariche non mi avrebbe mai consentito di diventare mamma, e mi viene indicato di sottopormi al più presto a un intervento di isterectomia. Un po’ arrabbiata, e soprattutto delusa, decido di non seguire queste indicazioni e di rivolgermi a un altro specialista, che invece mi dà speranza: mi dice di aver fatto bene a non essermi sottoposta ad isterectomia, perché con le dovute cure avrei potuto avere qualche possibilità  di avere un figlio. Comincio quindi una terapia ormonale, che si rivela però insufficiente.

Nel 2012 avviene la svolta grazie all’incontro con un medico che non smetterò mai di ringraziare… finalmente dopo anni di dubbi, dolori ed incomprensioni la mia malattia ha un nome: endometriosi. Al momento della diagnosi scoppio in un pianto liberatorio, mi viene in mente uno dei primi accessi al pronto soccorso dove mi dissero di avere un po’ di ipocondria e di non saper gestire il dolore… invece è tutto vero! Finalmente, individuato il nome del nemico, ci si prepara alla battaglia.

Seguita in maniera impeccabile dall’équipe del mio medico, comincio a seguire svariati trattamenti. Nel tempo, però, l’endometriosi era progredita e aveva intaccato parte dell’apparato riproduttivo e dell’intestino.

Nel gennaio del 2015 vengo quindi sottoposta a un intervento importante, durato svariate ore, che si conclude con la rimozione di una tuba e di un ovaio ormai irrimediabilmente compromessi. Il decorso post-operatorio procede perfettamente e finalmente, con la giusta terapia, l’endometriosi è sotto controllo e la mia vita, dopo anni di sofferenze, comincia a normalizzarsi.

Ma sentivo comunque che mancava qualcosa. Quindi, non appena il mio fisico me lo concede, comincio a informarmi sulla fecondazione assistita. Nel giro di un paio d’anni, tra liste d’attesa e visite varie, mi sottopongo a tre stimolazioni e ad altrettanti tentativi di trasferimento di embrioni. Purtroppo con nessuno di questi ottengo l’atteso esito positivo… e ovviamente l’umore è sotto terra.

Poi, succede qualcosa di inaspettato. Ripensandoci oggi, penso a quanto davvero la vita possa essere imprevedibile e sorprendente…

Esco a pranzo con un’amica e improvvisamente le squilla il telefono, essendo lei impegnata rispondo io (cosa che solitamente non faccio mai): era la clinica IVI, che rispondeva alla sua richiesta di contatto per ricevere maggiori informazioni riguardo la fecondazione assistita. Avendo preventivamente inteso dalla mia amica che non era più interessata alla questione, e trovandomi io in una situazione analoga, decido di cogliere la palla al balzo: fornisco i miei dati e fisso un appuntamento a Roma.

Qui conosco il Professor Pellicer. L’empatia che quest’uomo trasmette è tangibile, non ci son stati giri di parole o false illusioni. Analizzando la mia situazione mi ha garantito che, contro ogni previsione di tutti i diversi esperti precedenti, sarei diventata mamma.

Un po’ stupita e soprattutto felice, convinta dalla determinazione con la quale mi era stato garantito il risultato, decido di affidarmi a IVI per realizzare il mio più grande sogno. Per farla breve, comincio i diversi step del percorso, che danno come risultato un unico embrione idoneo al trasferimento. Il 15 maggio 2018 alle 13.52 lo accolgo dentro di me e il 21 gennaio 2019 alle 8:52 do alla luce mio figlio Viktor.

Penso di essere stata molto fortunata perché, a distanza di un anno dal parto, ho deciso di riprovare a ottenere una gravidanza e ad oggi i fallimenti sono stati numerosi. Ma non demordo, forte del risultato che ho ottenuto la prima volta.

Il consiglio che posso dare a chiunque stia leggendo queste parole è quello di non scoraggiarsi… mi rivolgo soprattutto a chi è nella mia stessa condizione, perché la malattia di per sé è in grado di abbatterti, specialmente quando comprendi che il tuo corpo non è più in simbiosi con la tua mente.

Mai darsi per vinti, e soprattutto sempre affidarsi a professionisti del calibro del Professor Pellicer, persone speciali con una grande caratura umana.

Voglio ringraziare tutte le splendide persone e gli specialisti che ho incontrato sulla mia strada, i dottori, le dottoresse e il personale della clinica IVI, la mia famiglia e il mio compagno, che mi hanno supportato con ogni mezzo e sono rimasti sempre al mio fianco in ogni momento.