{"id":49244,"date":"2019-10-29T08:16:53","date_gmt":"2019-10-29T08:16:53","guid":{"rendered":"https:\/\/ivitalia.it\/?p=49244"},"modified":"2022-04-12T15:31:25","modified_gmt":"2022-04-12T15:31:25","slug":"iniezioni-fiv-sono-dolorose","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/ivitalia.it\/blog\/iniezioni-fiv-sono-dolorose\/","title":{"rendered":"Le iniezioni per la FIV"},"content":{"rendered":"

Una fra le tecniche di fecondazione assistita pi\u00f9 diffuse ed efficaci \u00e8 rappresentata dalla FIV (Fecondazione in Vitro<\/a>). Questa procedura prevede l\u2019unione, effettuata in laboratorio, fra lo spermatozoo con l\u2019ovocita con lo scopo di ottenere un embrione che sar\u00e0 trasferito nell\u2019utero materno. Pu\u00f2 essere eseguita in maniera convenzionale o attraverso l\u2019iniezione intracitoplasmatica di spermatozo<\/a>i (ICSI). Quest\u2019ultima tecnica consente l\u2019unione diretta tra l\u2019ovocita e lo spermatozoo attraverso una microiniezione, mediante la quale il secondo viene iniettato direttamente nel primo. Sia qualora si faccia ricorso alla FIV convenzionale, sia se si scelga di procedere con la ICSI, \u00e8 necessaria una fase preliminare che consiste in una stimolazione ovarica attraverso iniezioni giornaliere per agevolare ed incrementare la produzione di ovociti e, di conseguenza, poter ricavare un maggior numero di embrioni. Uno step della FIV<\/strong> che non comporta, comunque, alcun dolore<\/strong>.<\/p>\n

La FIV: una breve panoramica storica<\/strong><\/h3>\n

La FIV \u00e8 una tecnica che ha fatto, e continua a fare, la storia della medicina riproduttiva<\/strong>. La prima gravidanza ottenuta per effetto di questa procedura risale addirittura al 1978 e in questi 41 anni sono milioni i trattamenti di questo tipo effettuati in tutto il mondo.<\/p>\n

La FIV: quando \u00e8 indicata<\/strong><\/h3>\n

Secondo gli studi e le ricerche del Ministero della Salute, la FIV \u00e8 indicata in presenza di una patologia alle tube congenita o venutasi a sviluppare nel corso del tempo, nelle ipotesi di infertilit\u00e0 maschile di carattere moderato accompagnate da un insuccesso di una procedura come l\u2019inseminazione intrauterina, nei casi di endometriosi. Si fa ricorso a questa tecnica anche qualora la causa dell\u2019infertilit\u00e0 non sia stata individuata e il trattamento di fecondazione assistita precedente non sia andato a buon fine. L\u2019ICSI, invece, \u00e8 indicata nei casi di infertilit\u00e0 maschile severa, nelle ipotesi di azoospermia, qualora sia presente un numero ridotto di ovociti e se i precedenti tentativi di FIV non abbiano dato l\u2019esito sperato.<\/p>\n

E\u2019importante per\u00f2 essere consapevoli che sar\u00e0 soltanto il medico specialista, dopo aver esaminato la situazione della coppia, a capire quale strada sia il caso percorrere.<\/p>\n

L\u2019induzione alla crescita follicolare<\/strong><\/h3>\n

Sempre il Ministero della Salute prevede espressamente che al fine di procedure come FIV ed ICSI la prima fase consista in ciclo spontaneo o \u201ccon induzione della crescita follicolare e maturazione di pi\u00f9 ovociti mediante la somministrazione di farmaci induttori dell’ovulazione\u201d. Sostanzialmente, queste tecniche si avvalgono di una procedura di induzione all\u2019ovulazione che ha la finalit\u00e0 di stimolare la risposta ovarica per consentire il prelievo di un numero adeguato di ovociti.<\/p>\n

La procedura della stimolazione ovarica nella FIV: una premessa<\/strong><\/h3>\n

La prima fase della fecondazione in vitro consiste, quindi, nella stimolazione ovarica. Da questo punto di vista, occorre precisare come nelle ipotesi di un ciclo regolare normalmente si verifichi la maturazione di un ovocita ogni mese. Per favorire le probabilit\u00e0 di successo della procreazione assistita \u00e8 necessario, per\u00f2, che la donna produca pi\u00f9 ovociti. Questo incremento nella produzione si induce mediante una procedura di stimolazione farmacologica.<\/p>\n

La procedura di stimolazione ovarica<\/strong><\/h3>\n

La stimolazione ovarica<\/a> viene realizzata attraverso la somministrazione di una serie di farmaci come le gonadotropine che hanno la funzione di stimolare le ovaie a produrre un maggior numero di ovociti per ricavare, in una seconda fase, un numero superiore di embrioni. Occorre precisare come questo trattamento non sia uniforme e generalizzato per ogni donna, ma sia definito ad hoc paziente per paziente e abbia una durata variabile dai 10 ai 20 giorni sulla base delle risposte. In alcune ipotesi, inoltre, viene definita anche una terapia farmacologica preliminare con un estro progestinico per far fronte ad eventuali interferenze ormonali negative sulla risposta ovarica.\u00a0 Questa fase della FIV<\/strong>, come del resto anche le successive, non comporta alcun dolore<\/strong> per la paziente: la stimolazione viene realizzata concretamente mediante un\u2019iniezione intramuscolare o sottocutanea, in tutto e per tutto simili a quelle che si utilizzano per la somministrazione di altri farmaci come ad esempio gli antibiotici.<\/p>\n

I farmaci utilizzati e il monitoraggio ecografico<\/strong><\/h3>\n

I farmaci utilizzati ai fini della stimolazione ovarica sono le gonadotropine<\/a>. Nel dettaglio, in particolare, si fa ricorso alla hMG (la gonadotropina menopausale), l\u2019uFSh, l\u2019rFsh e l\u2019rLh. Vengono anche somministrate farmacologicamente la gonadotropina corionica e la choriongonadotopin alfa. Per valutare l\u2019excursus e il progresso della stimolazione ovarica, la paziente viene sottoposta ad un monitoraggio ecografico continuo. In alcune ipotesi, inoltre, il medico pu\u00f2 disporre un prelievo ematico per valutare il valore degli estrogeni prodotti dai follicoli. In questa fase che varia dai 10 giorni alle 3 settimane vengono normalmente eseguite 2 o 3 ecografie. Questi controlli seriali, nel concreto, hanno la finalit\u00e0 di accertare le dimensioni e la crescita dei follicoli ovarici e valutare l\u2019aspetto e lo spessore dell\u2019endometrio. L\u2019incremento medio del follicolo \u00e8 pari a 1-3 millimetri al giorno, qualora questo fosse pi\u00f9 ridotto dopo il controllo ecografico \u00e8 possibile disporre un aumento del dosaggio delle gonadotropine.<\/p>\n

Il prelievo ovocitario<\/strong><\/h3>\n

Dopo la stimolazione ovarica e il monitoraggio ecografico e accertata la presenza di un numero sufficiente di ovuli, si pu\u00f2 procedere al prelievo ovocitario. Questa fase \u00e8 preceduta da un ulteriore somministrazione ormonale finalizzata a determinare la maturazione finale degli ovociti. Il prelievo viene realizzato per via transvaginale mediante una sonda introdotta fino alle ovaie. Anche questa procedura, realizzata mediante una lieve sedazione, \u00e8 del tutto indolore<\/strong> e priva di effetti collaterali.<\/p>\n

IVI: la realt\u00e0 leader nella FIV<\/strong><\/h3>\n

I risultati clinici e il grado di soddisfazione dei pazienti hanno eletto IVI come la realt\u00e0 leader a livello mondiale nel campo della fecondazione in vitro, sia convenzionale sia mediante iniezioni intracitoplasmatica di spermatozoi. In particolare, per quanto riguarda FIV e ICSI, le probabilit\u00e0 di rimanere incinta dopo un tentativo nelle nostre cliniche sono del 71,3%, una percentuale che lievita al 95,2% al terzo tentativo. Soltanto nel 2017 le nostre strutture hanno realizzato 14.648 cicli di fecondazione in vitro omologa (ossia con l\u2019utilizzo di gameti propri) e 7.561 cicli di fecondazione in vitro eterologa (essia con gameti donati) che hanno portato in totale a 5.847 gravidanze. Un risultato ineguagliabile a livello mondiale che conferma IVI come il gruppo di medicina riproduttiva pi\u00f9 importante al mondo<\/a>.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"Una fra le tecniche di fecondazione assistita pi\u00f9 diffuse ed efficaci \u00e8 rappresentata dalla FIV (Fecondazione in Vitro). Questa procedura prevede l\u2019unione, effettuata in laboratorio, fra lo spermatozoo con l\u2019ovocita con lo scopo di ottenere un embrione che sar\u00e0 trasferito nell\u2019utero materno. 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