{"id":49229,"date":"2019-10-19T06:44:39","date_gmt":"2019-10-19T06:44:39","guid":{"rendered":"https:\/\/ivitalia.it\/?p=49229"},"modified":"2022-04-12T15:31:25","modified_gmt":"2022-04-12T15:31:25","slug":"cancro-al-seno-diventare-mamma-si-puo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/ivitalia.it\/blog\/cancro-al-seno-diventare-mamma-si-puo\/","title":{"rendered":"Cancro al seno, diventare mamma si pu\u00f2!"},"content":{"rendered":"

In occasione della Giornata mondiale contro il cancro al seno<\/strong>, il tumore pi\u00f9 frequente tra le donne occidentali, abbiamo chiesto a tre donne di raccontare la propria esperienza. Stella, Susanna e Irene sono la dimostrazione che sia possibile superare il cancro al seno, nonstante la paura e la fatica.<\/span><\/p>\n

Susanna e il cancro al seno – lo shock iniziale<\/strong><\/span><\/h2>\n

\u201cQuando mi \u00e8 stato diagnosticato un tumore al seno, ho pensato subito: OK, sto morendo. Mi diede la notizia il radiologo dell’Unit\u00e0 senologica del mio ospedale. E nel momento in cui pronunci\u00f2 quelle tre parole fatidiche, mi sentii trafitta da mille pugnali. Cancro al seno<\/strong>… In quel momento ho smesso di ascoltare. Il radiologo continuava a parlare, ma il mio mondo si ferm\u00f2. Con me in visita c’erano i miei genitori, mia sorella e persino alcuni amici. Continuavo solo a pensare: cancro al seno, sto morendo. Mi ha invaso una sensazione di vertigine, ho iniziato a piangere in maniera incontrollata\u201d, spiega Susanna, una donna di 42 anni di Toledo che ha scoperto la sua malattia 7 anni fa.<\/span><\/p>\n

Essere mamma dopo il cancro\u00a0 – \u00e8 possibile?<\/strong><\/span><\/h2>\n

Susanna, Irene e Stella hanno preso parte al nostro programma gratuito per i malati di cancro Madre dopo il cancro<\/a><\/strong>” e vitrificato i loro ovuli prima di affrontare le terapie previste.<\/span>
\nA 36 anni e senza figli, ha combattuto con perseveranza per avere una possibilit\u00e0 di soddisfare il suo desiderio di essere madre.\u00a0<\/span>\u201cFortunatamente o sfortunatamente, mi ci \u00e8 voluto molto pi\u00f9 tempo per affrontare il problema della maternit\u00e0 a causa dell’Unit\u00e0 che mi ha trattato. Il radiologo, il chirurgo, il chirurgo plastico e l’oncologo hanno delineato i passi da seguire per fermare il mio cancro al seno<\/strong>\u00a0il prima possibile. Ma l’opzione di essere madre in futuro non \u00e8 stata considerata in nessun momento. E quasi per caso, all’improvviso, mi sono chiesta: e se volessi essere mamma un domani? Dovevo continuare a pensare a me come donna, e per me era importante poter diventare una madre. Ho avuto la fortuna di incontrare una persona che aveva lavorato nel reparto di Biologia di IVI<\/strong>, che mi ha parlato delle opzioni che venivano offerte a donne come me, con davanti una dura battaglia da affrontare” aggiunge.<\/span><\/p>\n

La preservazione della fertilit\u00e0\u00a0<\/strong><\/span><\/h2>\n

Le informazioni relative alla preservazione della fertilit\u00e0<\/a> per le pazienti malate di cancro al seno<\/strong> devono essere fornite al paziente da tutte le aree coinvolte nel processo di diagnosi e trattamento della malattia. Sapere che dopo il superamento della malattia si pu\u00f2 ancora diventare mamma, in molte occasioni, \u00e8 la motivazione che riempie i pazienti di forza ed energia per affrontare il loro cancro al seno<\/strong>. Puoi essere mamma dopo il cancro.<\/span><\/p>\n

\u201cEro sicura di voler congelare i miei ovuli, quindi ho insistito con il mio oncologo e gli ho detto che dovevo farlo. Volevo lottare per quella opportunit\u00e0, per la mia autonomia e libert\u00e0 nel decidere del mio futuro e la scienza mi ha dato l’opportunit\u00e0 di farlo. ” dice.\u00a0E il frutto della perseveranza di Susanna, 7 anni dopo, \u00e8 stato Manuel, il suo bambino di 4 mesi.<\/span><\/p>\n

L’esperienza in IVI<\/strong><\/span><\/h2>\n

\u201cQuando l’oncologo ti d\u00e0 il via libera per diventare mamma, \u00e8 qualcosa di eccitante. Entri in IVI con un altro spirito, vivi tutto intensamente. Entri e trovi strutture moderne, tecnologia estremamente avanzata, oltre a un personale estremamente umano, attento alla tua situazione, coinvolto in ogni momento del processo. Per loro ero una “persona”, non un numero o solo una delle tanti pazienti, come potrei pensare per un’azienda di queste dimensioni. In IVI ho visto un progetto comune, una condivisione di intenti. Ha un team di professionisti che si prendono cura di te. E la paura c’\u00e8, ma quando vedi l’ecografia, vedi il bimbo come cresce e come si evolve, la paura scompare. La maternit\u00e0 \u00e8 un’energia che trascende, un potere che pu\u00f2 con e contro ogni cosa. E quando mio figlio si sveglia al mattino e mi sorride, e mi guarda come se stesse vedendo Dio, tutto ha un senso. E’ il dono pi\u00f9 grande\u201d, conclude.<\/span><\/p>\n

Susanna, Irene e Stella fanno parte delle oltre 800 donne<\/strong> che hanno preservato la loro fertilit\u00e0 in IVI, con diagnosi di\u00a0<\/span>cancro, nell’ambito del programma gratuito offerto ai malati di cancro. Grazie a questo programma, ci sono gi\u00e0 29 bambini nati dopo che le loro madri hanno superato la malattia, e se ne stanno aggiungendo altri 7.<\/span><\/p>\n

La preservazione incide sul cancro al seno?<\/strong><\/span><\/h2>\n

Le donne con diagnosi di cancro che si recano in clinica per saperne di pi\u00f9 in merito alla preservazione della fertilit\u00e0, esprimono in genere\u00a0preoccupazioni o dubbi di 3 tipi.<\/strong>\u00a0<\/span>
\nLa prima preoccupazione \u00e8 sempre legata al tempo, in questo percorso ad ostacoli che le fa correre contro il decorso della malattia. La seconda \u00e8 relativa alle complicazioni che possono essere associate al trattamento di vitrificazione e alla sua possibile influenza negativa per il decorso del cancro al seno o nel successivo trattamento per curarlo.<\/span><\/p>\n

Per queste due tipologie di preoccupazioni, la risposta \u00e8 semplice: n\u00e9 il tempo n\u00e9 le complicazioni sono un oggi problema.<\/span>
\nIn ogni momento viene mantenuto un rapporto collaborativo con l’oncologo attraverso protocolli progettati per ogni paziente. Ci\u00f2 \u00e8 supportato dai dati attualmente pubblicati sul follow-up dei pazienti che hanno subito un processo di conservazione della loro fertilit\u00e0, i quali mostrano che la stimolazione ovarica per ottenere gli ovociti per la vitrificazione non influisce sull’evoluzione del cancro.<\/span>
\nE, infine, l’eterno dubbio: quali sono le possibilit\u00e0 che funzioni<\/strong>?\u00a0I risultati sono sempre correlati all’et\u00e0 in cui gli ovociti sono congelati. Pi\u00f9 si \u00e8 giovani, maggiori sono le possibilit\u00e0 di successo.<\/span><\/p>\n

Qualche parola di speranza<\/strong><\/span><\/h2>\n

\u201cSii forte, combatti, non sei sola. Continua perch\u00e9 hai molte possibilit\u00e0. “<\/span>
\n\u201cNon perdere mai il tuo sorriso o pensare che non lo supererai. Non smettere di combattere, la vita ti aspetta. Questa \u00e8 solo una parentesi e non dovresti rinunciare a piani futuri. “<\/span>
\n\u00a0\u201cPiangilo oggi. Ma da domani normalizzalo e vai avanti. \u00c8 un brutto anno, ma se ne andr\u00e0.”<\/span>
\nQueste sono le parole che Stella, Susanna e Irene dedicano a quelle donne che, come loro all’epoca, devono combattere la battaglia contro quel grande gigante chiamato cancro al seno.<\/span>
\nOggi e sempre, siamo con tutti voi.<\/span><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"In occasione della Giornata mondiale contro il cancro al seno, il tumore pi\u00f9 frequente tra le donne occidentali, abbiamo chiesto a tre donne di raccontare la propria esperienza. Stella, Susanna e Irene sono la dimostrazione che sia possibile superare il cancro al seno, nonstante la paura e la fatica. Susanna e il cancro al seno…
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