{"id":48494,"date":"2019-01-19T13:25:26","date_gmt":"2019-01-19T13:25:26","guid":{"rendered":"https:\/\/ivitalia.it\/?p=48494"},"modified":"2022-04-12T15:31:32","modified_gmt":"2022-04-12T15:31:32","slug":"rimanere-incinta-dopo-un-aborto-spontaneo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/ivitalia.it\/blog\/rimanere-incinta-dopo-un-aborto-spontaneo\/","title":{"rendered":"Rimanere incinta dopo un aborto spontaneo"},"content":{"rendered":"

L\u2019interruzione spontanea di una gravidanza \u00e8 una delle conseguenze pi\u00f9 comuni e pi\u00f9 drammatiche di una gestazione e riguarda una percentuale di casi sempre pi\u00f9 in aumento Nella maggior parte dei casi, l\u2019aborto spontaneo<\/strong> si verifica nei primi due mesi<\/a> della gestazione. In queste ipotesi, spesso,\u00a0 tale evento interviene quando non c’\u00e8\u00a0 ancora la consapevolezza dell\u2019avvenuto concepimento. La fecondazione assistita<\/strong>, in questi casi pu\u00f2 rappresentare un\u2019alternativa adeguata per portare avanti una gravidanza dopo un aborto spontaneo.<\/strong> In particolare, tecniche come l\u2019ovodonazione<\/strong>, grazie a recentissime ricerche dei nostri esperti, possono consentire di ridurre il tasso di abortivit\u00e0 nell\u201985% dei cicli. Ovviamente, ogni caso presenta le proprie caratteristiche peculiari e, di conseguenza, per accertare l\u2019opportunit\u00e0 di intraprendere un percorso che porti ad una nuova gestazione, dopo un’interruzione di gravidanza, \u00e8 sempre adeguato rivolgersi a uno specialista. Il medico, infatti, potr\u00e0 valutare ed accertare i fattori che hanno portato all\u2019aborto e fornire indicazioni utili per valutare la possibilit\u00e0 e le tempistiche di una nuova gravidanza dopo un aborto spontaneo.<\/strong><\/p>\n

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Cosa si intende per aborto spontaneo e i fattori che possono determinarlo<\/strong><\/h2>\n

Dal punto di vista medico per aborto spontaneo<\/strong> si intende l\u2019interruzione spontanea della gravidanza prima che il feto possa vivere fuori dall\u2019utero. Un simile evento pu\u00f2 essere determinato da una pluralit\u00e0 di fattori e, in moltissimi casi, \u00e8 difficile accertare quale possa essere stata la causa \u2013 o il complesso di cause \u2013 scatenante. Sotto un profilo, quindi, puramente statistico fra i fattori che possono aumentare il rischio di aborto spontaneo <\/strong>\u00e8 possibile annoverare l\u2019insufficienza ormonale, la presenza di infezioni batteriche, l\u2019incidenza di disturbi cardiaci congeniti, eventuali insufficienze renali e le infezioni della tiroide. Pi\u00f9 nel dettaglio, secondo molti studi, i difetti genetici sono responsabili di circa il 50%-60% delle interruzioni di gravidanza nei primi tre mesi. Fra le alterazioni pi\u00f9 frequenti, che si verificano nell\u201986% dei casi, \u00e8 possibile annoverare le anomalie del numero dei cromosomi. Inoltre,\u00a0 fra le altre cause pi\u00f9 rilevanti di aborto spontaneo possono essere anche annoverate\u00a0 patologie come la Sindrome dell\u2019Ovaio Policistico<\/a> o anomalie di sviluppo, posizione e formazione dell\u2019utero. Secondo recenti ricerche, in particolare, le anomalie uterine possono avere un\u2019incidenza che varia dal 12% al 14% sulle ipotesi di aborto spontaneo<\/strong>. Anche patologie come l\u2019ipertensione arteriosa ed il diabete possono essere correlate al verificarsi di un tale evento.<\/p>\n

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L\u2019incidenza statistica delle ipotesi di aborto spontaneo<\/strong><\/h2>\n

Come abbiamo gi\u00e0 avuto modo di accennare, i casi di aborto spontaneo <\/strong>sono molto pi\u00f9 frequenti rispetto a quanto sia possibile immaginare. Secondo una recente ricerca condotta dall\u2019Istituto Nazionale di Statistica\u00a0 e riferita al 2015, in Italia si sono verificate\u00a0 66.127 interruzioni spontanee di gravidanza. Una percentuale che corrisponde a circa il 14% del totale di gravidanze registrate in quello stesso anno. Non sono rari, inoltre, i casi di secondi aborti spontanei, ossia le ipotesi nelle quali questo evento si verifichi ripetutamente in riferimento ad una stessa coppia: secondo l\u2019Istat, infatti, quest\u2019ipotesi rappresenta il 18,2% di tutti i casi di interruzione volontaria di gravidanza.<\/p>\n

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Le percentuali a livello mondiale: un recente studio dell\u2019Universit\u00e0 della California <\/strong><\/h2>\n

Le statistiche a livello mondiale confermano i dati forniti a livello nazionale dall\u2019Istat. Secondo un recente studio condotto dall\u2019Universit\u00e0 della California\u00a0 nel corso della vita una donna fertile avr\u00e0 pi\u00f9 aborti spontanei<\/strong> che gravidanze a termine. Secondo i ricercatori statunitensi, infatti, la maggior parte di questi eventi si verifica nelle primissime settimane di gestazione. In moltissime ipotesi dunque, l’aborto si verifica senza che le donne ne vengano a conoscenza Gli studiosi citano come esempio il caso della Danimarca, paese nel quale il tasso di natalit\u00e0 \u00e8 di 1,7 bambini per donna e la percentuale di interruzioni di gravidanza nell\u2019arco della vita \u00e8 pari a 2,1.<\/p>\n

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La definizione di aborto spontaneo secondo gli standard dell\u2019OMS <\/strong><\/h2>\n

L\u2019Organizzazione Mondiale della Sanit\u00e0 \u00e8 intervenuta effettuando una distinzione fra due differenti ipotesi di aborto spontaneo<\/strong>. Qualora l\u2019evento si verifichi prima della ventesima settimana di gravidanza \u00e8 corretto parlare di \u201caborto precoce\u201d, mentre se tale ipotesi ricorre dopo questo termine \u00e8 definita \u201caborto tardivo\u201d o morte intrauterina.<\/p>\n

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La gravidanza dopo l\u2019aborto spontaneo: le linee guida dell\u2019OMS<\/strong><\/h2>\n

Sempre l\u2019OMS nel documento \u201cClinical practice handbook for safe abortion\u201d ha fornito le linee guida generali per gli operatori sanitari e i pazienti nelle ipotesi di interruzione della gestazione. In particolare, l\u2019Organizzazione ha rilevato come per una nuova gravidanza dopo un aborto spontaneo<\/strong> sia opportuno per la coppia far trascorrere un periodo di almeno sei mesi. Il decorso di questo tempo \u00e8 necessario per consentire il pieno ripristino delle funzionalit\u00e0 ovariche e massimizzare le possibilit\u00e0 di portare avanti una nuova gravidanza senza ulteriori complicanze.<\/p>\n

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Lo studio che contraddice le linee guida OMS <\/strong><\/h2>\n

La posizione esternata dall\u2019Organizzazione Mondiale della Sanit\u00e0 nelle linee guida sopra citate, per\u00f2, \u00e8 stata contraddetta da un recentissimo studio realizzato dagli Istituti Nazionali di Salute americani pubblicato sulla rivista \u201cObstetrics and Gynecology\u201d. La ricerca \u00e8 stata condotta su un campione di 1.083 donne di et\u00e0 compresa fra i 18 e i 40 anni con almeno un episodio pregresso di interruzione di gravidanza. Lo studio ha evidenziato come le \u201cnuove gravidanze<\/strong>\u201d, intervenute entro tre mesi dal precedente aborto spontaneo,<\/strong> avevano pi\u00f9 probabilit\u00e0 di concludersi positivamente rispetto a quelle che si verificavano dopo il decorso di 90 giorni. Ovviamente si tratta di uno studio puramente statistico che, secondo una delle autrici della ricerca, non tiene conto di un elemento essenziale: la necessit\u00e0 emotiva di attendere un tempo opportuno per metabolizzare psicologicamente questo evento. Una precisazione confermata anche dai ricercatori della School of Medicine della Duke University che sottolineano l\u2019importanza essenziale del benessere psicologico della coppia per affrontare un nuovo tentativo di concepimento.<\/p>\n

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Gli esami da fare prima di tentare una nuova gravidanza <\/strong><\/h2>\n

Come abbiamo sottolineato in precedenza, l\u2019aborto \u00e8 un evento che pu\u00f2 verificarsi per una pluralit\u00e0 di cause e pu\u00f2 essere influenzato da molteplici fattori. Per queste ragioni, prima di intraprendere una nuova gravidanza, soprattutto nel caso di aborti ricorrenti, \u00e8 opportuno effettuare degli esami che consentano di accertare la presenza di eventuali cause o fattori che hanno influito sulla precedente interruzione della gestazione. Fra i test consigliati, innanzitutto, \u00e8 opportuno eseguire un\u2019analisi del sangue che possa permettere di valutare la presenza di eventuali disturbi ormonali o di deficit del sistema immunitario. Inoltre, pu\u00f2 anche essere indicato un test cromosomico di coppia per valutare se esistano incompatibilit\u00e0 o problemi cromosomici. Dal punto di vista prettamente ginecologico, un esame come l\u2019ecografia addominale o transvaginale pu\u00f2 consentire di scoprire od escludere eventuali problemi all\u2019utero. Qualora il ginecologo sospetti la presenza di anomalie alla cavit\u00e0 uterina pu\u00f2 indicare anche la necessit\u00e0 di eseguire un\u2019isteroscopia o un\u2019isterosalpingografia.<\/p>\n

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La fecondazione assistita nei casi di aborto spontaneo <\/strong><\/h2>\n

Nelle ipotesi di aborto spontaneo<\/strong>, soprattutto qualora i casi siano ripetuti e si riveli un\u2019incompatibilit\u00e0 cromosomica fra i partner, la soluzione pi\u00f9 adeguata \u00e8 rappresentata dalla fecondazione assistita<\/strong> ed in particolare da una tecnica come l\u2019ovodonazione<\/strong>. Un recentissimo studio<\/a> all\u2019avanguardia condotto dai nostri ricercatori e intitolato \u201cMaternal Killer-cell Immunoglobulin-like Receptor (KIR) and fetal HLA-C compatibility in ART- oocyte donor influences live birth rate\u201d ha dimostrato come una scelta selettiva della donatrice di ovociti in base alla compatibilit\u00e0 genetica con la ricevente pu\u00f2 ridurre il tasso di aborto spontaneo dell\u201985%. In particolare, la selezione di una donatrice compatibile per l\u2019ovodonazione <\/strong>permette di passare da un tasso di aborto spontaneo del 94% (con donatori sconosciuti) all\u20198% nei casi di individuazione preventiva secondo criteri di compatibilit\u00e0 genetica con l\u2019utero ricevente.<\/p>\n

\u00a0<\/strong><\/p>\n

IVI: la garanzia del leader mondiale nella medicina riproduttiva <\/strong><\/h2>\n

Dal 1990, anno della sua nascita, IVI rappresenta la realt\u00e0 leader a livello internazionale nell\u2019ambito della fecondazione assistita. <\/strong>I numeri ne sono la testimonianza: oltre 65 cliniche in 11 paesi diversi e oltre 2.000 professionisti in tutto il mondo realizzano pi\u00f9 di 50.000 trattamenti all\u2019anno. In questi 28 anni gli specialisti delle nostre strutture hanno consentito di realizzare il sogno di oltre 57.000 famiglie aiutando a nascere pi\u00f9 di 160.000 bambini. Ogni caso per IVI \u00e8 unico, cos\u00ec come ogni trattamento viene modulato e modellato sulla base delle esigenze dei nostri pazienti. La nostra realt\u00e0 vanta, inoltre, i migliori indici di gravidanza a livello mondiale: 9 coppie su 10, dopo essersi rivolte ai nostri esperti, riescono a coronare il proprio sogno di genitorialit\u00e0. IVI, inoltre, \u00e8 il \u201cfaro\u201d di tecnologie che\u00a0 rappresentano il futuro della fecondazione assistita<\/strong> come l\u2019Embryoscope<\/a>, un\u2019incubatrice cinematografica che migliora la selezione embrionale e offre una determinazione precisa delle scissioni cellulari. Uno strumento avveniristico che consente di ridurre le manipolazioni dell\u2019embrione e permette una selezione adeguata dell\u2019embrione ottimale<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"L\u2019interruzione spontanea di una gravidanza \u00e8 una delle conseguenze pi\u00f9 comuni e pi\u00f9 drammatiche di una gestazione e riguarda una percentuale di casi sempre pi\u00f9 in aumento Nella maggior parte dei casi, l\u2019aborto spontaneo si verifica nei primi due mesi della gestazione. 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