{"id":48417,"date":"2018-10-23T11:00:48","date_gmt":"2018-10-23T11:00:48","guid":{"rendered":"https:\/\/ivitalia.it\/?p=48417"},"modified":"2022-04-12T15:31:34","modified_gmt":"2022-04-12T15:31:34","slug":"ivi-protagonista-congresso-asrm-2018","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/ivitalia.it\/blog\/ivi-protagonista-congresso-asrm-2018\/","title":{"rendered":"IVI protagonista assoluta del congresso dell\u2019American Society for Reproductive Medicine (ASRM)"},"content":{"rendered":"

Il 74\u00b0 congresso dell\u2019American Society per Reproductive Medicine (ASRM), che quest\u2019anno, per l\u2019edizione 2018 \u00e8 stato organizzato a Denver fra il 6 e il 10 ottobre, \u00e8 stato l\u2019occasione per tracciare i nuovi confini e individuare le nuove frontiere nell\u2019ambito della riproduzione assistita. L\u2019evento \u00e8 il punto di riferimento a livello mondiale per gli specialisti di medicina riproduttiva e per la presentazione di progetti in grado di rivoluzionare questo settore. IVI, gi\u00e0 vincitrice di sette premi dell\u2019ASRM, \u00e8 stata protagonista assoluta del congresso grazie a due studi in grado di aprire nuove prospettive nel contesto della medicina riproduttiva. La prima ricerca \u00e8 finalizzata ad accertare l\u2019importanza dell\u2019ecografia 3d nella diagnosi dell\u2019utero a T e, di conseguenza, potr\u00e0 consentire un miglioramento delle prognosi riproduttiva qualora la donna soffra di questa malformazione. Il secondo studio analizza i possibili vantaggi di un trasferimento posticipato dell\u2019embrione nelle donne obese ai fini di un aumento delle probabilit\u00e0 di gravidanza. Gli sviluppi di questi studi potranno essere rivoluzionari e creare nuove prospettive nell\u2019ambito della riproduzione assistita. IVI, infatti, ha l\u2019obiettivo di consentire a chiunque soffra di problemi di fertilit\u00e0 di realizzare il proprio desiderio di genitorialit\u00e0.<\/p>\n

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L\u2019ecografia tridimensionale<\/strong><\/h2>\n

Nell\u2019ultimo decennio l\u2019ecografia 3d<\/strong> ha assunto un ruolo sempre pi\u00f9 rilevante nell\u2019ambito della ginecologia consentendo in particolare la possibilit\u00e0 di effettuare uno studio volumetrico delle strutture anatomiche. In particolare, fra i vantaggi riconosciuti dell\u2019ecografia tridimensionale \u00e8 possibile annoverare una valutazione pi\u00f9 approfondita delle anomalie anatomiche complesse e un\u2019analisi pi\u00f9 approfondita della parte vascolare, sia dal punto di vista volumetrico, sia da quello quantitativo. Inoltre, come confermato da recentissimi studi condotti dall\u2019Universit\u00e0 di Padova, l\u2019ecografia 3d nell\u2019ambito dei programmi di riproduzione assistita<\/strong>, pu\u00f2 essere uno strumento fondamentale per la valutazione di malformazioni uterine e di patologie intrauterine.<\/p>\n

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L\u2019utero a T<\/strong><\/h2>\n

L\u2019utero a T \u00e8 una patologia della formazione dell\u2019utero che si caratterizza per la presenza di una cavit\u00e0 endometriale stretta e tubolare. Nella fase dell\u2019embriogenesi, normalmente, quest\u2019organo \u00e8 diviso in due estremit\u00e0 che poi si uniscono e danno luogo alla cavit\u00e0 uterina. Qualora questa unione non si realizzi pienamente si forma il cosiddetto utero a T, che ha una conformazione morfologica tale da comportare notevoli difficolt\u00e0 nel portare a termine una gravidanza anche per effetto di una maggiore presenza di dismenorrea e di fallimenti nell\u2019impianto dell\u2019embrione<\/strong>.<\/p>\n

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Lo studio di IVI<\/strong><\/h2>\n

Il congresso dell\u2019American Society for Reproductive Medicine \u00e8 stato l\u2019occasione per IVI di presentare uno studio che potrebbe rivoluzionare la prognosi riproduttiva nei casi di utero a T. La ricerca denominata<\/a> \u201cT-shaped uterine cavity morphology as assessed by three-dimensional ultrasound (3D US) may be associated with lower sustained implantation rates and higher clinical loss rates following frozen embryo transfer\u201d si basa sull\u2019utilizzo dell\u2019ecografia 3d per la diagnosi di questo tipo di malformazione uterina. In particolare, l\u2019impiego di questa tecnologia pu\u00f2 consentire un miglioramento della prognosi riproduttiva delle pazienti che soffrono di questa patologia.<\/p>\n

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I vantaggi dell\u2019ecografia 3d <\/strong><\/h2>\n

Nell\u2019ambito delle tecniche diagnostiche delle anomalie uterine l\u2019ecografia 3d rappresenta una tecnica semplice, rapida, efficace e precisa.\u00a0 Una semplice ecografia bidimensionale, infatti, pu\u00f2 permettere un\u2019ottimale identificazione delle patologie acquisite (come polipi endometriali o fibromi uterini), ma non consente una rappresentazione globale della morfologia della cavit\u00e0 uterina. L\u2019ecografia tridimensionale, d\u2019altro canto, non solo facilita l\u2019identificazione delle scansioni diagnostiche, ma consente anche di ottenere piani uterini coronali difficilmente ottenibili con un\u2019ecografia bidimensionale: in questo modo \u00e8 anche possibile valutare in maniera rapida e diretta la morfologia della cavit\u00e0 endometriale.<\/p>\n

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I dettagli dello studio sull\u2019utilizzo dell\u2019ecografia 3d per l\u2019utero a T <\/strong><\/h2>\n

Lo studio realizzato dai nostri ricercatori ha coinvolto un campione di 651 pazienti il giorno precedente all\u2019impianto dell\u2019embrione<\/strong>. A ogni paziente, prima dell\u2019impianto, \u00e8 stata \u201cassegnata\u201d una morfologia della cavit\u00e0 uterina ed \u00e8 stato rilevato come in quelle con utero a T l\u2019impianto avesse una minore percentuale di riuscita.\u00a0 Una diagnosi precoce di questa malformazione, mediante l\u2019ecografia 3d<\/strong>, pu\u00f2 consentire in futuro un importante miglioramento del potenziale riproduttivo grazie a un tempestivo intervento chirurgico diretto al rimodellamento chirurgico delle cavit\u00e0 endometriali.<\/p>\n

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Il trasferimento posticipato dell\u2019embrione nel caso di obesit\u00e0<\/strong><\/h2>\n

Il secondo studio<\/a> presentato dai nostri scienziati nell\u2019ambito del\u00a0 74\u00b0 congresso ASRM riguarda la possibilit\u00e0, nel caso di fecondazione assistita che coinvolge donne obese, di posticipare il trasferimento dell\u2019embrione mediante la vitrificazione dello stesso. Secondo una recentissima ricerca dell\u2019Organizzazione Mondiale della Sanit\u00e0, circa il 15% della popolazione femminile adulta soffre di obesit\u00e0, una percentuale pi\u00f9 che triplicata rispetto al 1975. Questa condizione, oltre a portare un aumento delle complicanze ostetriche e neonatali, pu\u00f2 rappresentare anche un fattore di rischio<\/a> per la trasmissione ai futuri neonati di malattie come la sindrome metabolica, malattie cardiovascolari, il diabete di tipo 2\u00a0 e l\u2019osteoporosi. Inoltre, si \u00e8 rilevato come l\u2019obesit\u00e0 possa comportare una riduzione delle probabilit\u00e0 di una gravidanza<\/strong>: i problemi di fertilit\u00e0 nelle donne obese, infatti, sono circa tre volte superiori statisticamente a quelli in donne con un peso nella norma.<\/p>\n

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Lo studio <\/strong><\/h2>\n

I nostri ricercatori, guidati dal Dottor Kim JG e supervisionati dal professor Richard T. Scott CEO di IVIRMA Global, hanno presentato uno studio \u00a0condotto su oltrew 1.200 pazienti denominato \u201cABC Trial: Appraisal of body content. Frozen embryo cycles are not impacted by the negative effects of obesity seen in fresh cycles\u201d, che evidenzia l\u2019opportunit\u00e0 di non trasferire l\u2019embrione <\/strong>subito dopo la stimolazione ovarica, ma di posticiparne il transfert in un ciclo successivo, perch\u00e9 in questi casi l\u2019effetti della stimolazione sull\u2019endometrio potrebbero pregiudicare il risultato dei trattamenti di riproduzione a fresco.<\/p>\n

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La possibilit\u00e0 di posticipare l\u2019impianto attraverso la vitrificazione <\/strong><\/h2>\n

La possibilit\u00e0 di un trasferimento differito in grado di aumentare le probabilit\u00e0 di gravidanza<\/strong> e ridurre gli effetti negativi dell\u2019obesit\u00e0 sul nascituro \u00e8 garantita dalla vitrificazione<\/a> degli embrioni. Il processo di vitrificazione, eseguito attraverso il congelamento ultrarapido nel nitrogeno liquido a -196\u00baC, da questo punto di vista, consente di ottenere gli stessi risultati che si otterrebbero con un transfer immediato, riducendo al tempo stesso i rischi correlati alla condizione di obesit\u00e0. In questo modo il trasferimento successivo di un embrione vitrificato potrebbe ridurre gli effetti negativi dell\u2019obesit\u00e0 rilevati nei cicli a fresco. In particolare, secondo uno studio prospettico, questo processo potrebbe consentire di elidere la correlazione fra le percentuali di impianto, le complicanze neonatali e gli indici di obesit\u00e0 e grasso corporeo. Inoltre, occorre rilevare come la procedura di vitrificazione non alteri la qualit\u00e0 degli embrioni, ma la mantenga inalterata fino al momento nel quale verr\u00e0 realizzato l\u2019impianto.<\/p>\n

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Le precauzioni da adottare prima del trasferimento dell\u2019embrione <\/strong><\/h2>\n

Una volta crioconservato l\u2019embrione \u00e8 opportuno che la paziente prima dell\u2019impianto segua un piano di dimagrimento personalizzato realizzato da uno specialista della nutrizione e modifichi le proprie abitudini alimentari. Inoltre, anche l\u2019esercizio fisico, se svolto con moderazione, pu\u00f2 avere effetti positivi sul futuro trattamento di fecondazione assistita. In questo modo \u00e8 possibile da un lato realizzare il transfert una volta che siano migliorate le condizioni di salute della paziente, dall\u2019altro consentire che l\u2019impianto possa avere maggiori possibilit\u00e0 di un esito positivo.<\/p>\n

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La storia di IVI: una garanzia per il vostro futuro <\/strong><\/h2>\n

I due studi presentati nel corso del 74\u00b0 congresso dell\u2019American Society for Reproductive Medicine sono la dimostrazione come la nostra realt\u00e0 non sia soltanto all\u2019avanguardia nell\u2019ambito clinico, ma rappresenti anche il punto di riferimento a livello mondiale nell\u2019ambito della ricerca scientifica in materia di fecondazione assistita. Un impegno che nel 2016 ha consentito al Professor Carlos Sim\u00f3n, Direttore scientifico di IVI, di vincere il premio \u201cDistinguished Researcher\u201d conferito dall\u2019ASRM a quelle personalit\u00e0 che negli ultimi dieci anni si sono distinte per i loro contributi eccezionali nell\u2019ambito della ricerca scientifica applicata alla medicina riproduttiva. Gli studi e le ricerche condotte da IVI, inoltre, hanno ricevuto i premi pi\u00f9 rappresentativi a livello internazionale come il riconoscimento conferito dalla Society for Gynecological Investigation e il premio Jaume I per la medicina clinica. Un\u2019eccellenza clinica e scientifica confermata dai risultati ottenuti sul campo. Nove coppie su dieci, dopo essersi rivolte ai nostri specialisti, riescono a coronare il proprio sogno di genitorialit\u00e0. In questi anni i nostri esperti hanno aiutato a nascere oltre 160.000 bambini. Nel 2017, grazie alla fusione con la statunitense RMANJ, IVI \u00e8 diventato il pi\u00f9 grande gruppo di riproduzione assistita al mondo con pi\u00f9 di 65 cliniche in 11 paesi.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"Il 74\u00b0 congresso dell\u2019American Society per Reproductive Medicine (ASRM), che quest\u2019anno, per l\u2019edizione 2018 \u00e8 stato organizzato a Denver fra il 6 e il 10 ottobre, \u00e8 stato l\u2019occasione per tracciare i nuovi confini e individuare le nuove frontiere nell\u2019ambito della riproduzione assistita. 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