{"id":43891,"date":"2017-10-20T16:40:38","date_gmt":"2017-10-20T15:40:38","guid":{"rendered":"https:\/\/ivitalia.it\/?p=43891"},"modified":"2022-04-12T15:31:45","modified_gmt":"2022-04-12T15:31:45","slug":"fecondazione-eterologa-norme-techniche-e-risultati","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/ivitalia.it\/blog\/fecondazione-eterologa-norme-techniche-e-risultati\/","title":{"rendered":"La Fecondazione Eterologa: norme, tecniche e risultati"},"content":{"rendered":"

In Italia dal 2014 la legislazione inerente alla pma <\/strong>ha subito importanti modifiche. Infatti, grazie ad una sentenza della Corte Costituzionale \u00e8 stato superato il divieto di fecondazione eterologa<\/strong> stabilito dalla legge 40. Questa pronuncia dei giudici supremi ha rappresentato una nuova speranza per quelle coppie che non riuscivano ad avere bambini, aprendo le porte a tecniche in precedenza non consentite che, fin dai primi mesi dall\u2019abolizione del limite, hanno dimostrato un\u2019efficacia e un incremento del numero di interventi di fecondazione medicalmente assistita<\/strong> andato a buon fine Soltanto nel 2015, infatti, sono stati 601 i bambini nati attraverso questa tipologia di procreazione assistita<\/strong>. Un trend confermato dai dati di IVI: circa il 62% dei trattamenti eseguiti sono riferibili alla fecondazione eterologa.<\/strong><\/p>\n

La fecondazione eterologa: caratteristiche generali \u2013 <\/strong>La fecondazione eterologa<\/strong> \u00e8 una forma di procreazione medicalmente assistita<\/strong> che si caratterizza perch\u00e9 il seme maschile o l\u2019ovulo femminile non appartengono a uno dei futuri genitori ma a un soggetto esterno alla coppia. Di solito questa tecnica viene utilizzata qualora sussista \u00a0un\u2019infertilit\u00e0 assoluta e conclamata di uno dei due partner. Nel caso, molto pi\u00f9 frequente, in cui si faccia ricorso agli ovuli di una donatrice esterna si parla di fecondazione mediante ovodonazione. <\/strong>Gli ovuli, in questo caso, vengono fatti fecondare dagli spermatozoi del partner maschile della coppia al fine di creare embrioni che, in seguito, vengono trasferiti nella ricevente<\/a> per consentire l\u2019impianto e dare inizio ad una gravidanza<\/strong>. Questa tecnica \u00e8 indicata, in particolare, nel caso di donne con deficit ovarico (precoce o per menopausa). Negli ultimi dieci anni IVI ha riscontrato un aumento dell\u201986% dei trattamenti di pma eterologa<\/strong> con ovuli donati. Per quanto concerne il profilo della donatrice, le nostre statistiche relative a un paese come la Spagna, permettono di stilare un identikit abbastanza preciso<\/a>: si tratta di donne con un\u2019et\u00e0 generalmente compresa fra i 18 e i 25 anni, molte delle quali gi\u00e0 madri e con uno spiccato profilo solidaristico. La donatrice, inoltre, deve avere alcune specifiche caratteristiche: un\u2019et\u00e0 compresa fra i 18 e i 35 anni, nessuna storia familiare di patologie a trasmissione genetica, non essere portatrice di malattie a trasmissione sessuale e in generale deve essere in buone condizioni psicofisiche. Le volontarie, comunque, prima di essere ammesse al programma di donazione degli ovociti devono sottoporsi a un iter completo di valutazione clinica e psicologica.<\/p>\n

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Gli step della fecondazione eterologa \u2013 <\/strong>Per essere pronta all\u2019avvio delle procedure di fecondazione eterologa<\/a><\/strong>, la donatrice viene sottoposta a un trattamento di stimolazione ovarica, attraverso la somministrazione di ormoni, finalizzato allo sviluppo di un numero sufficiente di ovuli. Questa fase, caratterizzata da un monitoraggio continuo, ha la durata complessiva di 12-15 giorni. Allo stesso tempo, alla paziente ricevente vengono somministrati dei farmaci finalizzati a predisporre l\u2019utero all\u2019impianto degli embrioni che verranno trasferiti. Una fase contestuale riguarda la preparazione dello sperma: tramite analisi di laboratorio verranno selezionati gli spermatozoi pi\u00f9 idonei a fecondare gli ovuli donati. Nell\u2019attesa di una donatrice adatta, \u00e8 anche possibile ricorrere a una procedura di crioconservazione<\/strong> dello sperma. Per far entrare in contato gli ovociti con gli spermatozoi si fa, generalmente, ricorso o a una tecnica di fecondazione in vitro convenzionale o all\u2019iniezione intra-citoplasmatica di spermatozoi.<\/p>\n

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La tecnica FIV<\/a> e la ICSI<\/strong> \u2013 Dopo aver ottenuto gli ovuli con il processo di ovodonazione<\/strong> e gli spermatozoi dal componente maschile della coppia, i primi possono essere inseminati mediante la tecnica FIV convenzionale. Questa procedura consiste nel posizionare su una piastra di coltura un ovulo circondato da spermatozoi. Gli embrioni ottenuti sono trasferiti immediatamente, senza ricorrere a un procedimento di vitrificazione, oppure vengono conservati in laboratorio fino al momento del transfer embrionale. In questa fase verranno anche classificati sulla base delle loro caratteristiche morfologiche. I medici decideranno quale sar\u00e0 il numero pi\u00f9 adatto di pre-embrioni che verranno trasferiti nell\u2019utero della donna attraverso un\u2019apposita cannula. Si tratta di una procedura veloce e assolutamente indolore che non richiede alcun tipo di anestesia. \u00a0Si far\u00e0, invece, ricorso all\u2019iniezione intra-citoplasmatica (ICSI)<\/a> nel caso in cui sussistano problematiche relative alla motilit\u00e0 o alla morfologia degli spermatozoi o se il partner di sesso maschile sia stato sottoposto in passato ad una vasectomia o abbia contratto una malattia che possa aver inciso in maniera severa sulla fertilit\u00e0. L\u2019ICSI consente un\u2019unione diretta fra ovulo e spermatozoo e, di conseguenza, permette di agevolare la fecondazione. Lo spermatozoo selezionato verr\u00e0 iniettato direttamente nell\u2019ovulo attraverso una piccolissima cannula. Gli embrioni che ne deriveranno saranno fatti sviluppare in laboratorio prima di essere trasferiti nell\u2019utero della ricevente. In entrambe queste tecniche \u00e8 possibile vitrificare gli embrioni di buona qualit\u00e0 che non siano stati impiantati, al fine di un eventuale futuro trasferimento in un ciclo successivo.<\/p>\n

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\u00a0<\/strong><\/p>\n

Le recenti ricerche di IVI nell\u2019ambito della fecondazione eterologa con ovodonazione<\/strong> \u2013 I nostri ricercatori, recentemente, hanno realizzato uno studio destinato ad ampliare le frontiere di successo nell\u2019ambito della pma eterologa.<\/strong> La ricerca intitolata \u201cMaternal Killer-cell Immunoglobulin-like Receptor (KIR) and fetal HLA-C compatibility in ART- oocyte donor influences live birth rate\u201d, condotta su un campione di 30 donne con insufficienza riproduttiva sottoposte a 112 cicli di trattamento con ovodonazione<\/strong>, ha mostrato come la selezione di una donatrice appropriata possa ridurre le ipotesi di non riuscita dell\u2019impianto nell\u201985% dei cicli di ovodonazione. La scelta di una donatrice compatibile attraverso un matching genetico genera un aumento del tasso di gravidanza dell\u201986% rispetto alla percentuale del 31% ottenuta nel caso in cui non avvenga questo processo di selezione. IVI, nel 2017, in occasione del Congresso internazionale sulla medicina riproduttiva a Bilbao (7th International IVI Congress), ha inoltre presentato i risultati di questa ricerca, che attesta l\u2019importanza del processo di selezione della donatrice che abbia un profilo immunologico compatibile con quello della ricevente. Questo studio, inoltre, ha permesso di comprendere come sia preferibile trasferire un unico embrione per evitare che l\u2019utero materno sia costretto a riconoscere troppi elementi esterni.<\/p>\n

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