Le tecniche di procreazione medicalmente assistita non consentono soltanto alle coppie di attivare tutte le procedure necessarie al fine di ottenere una gravidanza in tempi brevi, ma possono anche offrire la possibilit\u00e0 di preservare la fertilit\u00e0 per il futuro, qualora la decisione di posticipare una gestazione sia frutto di una scelta consapevole o sia determinata da una condizione quale la presenza di una patologia oncologica.<\/p>\n
Le tecniche di preservazione della fertilit\u00e0<\/a>, quindi, sono indicate in pazienti con una funzione ovarica a rischio in una prospettiva futura, come nel caso di donne con diagnosi di cancro per le quali sar\u00e0 necessario attivare una chemioterapia o una radioterapia, o nelle ipotesi della necessit\u00e0 di programmare ripetuti interventi chirurgici all\u2019ovaio, come nel caso di endometriosi. Inoltre, queste tecniche possono essere attivate per una scelta volontaria, senza che sussistano presupposti patologici. In quest\u2019ultima ipotesi si parla di \u201csocial freezing\u201d.<\/p>\n Il social freezing \u00e8 una pratica consigliata in particolare prima del compimento dei 38 anni di et\u00e0. Secondo una recente statistica, conservando entro questo termine gli ovociti, <\/strong>le chance di ottenere una gravidanza nel momento desiderato sono del 52%. Se si anticipa il termine e si decide di procedere al social freezing prima dei 35 anni le probabilit\u00e0 aumenteranno fino al 65%.<\/p>\n Fra i trattamenti diretti alla preservazione della fertilit\u00e0, la tecnica pi\u00f9 diffusa \u00e8 rappresentata dalla crioconservazione degli ovociti<\/strong>.<\/a> Questa tecnica consente il congelamento degli ovociti<\/strong> e permette di raggiungere una percentuale di sopravvivenza del 97% e ottenere, per il futuro, gli stessi risultati che potrebbero essere conseguiti mediante una tecnica a fresco.<\/p>\n Nel nostro Paese la prima nascita da \u00a0un ovocita fecondato<\/strong> dopo la crioconservazione \u00e8 avvenuta a Bologna nel 1999. Dal 2005 al 2014 sono stati crioconservati 228.000 ovociti <\/strong>e, sempre nello stesso periodo, sono stati eseguiti 25.813 cicli da scongelamento. In questo lasso di tempo sono state 3.316 le gravidanze verificatesi per merito di questa tecnica.<\/p>\n Secondo l\u2019Istituto Superiore di Sanit\u00e0 la crioconservazione degli ovociti<\/strong> consente di superare molti problemi, partendo da quelli di natura etica e morale correlati alla crioconservazione degli embrioni, per arrivare alle problematiche associate alla sindrome da iperstimolazione ovarica perch\u00e9, come affermano gli esperti dell\u2019ISS: \u201ccongelando gli ovociti soprannumerari, nel caso di fallimento del tentativo di fecondazione, viene evitata un\u2019ulteriore somministrazione delle gonadotropine, ossia quelle sostanze usate per indurre la stimolazione follicolare multipla\u201d.<\/p>\n La crioconservazione degli ovociti<\/strong> \u00e8 un processo di solidificazione attraverso il quale gli ovociti <\/strong>prelevati dalla paziente sono trattati mediante sostanze crioprotettrici<\/a> e immersi in nitrogeno liquido a una temperatura di \u2013196 gradi sottozero. Questa tecnica segue i primi step della FIV: in particolare, si procede attraverso una stimolazione ovarica e un prelievo degli ovociti <\/strong>che per\u00f2, invece di essere fecondati direttamente, vengono vitrificati e conservati in azoto liquido. Questi sono conservati per tutto il periodo desiderato dalla paziente nel caso di scelta volontaria o, comunque, fino al termine delle cure chemioterapiche o radioterapiche nelle ipotesi di preservazione della fertilit\u00e0 a causa di una patologia oncologica.<\/p>\n Al fine di valutare l\u2019efficacia delle tecniche di preservazione della fertilit\u00e0, e in particolare di una procedura come il congelamento degli ovociti,<\/strong> i nostri ricercatori hanno condotto un recente studio dal titolo \u201cElective and onco-fertility preservation: factors related to IVF outcomes\u201d. Questa ricerca, oltre a essere la pi\u00f9 vasta disamina scientifica in materia di preservazione della fertilit\u00e0 perch\u00e9 condotta su un campione di quasi 6.400 donne, offre anche un\u2019importante panoramica sul rapporto fra gravidanza e numero di ovociti <\/strong>vitrificati.<\/p>\n Lo studio mette a paragone le pazienti under e over 35 che hanno fatto ricorso alla crioconservazione degli ovociti<\/strong>: in particolare si \u00e8 valutato come le donne di et\u00e0 inferiore ai 35 anni che decidono di far ricorso a questa tecnica hanno una percentuale di successo del 94% su 24 ovociti <\/strong>da vitrificare, mentre quelle di et\u00e0 superiore hanno una probabilit\u00e0 del 50% di ottenere una gravidanza futura.<\/p>\n La crioconservazione degli ovociti, <\/strong>di per s\u00e9, \u00e8 una procedura del tutto priva di rischi. Le uniche problematiche possono essere connesse alla procedura di stimolazione ovarica. Per questa ragione, prima di sottoporsi al congelamento, \u00e8 comunque necessario uno screening accurato della paziente per valutare la compatibilit\u00e0 del suo quadro clinico con tutti gli step di questa procedura.<\/p>\nLe statistiche sul social freezing<\/strong><\/h3>\n
La crioconservazione degli ovociti: una panoramica generale<\/strong><\/h3>\n
I dati italiani sulla crioconservazione degli ovociti<\/strong><\/h3>\n
Cos\u2019\u00e8 la crioconservazione<\/strong><\/h3>\n
La ricerca sulla crioconservazione degli ovociti<\/strong><\/h3>\n
I rischi e i costi della crionconservazione<\/strong><\/h3>\n