{"id":234079,"date":"2021-01-26T08:17:01","date_gmt":"2021-01-26T08:17:01","guid":{"rendered":"https:\/\/ivitalia.it\/?p=234079"},"modified":"2022-04-12T15:31:15","modified_gmt":"2022-04-12T15:31:15","slug":"aborto-spontaneo-primi-mesi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/ivitalia.it\/blog\/aborto-spontaneo-primi-mesi\/","title":{"rendered":"Aborto spontaneo durante i primi mesi"},"content":{"rendered":"

L\u2019aborto spontaneo,<\/strong> secondo una definizione fornita dall\u2019Organizzazione Mondiale della Sanit\u00e0, \u00e8 l\u2019interruzione della gravidanza entro le 22 settimane di gestazione. L\u2019OMS precisa che rientra in questa ipotesi anche la diagnosi di una morte fetale prima delle 22 settimane a prescindere dal momento in cui poi si verifichi l\u2019espulsione del feto. Questo termine temporale preciso \u00e8 definito per indicare che questo evento si verifica, comunque, quando il feto non ha ancora raggiunto uno sviluppo tale da consentirgli di sopravvivere al di fuori dell\u2019utero senza aiuti artificiali. In moltissimi casi questo evento si pu\u00f2 verificare anche prima che la donna abbia consapevolezza di essere incinta. L\u2019aborto spontaneo, infatti, \u00e8 molto frequente durante le prime 13 settimane di gravidanza. Non sono rari i casi, inoltre, nei quali questo evento si verifica entro il primo mese e rischia di essere confuso con una normale mestruazione.<\/p>\n

Le statistiche sull\u2019aborto spontaneo <\/strong><\/h3>\n

L\u2019aborto spontaneo,<\/strong> secondo l\u2019American College of Obstetricians and Gynecologists, \u00e8 la forma pi\u00f9 diffusa di interruzione della gravidanza. Secondo alcune stime recenti, i ricercatori ritengono che questo evento si verifichi nel 26% delle gravidanze. Inoltre, nell\u201980% dei casi l\u2019interruzione della gestazione si verifica nel corso del primo trimestre, mentre questo rischio diminuisce progressivamente dopo le 12 settimane di gestazione. Le probabilit\u00e0 di un aborto spontaneo<\/strong> aumentano fino al 74,7% nelle donne con un\u2019et\u00e0 superiore ai 40 anni. Un altro importante fattore statistico riguarda la precedente storia clinica. Il rischio di un\u2019interruzione spontanea della gravidanza aumenta del 20% qualora la donna in precedenza abbia gi\u00e0 dovuto sostenere un aborto spontaneo (cosiddetto aborto ripetuto) e diventa del 28% nel caso in cui gli episodi passati siano stati due, per arrivare al 43% nel caso di 3 o pi\u00f9 aborti consecutivi (cosiddetto aborto ricorrente).<\/p>\n

Le principali cause di aborto: una panoramica generale <\/strong><\/h3>\n

Le cause dell\u2019aborto spontaneo <\/strong>possono essere molteplici, anche se in moltissime ipotesi (circa il 50% dei casi) questo evento non \u00e8 riferibile a un\u2019origine ben precisa. Da un punto di vista generale \u00e8 possibile distinguere fra cause genetiche, anomalie uterine e cause generiche attribuibili a una condizione fisiologica del feto o della gestante.<\/p>\n

Le cause genetiche <\/strong><\/h3>\n

Secondo recenti statistiche, l\u2019aborto spontaneo nel 70% dei casi \u00e8 determinato da cause imputabili all\u2019ovocita, ossia ad alterazioni, spesso di matrice genetica, che colpiscono l\u2019ovulo fecondato e ne rendono impossibile lo sviluppo. In queste ipotesi il prodotto del concepimento non ha le caratteristiche funzionali per avere un adeguato sviluppo. Questi casi si verificano, in particolare, nel primo trimestre di gravidanza e in molti casi sono rappresentate da alterazioni che coinvolgono l\u2019embrione, soprattutto a carico del sistema nervoso o di altri organi interni. In alcune ipotesi queste colpiscono i villi coriolari o la placenta. Nella maggior parte dei casi si tratta di alterazioni a livello cromosomico gi\u00e0 presenti nello spermatozoo o nell\u2019ovulo che possono prodursi sia durante il processo di maturazione, sia durante il processo di fecondazione, sia nel corso della fase di divisione dell\u2019ovocita fecondato. Nella maggior parte dei casi<\/a> queste anomalie riguardano il numero dei cromosomi, mentre nel 6% delle ipotesi la problematica riguarda la struttura dei cromosomi. Una recente ricerca condotta dall\u2019Imperial College of London ha posto attenzione, in particolare, al fattore maschile. I ricercatori, mettendo a confronto il DNA degli spermatozoi nelle ipotesi di aborto spontaneo<\/strong> con quello di gravidanze andate a buon fine, hanno rivelato come nel primo caso siano pi\u00f9 frequenti i danni alla struttura del gamete maschile.<\/p>\n

Le anomalie uterine <\/strong><\/h3>\n

Un\u2019altra causa ricorrente di aborto spontaneo \u00e8 rappresentata dalle anomalie uterine o cervicali. La presenza di un utero setto<\/a>, ossia di un setto fibroso nella cavit\u00e0 uterina che pu\u00f2 arrivare fino al collo od occupare parzialmente la cavit\u00e0, pu\u00f2 impedire all\u2019embrione lo sviluppo. Anche la presenza di aderenze uterine, utero fibromatoso o una cervice anormale o debole possono influire sul buon esito di una gravidanza.<\/p>\n

Le cause materne generali <\/strong><\/h3>\n

Anche le condizioni di salute o cliniche di una donna possono influire sull\u2019esito della gravidanza. In particolare, all\u2019origine di un aborto spontaneo possono esserci cause sistemiche come carenze di vitamina A, C ed E, la contrazione di malattie infettive come la rosolia, l\u2019herpes o un\u2019infezione da cytomegalovirus, le cardiopatie e le malattie relative al sistema metabolico come il diabete. Fra le cause generali possono anche intervenire disturbi cronici come l\u2019ipotiroidismo, l\u2019ipertiroidismo e l\u2019ipertensione.<\/p>\n

I sintomi dell\u2019aborto spontaneo <\/strong><\/h3>\n

I sintomi dell\u2019aborto spontaneo<\/strong>, soprattutto se questo avviene nelle prime settimane di gravidanza, non sono sempre evidenti e spesso nel primo periodo possono essere confusi con le mestruazioni. Infatti, la sintomatologia pi\u00f9 diffusa relativa a un\u2019interruzione di gravidanza comprende perdite di sangue, crampi ed episodi dolorosi simili a quelli mestruali. Le perdite ematiche, da questo punto di vista, si caratterizzano per essere abbondanti o continue per la presenza frequente di coaguli. Occorre precisare, per\u00f2, che in molti casi la gravidanza pu\u00f2 comportare delle perdite, soprattutto nel primo periodo, senza che queste siano predittive di un aborto spontaneo<\/strong>. \u00c8 opportuno, comunque, sottoporsi a una visita ginecologica per valutare la reale natura di questi episodi. In particolare, il medico dopo l\u2019anamnesi della paziente proceder\u00e0 a un\u2019ecografia per valutare lo stato della gravidanza.<\/p>\n

IVI: la nostra esperienza al vostro servizio <\/strong><\/h3>\n

Nei casi di aborto spontaneo, soprattutto qualora questi siano ripetuti e siano determinati da un\u2019incompatibilit\u00e0 cromosomica fra i componenti della coppia, la soluzione pi\u00f9 adeguata per avere un bambino \u00e8 rappresentata dall\u2019ovodonazione.<\/a> Un nostro studio,<\/a> infatti, ha dimostrato come la scelta di una donatrice appropriata in base alla compatibilit\u00e0 con la ricevente pu\u00f2 ridurre dell\u201985% il tasso di aborto spontaneo e la non riuscita dell\u2019impianto. Le nostre cliniche, da questo punto di vista, rappresentano l\u2019eccellenza a livello mondiale nella tecnica della fecondazione eterologa con donazione di ovociti. Risultati clinici certificati evidenziano per questa tecnica una percentuale cumulativa di gravidanza per ciclo, nei nostri centri, pari al 79,6%. Soltanto nel 2017 le nostre strutture hanno concluso 7.561 cicli di ovodonazione, che hanno portato a 3.909 gravidanze.<\/p>\n

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